Porsche Speedster, una storia d'amore e leggerezza - Ruoteclassiche
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09/05/2019 | di Cesare Emanuele Scanzi
Porsche Speedster, una storia d’amore e leggerezza
Un’epopea nell’epopea, quella delle Porsche Speedster. Iniziata con la 356 e proseguita con la 911, che vi raccontiamo su Ruoteclassiche di maggio.
09/05/2019 | di Cesare Emanuele Scanzi

Un’epopea nell’epopea, quella delle Porsche Speedster. Iniziata con la 356 e proseguita con la 911, che vi raccontiamo sulle pagine di Ruoteclassiche di maggio.

Il primo esempio di Porsche con carrozzeria Speedster può essere considerato la 356 America Roadster del 1952, con la sua leggerissima carrozzeria in alluminio prodotta dalla Erich Heuer di Weiden, Nord Palatinato.

Dall’alluminio all’acciaio. Da qualche tempo la Casa di Zuffenhausen stava sviluppando nuove metodologie di produzione. I primi esemplari realizzati a Gmünd erano caratterizzati da una scocca di alluminio ma già nel 1950, con l’inizio della produzione a Stoccarda, era avvenuto il passaggio alla lamiera d’acciaio.

Pensata per gli Usa. Nel 1954, da un’idea di Max Hoffman, l’importatore Porsche per il Nord America, nacque la Speedster: Hoffman aveva intuito che agli americani avrebbero accolto con favore una 356 leggera, agile e senza fronzoli.

La prima volta non si scorda mai. Nell’autunno di quell’anno, l’idea si concretizzò in una 356 con carrozzeria in lamiera, parabrezza basso, vetri “in tela” trasparente, pochi accessori e capote “di fortuna”. Costava 2.995 Dollari. Sulle fiancate campeggiava per la prima volta la dicitura “Speedster”.

Una rapida evoluzione. Divenne subito un successo, particolarmente apprezzata nel clima temperato tutto l’anno della Florida e della California ma anche nei numerosi campionati minori della confederazione. La 356 A Speedster raggiunse il suo massimo nel 1957 con la versione Carrera GS/GT da 110 Cv e 200 km/h. La Speedster fu prodotta fino al ’58 e fu sostituita nel ’59 con la Convertible D, una sorta di versione ad interim, in attesa dell’imminente lancio della 356 B.

Ritorno in grande stile. Dopo anni di assenza, il nome Speedster è ricomparso nel 1987, quando al Salone di Francoforte viene presentato un prototipo con la meccanica della Carrera 3.2. La sua particolarità era la possibilità di montare un tonneau cover rigido che la trasformava in una ardita monoposto con piccolo parabrezza.

Meglio Large che Slim. Nel gennaio del 1989, la Speedster torna ufficialmente nei listini Porsche: motore 3.2, carrozzeria “stretta” o Turbolook, con passaruota allargati. La produzione si è conclusa nel 1992 con un totale di oltre 2100 esemplari, dei quali solo 161 in configurazione Slim. Ve la raccontiamo su Ruoteclassiche di maggio, che trovate in edicola con, a richiesta, il quarto volume della collana “Le mitiche”.

Come ai vecchi tempi. Il testimone è passato nel 1993 alla versione su base 964 con motore 3.6 litri da 250 CV: il parabrezza, come tradizione vuole. È risicatissimo, mentre il rivestimento delle portiere è scarno come sulla RS. Fino al 1993 ne sono state prodotte 930, a cui si aggiungono solo quindici Turbolook (opzione M491).

Coppia d’oro. La 993 Speedster, del resto, è ancora più rara. Ne sono state costruiti soltanto due esemplari, uno per Ferry Alexander Porsche e l’altro per l’attore Jerry Seinfeld.

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