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Rétromobile ricorda il pilota Jean-Pierre Wimille

Rétromobile dedica un’importante mostra al pilota francese Jean-Pierre Wimille (1908-1949), che per un certo periodo fu anche costruttore automobilistico. Ma andiamo con ordine. Appassionato di corse fin da ragazzino, nel 1930 inizia la sua carriera al volante di una Bugatti, marchio che lo accompagnerà per molti anni, in occasione del Gran Premio di Francia. La sua notorietà cresce e nel 1937 gli viene affidata una Bugatti Tank 57G per correre la 24 Ore di Le Mans, che vincerà insieme a Robert Beinost alla media oraria di quasi 137 km/h.

Negli anni Trenta Wimille correrà un po’ ovunque, da Monza a Spa, da Monthléry alla Spagna. Qui terminerà la gara, era il 1935, al quarto posto dopo un accanito duello con le celeberrime Frecce d’Argento Mercedes-Benz e con l’Auto Union di Rosemeyer. Durante gli anni della Seconda guerra mondiale si arruola con l’amico di sempre Beinost nell’esercito francese, ma con l’occupazione tedesca passa alla resistenza, riuscendo poi a sfuggire all’arresto da parte della Gestapo. Beinost viene invece catturato e finirà i suoi giorni nel campo di concentramento di Buchenwald, dove è fucilato il 12 settembre 1944.

Alla fine del conflitto Wimille riprende a correre in automobile, ma inizia anche a pensare alla produzione di serie. Realizza così una vettura aerodinamica, con fari integrati e cambio a comando elettrico, che viene introdotta nel 1946. Nel 1948 questo modello viene riproposto con il nome di Wimille GT e presentato al Salone di Parigi. La linea è opera dello stilista Philippe Charbonneaux, che aveva già disegnato diversi aeroplani: i posti sono tre e le prestazioni interessanti, con una velocità massima di 160 km/h. È la realizzazione di un sogno covato per tanto tempo, ma il destino ha deciso diversamente.

Il 29 gennaio del 1949 in Argentina, al Parco Palermo, Wimille è al volante di una Gordini e le sue capacità di pilota vengono notate dallo stesso Alberto Ascari, che guida a sua volta una Maserati. Per evitare gli spettatori, o forse per il sole che lo ha accecato, Jean-Pierre Wimille è costretto a una manovra tanto spettacolare quanto pericolosa e finisce fuori pista perdendo la vita. Dal canto suo, la Wimille GT non verrà più prodotta e ne rimangono oggi solo tre dei quattro prototipi che vennero costruiti e che saranno esposti a Rétromobile insieme ad altre tre vetture legate alla carriera di Wimille: la Bugatti con cui nel 1945 vinse la Coppa dei prigionieri, l’Alfa Romeo 308 monoposto del 1946 e una Gordini monoposto Type 15, identica a quella del tragico incidente.

Alfredo Albertini

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