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Serenissima, la meteora veneziana del conte Volpi di Misurata

Tra le 147 vetture che la casa d’aste francese Artcurial metterà in vendita l’8 febbraio all’interno della manifestazione Rétromobile ce ne sono diverse di assoluta rarità. Come queste tre Serenissima…

Artcurial è solita riservare in questa occasione vetture di grande prestigio storico e collezionistico, spesso frutto di ritrovamenti rocamboleschi. E anche quest’anno non si smentisce. Il catalogo di Artcurial non è solo il più corposo di quelli in vendita a Parigi durante la settimana di Rétromobile (il 7 febbraio Bonhams proporrà 101 lotti, di cui il 50% composti da vetture anteguerra, mentre RM Sotheby’s il 6 febbraio si fermerà a 85 vetture), ma anche il più ricco, con una offerta di ben 17 vetture quotate sopra il milione di euro.

La spider del conte. Tra queste ce n’è una in particolare che, pur non raggiungendo i 16-22 milioni di euro stimati per una Alfa Romeo 8C 2900B Touring del 1939 (una delle cinque costruite), rappresenta comunque un pezzo di storia dell’automobilismo sportivo italiano le cui testimonianze sono estremamente rare, soprattutto da acquistare. Stiamo parlando della Serenissima Spider, l’unica sopravvissuta delle due prodotte nel 1966 dalla piccola casa automobilistica Serenissima Automobili srl fondata a Forgine, in provincia di Modena, dal conte Volpi di Misurata.

Divergenze strategiche. Non un personaggio qualsiasi, ma un mecenate dello sport automobilistico, già proprietario della Scuderia Serenissima e grande cliente Ferrari, col quale però Enzo Ferrari troncò ogni rapporto dopo che il conte finanziò la nascita della A.T.S., la Casa fondata nel 1962 dai famosi “epurati” di Maranello: Carlo Chiti, Giotto Bizzarrini, Romolo Tavoni e Girolamo Gardini. Personaggi con i quali il conte Volpi di Misurata smise di collaborare nel giugno 1965 a causa di divergenze strategiche. Al seguito delle quali decise di costruirsi in proprio le vetture con cui correre. È così che nel 1966 nasce la Serenissima Spider.

Durò cinque ore. Il motore è un otto cilindri di 3.5 litri progettato da Alberto Massimino, mentre il corpo vettura è d’alluminio modellato nell’officina di Medardo Fantuzzi, a Modena, su disegno di Francesco Salomone. Dopo una adeguata preparazione prese parte alla 24 ore di Le Mans di quell’anno, iscritta nella classe prototipi. Tra le 55 vetture iscritte figurano ben 15 Ford GT40 tra ufficiali e di privati. Tre delle quali, come noto, andranno sul podio interrompendo il dominio Ferrari che durava da nove anni. La Serenissima Spider invece sarà una delle 40 che non porteranno a termine la gara, abbandonata alla quinta ora per un guasto alla trasmissione. Sarà l’unica Serenissima ad aver partecipato alla 24 Ore di Le Mans.

Il tempo si è fermato. Da allora infatti l’auto non è stata modificata e oggi viene offerta in una condizione di originalità rara, come quando abbandonò il box di Le Mans, con la stessa vernice originale, la banda rossa al centro, e tutti gli organi e gli accessori di allora. In tutti questi anni la vettura è stata di proprietà del suo costruttore, il conte Giovanni Volpi di Misurata, oggi ottantaduenne. La vettura andrà sottoposta a restauro, tuttavia la stima è di tutto rilievo: tra 1,3 e 1,8 milioni di euro.

Altre due rarità. Ma la Serenissima Spider non sarà la sola Serenissima in vendita a Parigi. Nella stessa asta, Artcurial proporrà altre due vetture prodotte dalla casa del conte veneziano e ancora di sua proprietà: una Serenissima Ghia GT del 1968, realizzata dalla Ghia, all’epoca di proprietà di Alejandro de Tomaso, su disegno di Tom Tjaarda (stimata 400-600 mila euro); e dal prototipo della Serenissima Agena del 1967, coupé a motore centrale posteriore quotato tra i 400 e i 600 mila euro, anch’esso di proprietà fino a oggi dell’uomo che l’ha messa al mondo. La Serenissima ha chiuso i battenti nel 1970 senza ottenere successi sportivi e senza essere riuscita ad avviare una produzione di serie. Quella dell’asta di Artcurial resta così non solo un’opportunità rara per potere entrare in possesso di tre vetture storiche prodotte in pochi numeri, ma sarà anche l’occasione per poterle vedere da vicino insieme come difficilmente potrà capitare in futuro.

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