Trent’anni per dire “storica”? La Fiva dice che… - Ruoteclassiche
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16/04/2014 | di Redazione Ruoteclassiche
Trent’anni per dire “storica”? La Fiva dice che…
La Fiva (Fédération Internationale des Véhicules Anciens), che riunisce le associazioni di auto d'epoca di 64 Paesi, ha un nuovo presidente, il francese Patrick Rollet. Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo chiesto a che età è giusto che un'automobile diventi "storica"...
16/04/2014 | di Redazione Ruoteclassiche

Abbiamo incontrato Patrick Rollet, il neo eletto presidente della Fiva, e gli abbiamo chiesto a che età un'automobile è giusto che diventi "storica"...

La Fiva - Fédération Internationale des Véhicules Anciens - che riunisce le associazioni di auto d'epoca di 64 Paesi, ha un nuovo presidente, il francese Patrick Rollet. Poche settimane fa, Rollet è venuto in Italia per incontrare il Presidente dell’Asi, Roberto Loi. Li abbiamo incontrati nel corso della loro visita alla sede della Mille Miglia, a Brescia. Rollet ha affermato di voler proseguire il lavoro del presidente uscente, lo svedese Horst Brüning, che ha avuto il merito di espandere la Fiva, includendo nazioni quali gli Stati Uniti, la Cina e l’Arabia Saudita. Il tutto perseguendo la mission della tripla "P": proteggere, promuovere e preservare.

La prima domanda è stata quella posta nell'editoriale di marzo dal direttore: vent’anni non bastano, ne servono almeno trenta per inquadrare una vettura fra la storiche, come stabilito dalla Fiva. Come si pronuncia l’Asi? Rollet ha spiegato: “La Fiva ha posto il limite a trent'anni perché, riducendo la quantità di veicoli storici in circolazione, è più facile ottenere deroghe e facilitazioni da governi e pubbliche amministrazioni; tuttavia, penso che l'età giusta sarebbe venticinque anni”.

Loi ha sostenuto di ritenere valido questo limite perché, tradizionalmente, gli italiani considerano storica un'automobile al compimento dei vent'anni. Tenuto conto che, passando gli anni, le vetture ventennali sono sempre più moderne, non sarebbe il caso d’introdurre la tanto discussa "lista chiusa" dei modelli da considerare storici? Rollet, non escludendo che in futuro ci si possa pensare, ha affermato che le priorità di Fiva oggi sono altre, come il rinnovo della classificazione tecnica dei veicoli.

L'avvocato Loi ha invece ribadito: “Pur sapendo che ci accusano di non voler restringere il campo solo per rilasciare più certificati a pagamento, sono assolutamente contrario a compilare una lista che contempli solo macchine di grande interesse storico e sportivo: se un giovane ha il sogno di possedere l'auto sulla quale suo padre lo portava vent'anni prima, fosse anche una semplice Fiat ‘Uno’ o una Ford ‘Fiesta’, non capisco perché dovremmo infrangerlo”.

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