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08/10/2017 | di Redazione Ruoteclassiche
Rivoluzione in ASI: sfiduciato Roberto Loi
L’Asi, il più importante Ente nazionale per la tutela e la promozione del motorismo storico italiano è nel caos. Dopo 20 anni di potere quasi assoluto Roberto Loi è stato sfiduciato. A deciderlo è stata una assemblea convocata dallo stesso presidente sabato sette ottobre, probabilmente sicuro di avere il sostegno della maggioranza degli iscritti, ma […]
08/10/2017 | di Redazione Ruoteclassiche

L'Asi, il più importante Ente nazionale per la tutela e la promozione del motorismo storico italiano è nel caos. Dopo 20 anni di potere quasi assoluto Roberto Loi è stato sfiduciato. A deciderlo è stata una assemblea convocata dallo stesso presidente sabato sette ottobre, probabilmente sicuro di avere il sostegno della maggioranza degli iscritti, ma che alla resa dei conti gli si è rivoltata contro. Anche se per pochi voti.

La revoca del mandato è infatti stata votata da 1771 soci contro 1627 voti a favore. Erano presenti  all’assemblea 206 club su un totale di 271, equivalenti a 3501 voti su un totale di 4059. Roberto Loi, in sostanza, ha perso la presidenza del più importante Ente nazionale nel campo delle auto storiche per soli 144 voti.

La decisione era nell’aria dal mese di luglio, quando è diventata di dominio pubblico la notizia che il presidente era stato accusato di molestie sessuali da una dipendente dell’Ente. Un brutta storia sfociata in una sentenza del Tribunale del Lavoro di Torino con il reintegro della ex-segretaria nel ruolo da cui era stata licenziata e una ammenda di oltre 35.000 per danni morali a carico di Loi. Vicenda che già a luglio aveva sollevato lo scontento di nove consiglieri su 12 in quanto lesiva dell’immagine dell’Automotoclub Storico Italiano.

Dopo la sfiducia, Loi ha chiesto che venisse espresso un voto anche sulla eventuale revoca del mondato anche per il Consiglio Federale. E anche in questo caso l'esito non è cambiato: sfiducia totale. Dovranno lasciare l'incarico 11 consiglieri su 12: i due vicepresidenti Pietro Piacquadio e Ariel Atzori, e nove dei 10 consiglieri: Ugo Amodeo, Giuseppe Cannella, Renzo Cardini, Arcangelo Conserva, Giuseppe Di Mauro, Francesca Grimaldi, Angelo Melis, Alfredo Liberati e Domenico Paterlini.

Pagano anche loro la sottovalutazione della gravità della vicenda personale di Loi, oltre che lo scontento montato negli anni sulla gestione Loi da parte di una fronda sempre più ampia di Club. Resta in carica solo Alberto Scuro, un chirurgo di Padova, che nei giorni precedenti l’assemblea si era dissociato dalla rivolta interna dei consiglieri schierandosi per il dialogo tra le parti, in modo da evitare divisioni profonde all’interno dell’Asi stesso.

Non è chiaro adesso chi possa governare l’Asi in questo vuoto di potere che si è venuto a creare. C’è chi spinge per la nomina a consiglieri dei primi dei non eletti, in modo da formare un consiglio che porti l’Asi al 13 gennaio quando si terrà la nuova assemblea per la nomina del nuovo presidente, il rinnovo del Consiglio federale e la discussione del nuovo statuto. E chi chiede di risolvere il problema subito. Vi terremo informati sull’evoluzione di questa vicenda.

Roberto Loi, 70 anni, era al vertice dell’Asi dal 1997. Da 24 anni è anche presidente del Veteran Car Club di Torino e da nove vicepresidente della Fiva (Fédération Internationale des Véhicules Anciens), l’organismo internazionale cui fanno capo la maggior parte dei club e dei registri storici a livello internazionale.

Gilberto Milano

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