Verona Legend Cars, il Nicolis racconta la Bianchi - Ruoteclassiche
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11/05/2019 | di Alberto Amedeo Isidoro
Verona Legend Cars, il Nicolis racconta la Bianchi
Il binomio tra il Museo Nicolis e Verona Legend Cars si rinnova anche in questa quinta edizione del salone dell'heritage scaligero.
11/05/2019 | di Alberto Amedeo Isidoro

Il binomio tra il Museo Nicolis e Verona Legend Cars si rinnova anche in questa quinta edizione del salone dell'heritage scaligero. Sotto i riflettori il marchio Bianchi.

Due i fronti su cui il tandem museo-fiera ha lavorato per offrire ai visitatori un'esperienza di visita insieme divertente e proficua: da un lato la mostra tematica Centomiti, dall'altro lo stand dedicato al marchio Bianchi, che il Nicolis ha allestito al padiglione 9.

Riscoprire il marchio Bianchi. Se Centomiti ha come obiettivo - attraverso una formula che abbina all'esposizione dei modelli anche una vasta e approfondita raccolta di pannelli informativi - far conoscere ai visitatori la storia e l'evoluzione del prodotto automobile attraverso oltre un secolo di storia, le tre Bianchi in mostra allo stand puntano un raggio di luce su un angolo dell'universo motoristico spesso lasciato al buio dagli appassionati.

L'anti-Lancia. Il marchio Bianchi, infatti, ritorna in scena con tre tra i più significativi modelli della sua produzione, tutti appartenenti alla collezione permanente del museo veronese. La più significativa delle vetture esposte è forse la S9 Sport del 1935, un'auto che all'epoca non temeva il confronto con modelli del calibro di Fiat 1500 e Lancia Augusta.

Non solo quattro ruote. Il percorso espositivo prosegue con un altro mezzo celebre nella produzione della Casa milanese, la Bianchina del 1950. Questa motocicletta, nel dopoguerra, seppe ritagliarsi un ruolo da protagonista nel suo segmento di mercato grazie a consumi e costi di gestione ridotti.

Una bici destinata a fare scuola. Chiude il cerchio un altro mezzo di trasporto a due ruote, anche se privo di motore. Si tratta di una bicicletta da corsa, la Specialissima Giro d'Italia del 1961, passata alla storia per il suo innovativo telaio a geometria corta rigido e leggero. Una soluzione che consentiva alla bici milanese di scaricare sulla strada con un'efficacia senza precedenti tutta l'energia sprigionata dal ciclista sui pedali.

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