L’inconfondibile sagoma di una Stratos nascosta sotto un telo giallo, un’infilata di Fiat e Lancia che raccontano vent’anni di successi nei rally sotto il segno dell’Abarth, eleganti “signore” che rispondono al nome di Aurelia, Flavia, Fulvia e sfoggiano l’abito - classico, elegante, sensuale - cucito dagli stilisti Pinifarina e Zagato. Sono immagini che narrano pezzi di storia italiana a quattro ruote quelle che sabato 18 ottobre si sono materializzate sul Proving Ground di Balocco (VC) per la ventesima edizione della Club Italia Cup. Immagini capaci di mandare fuori di testa l’appassionato di motori, soprattutto quando quei motori sono stati accesi per la sfida che ha visto protagonisti i gentleman driver del Club Italia sul Misto Alfa, il tracciato dove un tempo venivano testate le vetture del Biscione e dell’Autodelta.
Prima di scendere in pista per le prove di regolarità e slalom, in una giornata all’insegna dello Scorpione, il Gruppo FCA ha fatto gli onori di casa mettendo a disposizione degli equipaggi alcune vetture dell’attuale gamma. Particolare attenzione ha destato l’esemplare “N.1” dell’Abarth 695 Biposto che ha partecipato alla Gumball 3000 di quest’anno.
Difficile dire invece quale tra le storiche abbia attratto più sguardi. Citiamo la Lancia Fulvia F&M Special, l’Abarth SE037 n.001 (ossia il prototipo della Lancia 037), la Fiat 8V Coupé Vignale del 1954, le Alfa Romeo GTA ma anche la Ferrari 512BB e la Testarossa insieme con le Lancia Delta Integrale. E proprio un’Integrale, ex Mauro Forghieri, portata in gara da Carlo Pozzi, si è aggiudicata il primo posto Regolarità; alla Giulietta SZ di Carlo Incerti, invece, è andato il trofeo Slalom.
Il Club Italia ha infine ricordato la figura di Giorgio Pianta, pilota e storico collaudatore dello Scorpione scomparso lo scorso aprile, che ha voluto e sostenuto la “Cup” sin dall’inizio. È stato l’ingegner Sergio Limone, il padre della 037, a raccontare l’uomo attraverso gli aneddoti di 24 anni di vita vissuta insieme in Abarth. “Io facevo, lui provava. Scherzando dicevamo: il Limone per crescere ha bisogno della Pianta”.
Testo e foto di Alessandro Barteletti