Aston-Martin V8 Vantage Volante: una cabrio per Sua Maestà - Ruoteclassiche
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05/08/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla
Aston-Martin V8 Vantage Volante: una cabrio per Sua Maestà
Storia ed evoluzione dell'Aston Martin V8 Vantage Volante, uno dei modelli più esclusivi ed apprezzati della Casa inglese.
05/08/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla

In un’era in cui le case più prestigiose operavano in una dimensione artigianale, l’Aston Martin V8 Volante era una delle più affascinanti ed esclusive convertibili disponibili a ridosso degli anni 80: persino il Principe del Galles ne volle una…

Nata come evoluzione della DBS proposta nel 1972 con motore V8, il modello prese la denominazione “AM V8” dal 1973, anno in cui venne presentata la seconda serie, che introdusse i tratti distintivi dell’Aston Martin V8 fino alla fine della sua produzione nel 1989. Le linee di massima della DBS vennero mantenute, ma la seconda serie dalla V8 si distingueva per i fari circolari singoli di dimensioni maggiori e la griglia frontale che riprendeva il disegno delle classiche calandre Aston Martin.

Lavorazione artigianale. Come tutte le Aston Martin classiche, anche la V8 era realizzata artigianalmente: ogni vettura richiedeva circa 1.200 ore di lavorazione per essere ultimata. All’interno come da tradizione inglese la V8 vedeva un mix di lusso e sportività: l’abitacolo configurato per quattro prevedeva rivestimenti in pelle Connolly, la plancia ripresa dalla DBS era caratterizzata dalla strumentazione circolare “Smiths” con fondo nero. Di serie anche l'impianto di climatizzazione con aria condizionata. Sebbene l’autonomia non fosse propriamente una priorità, il serbatoio dell’Aston Martin V8 era dotato di due bocchettoni. La gamma V8 era composta dalla coupé di base (si fa per dire…) indicata come Saloon e andò completandosi con la Volante e la più performante Vantage. Sullo stesso pianale venne sviluppata anche l’avveniristica ammiraglia Aston Martin Lagonda, presentata nel 1976. I modelli V8 rimasero in produzione fino 1989, sostituiti dalla Virage. La meccanica costantemente affinata ed evoluta della V8 venne utilizzata fino al 2000.

Evoluzione meccanica. La seconda serie dell’Aston Martin V8 venne indicata come “AM V8” per distinguerla dai modelli precedenti, ancora vicini alla DBS. Le varie serie dell’Aston Martin V8 differivano essenzialmente il sistema d'iniezione del carburante. Sulle prime due serie il 5.3 V8 sviluppava 325 CV ed era dotato di un sistema di iniezione meccanica Bosch: questo però si rivelò poco affidabile e non omologabile negli USA dove venivano adottate misure antinquinamento sempre più stringenti. Nel 1973, con la terza serie della V8 vennero quindi adottati quattro classici carburatori doppio corpo Weber (tipo 42 DCNF) che tuttavia fecero segnare un leggero calo della potenza, 314 CV. La potenza scese a 292 CV nel 1976 per poter rispettare i nuovi parametri sulle emissioni. La quarta serie, prodotta dal 1978 al 1985 vide interventi prevalentemente estetici, mentre per le vetture americane ci fu un ulteriore e drastico calo di potenza: 245 CV… La quinta serie indicata come “EFI” (Electronic Fuel Injection) presentata 1985 segnò il ritorno all’iniezione, stavolta di tipo elettronico con un sistema sviluppato in collaborazione tra Weber e Marelli, che consentì un aumento della potenza fino a 320 CV.

Tecnica raffinata. Per quanto riguarda il telaio, l’Aston Martin V8 era dotata di sospensioni anteriori con schema a doppi quadrilateri e barra antirollio mentre al posteriore una raffinata architettura con ponte De Dion a doppi bracci longitudinali e il noto parallelogramma di Watt. Rispetto al modello precedente i dischi dei freni (ventilati) erano di dimensioni maggiori così come i pneumatici. Equipaggiata con un nuovo cambio ZF cinque marce, a partire dalla 4° serie venne dotata di default con il cambio automatico a tre rapporti Torque Flite di origine Chrysler, a richiesta il classico manuale. Questa scelta venne dettata dal fatto che in quegli anni il mercato americano assorbiva gran parte della produzione. Nello stesso anno (1978) debuttò anche la variante cabriolet indicata come “Volante”, il successo fu tale che da quel momento in poi la produzione della V8 si concentrasse su questo modello: le coupé venivano prodotte solo su esplicita commissione del cliente.

A colpo d’occhio. A livello estetico i cambiamenti principali tra le varie generazioni della V8 erano limitate alla presa d’aria sul cofano di dimensioni sempre maggiori fino alla 3° serie e poi chiusa a partire dalla 4° serie, definita “Oscar India”, questa definizione di fantasia le venne data per le lettere OI che accompagnarono la sua presentazione, ma che in realtà significavano October Introduced. Dal 1980 tutte le V8 beneficiarono di un rapporto di compressione aumentato, nuova testata, valvole maggiorate e organi della distribuzione riprogettati: a parità di potenza veniva erogata una coppia maggiore che si tradusse in un consumo (lievemente) minore… La 4° serie segnò anche il ritorno dei preziosi inserti in legno, omaggio al vecchio stile british che davano enfasi alla vocazione lussuosa oltre che sportiva dei modelli Aston Martin.

Muscle car all’inglese. Al vertice della gamma Aston Martin V8 c’era la V8 Vantage, prodotta a partire dal 1977. Il motore venne rivisto in molte componenti: testate, valvole, aspirazione e scarico e la potenza fecero lievitare la potenza fino a 380 CV. Ma dal 1986 grazie alla collaborazione con la Cosworth, la Vantage toccava quota 400 CV, Aston Martin poteva innalzare ulteriormente questo valore fino a 432 CV elevando il rapporto di compressione e adottando uno scarico sportivo. Le velocità massime erano comprese tra i 265 e i 275 km/h. Per gli incontentabili Aston Martin mise a punto anche una configurazione con cilindrata maggiorata a 6,3 litri da 450 CV. Cifre impressionanti tutt’oggi, ma che all’epoca erano fuori dal mondo… Preparatori esterni arrivarono addirittura ad elaborare le Vantage con dei mostruosi V8 da 7 litri. Tutte le V8 Vantage erano equipaggiate con un cambio manuale ZF a cinque marce (eccetto una equipaggiata con il cambio automatico di serie) e dotate di un assetto specifico ribassato con cerchi in lega da 16” e ammortizzatori Koni. La Vantage era riconoscibile per lo spoiler anteriore più pronunciato, la griglia anteriore chiusa con fanali ausiliari incassati, cofano con una vistosa gobba sopra i carburatori, passaruota allargati e uno spoiler posteriore integrato nel portellone.

Il sorpasso della cabrio. Presentata nel 1978 la V8 Volante è stata la prima Aston Martin scoperta dai tempi della DB6 Volante, la cui produzione era stata interrotta nel luglio 1969. Lo sviluppo della V8 aperta iniziò nel 1976 e comportò una serie di interventi per irrigidire la scocca, ciò rese la V8 Volante 70 kg più pesante del modello coupé. Lo stilista Harold Beach riprogettò la parte posteriore: più alta rispetto a quella della coupé e con un cofano bagagli orizzontale. La capote era rivestita Everflex, un materiale plastico che simulava il vinile. Il meccanismo di apertura e chiusura del tetto, a comando elettroidraulico venne progettato da George Mosely, che aveva progettato anche il tetto apribile di un’altra cabrio inglese di gran lusso: la Rolls-Royce Corniche Convertible. Nel corso degli anni L’Aston Martin V8 Volante ricevette le stesse modifiche e gli aggiornamenti tecnici dell’analoga variante a tetto fisso, una delle differenze tecniche riguarda invece la trasmissione: quasi tutte le V8 Volante erano dotate di cambio automatico tanto che la prima cabriolet con cambio manuale non venne costruita prima del 1983. Inizialmente la V8 Volante era prerogativa del mercato americano che assorbiva ¾ della produzione: soltanto nel 1980 i primi clienti britannici potettero godere della guida en plein air a bordo delle loro fiammanti Aston Martin.

Per volere di Sua Maestà. Tra il 1986 e il 1989 venne prodotta anche l’Aston Martin Vantage Volante. In precedenza erano state realizzate sei vetture meccanicamente simili, ma si trattava di “Special Commissions” dei clienti più affezionati (e facoltosi) e non modelli regolarmente disponibili a listino. La Vantage Volante di produzione si differenziava dalla Volante per il bodykit che comprendeva lo spoiler anteriore ancora più pronunciato, passaruota più larghi, minigonne laterali e spoiler posteriore. Dell’Aston Martin Vantage Volante vennero realizzate 192 unità. Nel 1987 il Principe di Galles ordinò una Vantage Volante, ma senza il bodykit: il futuro erede al trono preferiva non dare troppo nell’occhio... Questo modello divenne noto come "Prince of Wales Spec" (o PoW) e si calcola che furono realizzate altre 26 vetture con queste specifiche, oggi considerate le più desiderabili tra i vari modelli della famiglia Aston Martin V8.

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