Dite la verità, lo fareste? Prendere una gloriosa youngtimer e “conciarla” per le feste a questo modo?
Come Andy Warhol. Prendere un’auto classica, in questo caso una youngtimer, e utilizzarla come tavolozza. A ben guardare, nulla di particolarmente originale, se pensiamo per esempio alle “Art Cars” di BMW, sulle cui carrozzerie si sono cimentati a metà anni Settanta artisti del calibro di Andy Warhol, Alexander Calder, Roy Lichtenstein, Robin Rhod, Frank Stella, ecc.
Una lunga storia di famiglia. All’epoca, però, l’obiettivo di rendere le loro livree capolavori immortali era facilitato dal blasone del marchio e dalle linee filanti dei soggetti, tutte granturismo di grande appeal. Ben più ardita l’operazione portata a termine da Piero Armellin, classe 1953, pittore di Vittorio Veneto, capace di conferire dignità artistica a un’umile Autobianchi Y10 Fire 1000 del 1988. Una vettura con una lunga storia di famiglia alle spalle.
Era l’auto di papà. “Apparteneva a mio padre. Alla sua scomparsa, nel 2009, mi dispiaceva rottamarla, per cui mi sono sobbarcato l’onere del costoso passaggio di proprietà e, attrezzato con pennelli e colori da carrozziere, ho cominciato a divertirmi…”. Obiettivo, giocare con lo scorrere del tempo, enfatizzando i suoi effetti devastanti con finti squarci, ruggine passante, sommarie suture in stile chirurgico. “E sul paraurti anteriore, una scritta sibillina che lascio alla libera interpretazione: ‘Appropinquabit’, cioè ‘sta arrivando’”.
Centrotrentamila chilometri. Sulla portiera del lato passeggero la raffigurazione ben più esplicita di un orologio con una corda ormai sfilacciata che cerca di trattenere la lancetta dei minuti nel tentativo vano di fermare il tempo; ammucchiate l’una sull’altra sul fondo del quadrante le ore “passate”, mentre quelle ancora al loro posto simboleggiano il presente e quindi la parte integra dell’auto. Sul retro – e una foto lo dimostra – la scritta “Fire” ha lasciato il posto a “Eroica”. “Il motivo” spiega Armellin, “è presto detto: sul groppone ha la bellezza di 130.000 chilometri. Tanti, anche se per percorrerli ha chiesto in cambio davvero pochissimo!”. Chapeau.
Qui gli artisti di cui abbiamo parlato: Enzo Del Bianco, Design by Gaber, Stefano Marchetti, Markus Haub, Daniele Mini, Andrea Lattanzio, Stefano Bressani, Gianfilippo Aondio, Silvio Pera, Massimiliano Robino.