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Tutto futuro nella mostra per i novant’anni di Pininfarina

“La forma del futuro” è la mostra dedicata ai 90 anni della Pininfarina ospitata dal Museo dell’automobile di Torino, fino al 12 settembre.

Chissà cosa avrebbero pensato Battista Farina, il figlio Sergio, il genero Renzo Carli e il plotoncino dei “figurinisti” – la squadra che ha reso celebre la carrozzeria italiana nel mondo – ascoltando la presentazione della mostra dei 90 anni di Pininfarina. “Secondo me avrebbero apprezzato” ha detto l’ultimogenito Paolo, prima di tagliare il nastro “erano tutti uomini che guardavano lontano.”
La domanda è lecita perché di carrozzeria e di storia non si è quasi parlato, mentre i temi che hanno tenuto banco, tra stilisti, accademici e industriali invitati alla conferenza-streaming che ha preceduto l’inaugurazione, sono stati l’elettrico, la Co2, l’innovazione tecnologica, persino le città pensate più al maschile e meno al femminile.
Molti degli argomenti – di grande attualità – scelti per la tavola rotonda rimbalzano anche nella nuova esposizione, aperta al MAUTO di Torino e che rimarrà visitabile fino al 12 settembre. Un viaggio tra sedici vetture “a sorpresa” e un supporto multimediale QR-Code, in cui Paolo Pininfarina parla direttamente al pubblico.

I sogni di oggi per l’auto di domani. Chi cerca una celebrazione o un racconto antologico di quasi un secolo deve quindi prepararsi. Non per nulla il titolo scelto da Pininfarina, che ha progettato direttamente l’allestimento, è “La forma del futuro” e le auto invitate al compleanno appartengano più all’oggi che al mitico passato.  La scelta degli organizzatori è stata quella di puntare, per una volta, su prototipi meno noti – o contemporanei – significativi però dello sforzo verso la ricerca e l’innovazione che ha sempre distinto l’Azienda. Per capire – come ha detto Kevin Rice, direttore dello stile a Cambiano – “quali sono i sogni di oggi, per l’auto di domani”. Sogni che non coinvolgono più solo l’estetica, sia per chi ordina le supercar milionarie che l’ultima delle city-car.

Focus differenti. Le automobili esposte, sono quasi tutti prototipi dedicati ai grandi temi del momento, dall’aerodinamica al traffico urbano, dall’ibrido/elettrico, alla sicurezza in Formula 1. Proprio la Sigma Grand Prix del 1969 (designer Paolo Martin) è una delle tre vetture storiche chiamate a rievocare l’epopea dell’azienda, (insieme alla citata Cisitalia di Giovanni Savonuzzi) e alla Ferrari P6 (Fioravanti). Qualche icona in più, anche solo una per decennio, avrebbe senz’altro avuto una funzione educational.

Il tema della mobilità. La sezione ricerca ospita, insieme a un interessante modello in gesso dello studio aerodinamico CNR (1978), la serie delle piccole Ethos ecocompatibili, la Metrocubo e la Nido. Un contrasto esteticamente più suggestivo lo si trova con la H2 Speed del 2016, prima auto da corsa a idrogeno, che affianca la Sigma che mezzo secolo prima aveva indagato la sicurezza e lo sport.

Dulcis in fundo. Presente anche il bel concept 2uettoottanta, rimasto purtroppo senza seguito, che anticipa la sala conclusiva “Futuro”, con i prototipi recenti Cambiano, Battista e Sintesi, presentati agli ultimi Saloni.

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