Il brutto anatroccolo si è trasformato in un cigno. Amata, odiata, non di rado derisa, la Fiat Multipla ha diviso il pubblico per la sua linea fuori dagli schemi e per soluzioni tecniche che anticipavano i tempi. È stata la prima a offrire sei posti (3+3) in poco meno di quattro metri. Caratteristiche che le hanno permesso di essere rivalutata nel corso degli anni. Lanciata nel 1998 quest'anno spegne, dunque, 25 candeline: per celebrare in grande stile l'anniversario la divisione Heritage di Stellantis ha realizzato la Fiat Multipla 6x6, una one-off da collezione.
Ritorno al futuro. Esposta all'ultima edizione di Milano Autoclassica, la Multipla 6x6 è una creazione del designer Roberto Giolito, attualmente a capo di Stellantis Heritage, autore del modello originale del 1998. Fonte d'ispirazione per quest'ultimo progetto sono stati i sei personaggi nati 25 anni fa dalla sua matita per raccontare la vita a bordo, sei caricature con diverse personalità e modi di vivere l'auto, ma sempre con un approccio simpatico e anticonvenzionale: dall’avventuriero al bambino che sogna di diventare pilota, dall'attraente signora al manager, dal frate al giovane hippie.
Le caratteristiche. Realizzata sulla base di un esemplare della prima serie, la Multipla 6x6 si distingue per la tinta Turchese Bio, che fa da sfondo al disegno dei sei personaggi rappresentati sul cofano e sulle fiancate. Completano l'opera le modanature, le ruote e i paraurti verniciati in Grey White. Gli stessi accostamenti cromatici si ritrovano negli interni, dove il blu scuro dei tessuti fa da contrasto al grigio-bianco dei pannelli porta, mentre sui sedili sono stati riprodotti nuovamente i sei soggetti.
Oggetto d'arte moderna. Il progetto della progenitrice di questo tributo, la Multipla della fine degli anni Novanta, era talmente avveniristico e incentrato sul concetto di design al servizio dello spazio e della funzionalità, conciliando confort e tecnologia, da rendere il modello un oggetto simbolo. Forse troppo futuristico per essere accettato all'epoca con tutto il suo carico di innovazione. Non è un caso che nel 1999 un esemplare sia stato esposto MoMa, Museum of Modern art di New York, il più importante museo d’arte moderna al mondo.
Prima monovolume. La carrozzeria della Multipla originaria appare distinta in due elementi: una struttura bassa e filante, sovrapposta a un padiglione alto e ampio entrambi separati sul frontale da una sorta di fascia bombata che ospita la fanaleria. Come anticipato, grazie alla sua architettura innovativa, rappresenta la prima sei posti (disposti su due file, 3+3) del segmento, una monovolume racchiusa in circa quattro metri (e un'altezza di 1,70) con un ampio abitacolo che offre spazio e confort a tutti i passeggeri.
Transformer ante litteram. Altro punto di forza è la sua grande versatilità, assicurata dai sedili modulari che si ribaltano (ciascuno di quelli posteriori offre sette configurazioni), scorrono e si asportano, dai numerosi vani portaoggetti, dal pianale piatto che consente di trasportare oggetti lunghi e voluminosi e dal bagagliaio che può raggiungere la capienza di 1.900 litri. Tutto questo combinando dimensioni compatte con l'ottima visibilità dell'ampio parabrezza.
I motori. In occasione del lancio commerciale l'offerta dei propulsori comprendeva quattro unità: un motore 1.6 16V a benzina da 103 CV e un 1.9 JTD da 115 CV affiancati da due versioni pulite, il 1.6 Natural Power da 92 CV nelle declinazioni a metano e con doppia alimentazione metano-benzina.
Dotazioni di sicurezza. La Multipla offre già nel 1998 svariate dotazioni di sicurezza: dall'Abs all'Esp, dai sei airbag con sensori che modulano l'intervento a seconda del peso dei passeggeri ai window-bag che in caso di collisione laterale scendono lungo i finestrini per salvaguardare la testa degli occupanti, sino agli attacchi Isofix per i seggiolini dei bambini. Infine, confermando la sua natura di modello precursore dei tempi, nel 2004 è il primo della famiglia Fiat ad adottare il vivavoce Bluetooth integrato nel sistema infotainment.