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Vauxhall A22: i carri armati “Churchill”

Sono entrati in servizio per la prima volta nel 1942, dopodiché la Vauxhall ne ha prodotte 5mila unità. Sono i carri armati “Churchill”, costruiti in quattro e quattr’otto durante la Seconda Guerra Mondiale con motore piatto a 12 cilindri contrapposti.

L’anniversario della capitolazione tedesca nella Seconda Guerra Mondiale è una ricorrenza molto sentita nel Regno Unito. Poche ore fa, nella serata di venerdì 8 maggio, la regina Elisabetta, che pure è da sempre restia a parlare alla nazione, ha rivolto delle attesissime parole ai suoi sudditi per onorare i 75 anni del “Victory in Europe Day” e incoraggiare a combattere ora contro il coronavirus. Anche il discorso pronunciato all’epoca da Winston Churchill per annunciare la vittoria delle forze alleate nella primavera del 1945 è stato ritrasmesso nel pomeriggio alla radio. Ma quali sono stati i mezzi di terra impiegati dai britannici durante il conflitto e, in particolare, quali i carri armati che se la sono vista con i Panzer della Wehrmacht?

Corsa contro il tempo. Su tutti, non foss’altro che per il nome, spicca l’A22 conosciuto come “Churchill”, in omaggio al primo ministro che ha condotto la Gran Bretagna a vincere la guerra. Ma non solo per il nome merita una menzione particolare, bensì perché tra i carri armati da fanteria era tra i più resistenti e corazzati, ed è stato costruito ad hoc per affiancare i Matilda Mk II, i Valentine Mk I, i Cruiser e gli altri, anche di provenienza statunitense. Dallo schizzo iniziale del modello al prototipo funzionante è passato esattamente un anno e il motore piatto di 21 litri a cilindri contrapposti è stato messo in moto per la prima volta dopo 89 giorni dall’inizio del progetto.

La minaccia tedesca. La Vauxhall, che ha iniziato la sua produzione di veicoli nel 1903, in effetti aveva già messo a punto un motore per un altro carro armato, un Harland & Wolff mai costruito. Stavolta il team dedicato ha lavorato contro il tempo giorno e notte, nello stabilimento di Luton, raggiungendo l’obiettivo posto dal governo di 350 CV di potenza a 2200 giri al minuto. La corsa, del resto, era necessaria: con la quantità di strumenti bellici persi nella battaglia di Dunkerque servivano nuovi carri armati anche per difendere il suolo britannico in caso di attacchi nazisti.

Duttili corazze. Robustezza e agilità innanzitutto, anche a scapito della velocità. È questo il concept che gli ingegneri inglesi hanno seguito per il design del carro armato “Churchill” da 38 tonnellate. Alimentato a benzina, andava a un massimo di 25 km all’ora e aveva un  raggio d’azione in autonomia di 90 km. Il suo sistema di sterzo a controllo differenziale Merritt-Brown, allora avveniristico, utilizzava ingranaggi epicicloidali e consentiva di curvare alla svelta e facilmente: in “un sixpence”, dicevano gli inglesi usando la metafora di una vecchia monetina British molto piccola per simboleggiare spazi e tragitti limitati.

Testati dal premier. A collaudo ultimato – con i test che hanno visto in un’occasione anche la presenza del primo ministro –, la Vauxhall ha realizzato subito una partita di 500 carri armati: i primi sono stati messi in campo nel 1942, e poi, fino alla fine della guerra, come dichiarato dalla Casa, la produzione è andata avanti totalizzando 5mila unità in diverse versioni.

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