Finali Mondiali Ferrari 2024: parata di Cavallini - Ruoteclassiche
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22/10/2024 | di Andrea Stassano
Finali Mondiali Ferrari 2024: parata di Cavallini
Alla festa di Imola c’era anche una favolosa collezione di rosse da corsa. Dalle barchette di fine anni 40 alle F.1 dagli anni 70 ai “2000”, con tutte le regine di Schumacher
22/10/2024 | di Andrea Stassano

Nella splendida cornice delle Finali Mondiali Ferrari, andate in scena all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, oltre al super spettacolo in pista, abbiamo avuto modo di ammirare pure la magnifica collezione di Cavallini da corsa d’epoca. Ormai un “classico” in questo tipo di eventi.

Museo nel paddock. In particolare, nell’“Area display”, aperta al pubblico, le più rappresentate sono state le monoposto di F.1 e le vetture Sport prototipo, dal 1948 ai tempi più recenti, con ampia presenza delle “single-seater” degli anni ’80, ’90 e 2000. Vediamole più da vicino.

Show nello show. In effetti, l’infilata delle Rosse storiche da corsa nella zona espositiva è stata da togliere il fiato, come si può ben vedere nella nostra gallery. Decine di vetture, dalle “dopoguerra”, come la 166 MM del 1948, alla 250 GTO del 1962, passando per la dalla 308 GTB Gruppo 4 (1982), fino alla 296 Challenge che ha debuttato nel trofeo monomarca nel 2024. Difficile scegliere e soffermarsi di più su una, perché subito “chiamava” un’altra. Ci proviamo.

La “divina”. Una selezione che ha portato a esporre, in mezzo a tanti pezzi milionari, la bellissima (e piccola, se rapportata alle hypercar di oggi) Ferrari 330 P4: il prototipo capace di vincere la 24 Ore di Daytona 1967 con il famoso in arrivo in parata a tre vetture. Tra le monoposto anni ’70, spiccava la 312 B3 detta “Spazzaneve” del ’73, “laboratorio” per le vetture vincenti del periodo 1974-77 con la coppia Lauda-Regazzoni. Si continuava poi con la 126 CK turbo (1981) pilotata da Gilles Villeneuve, insieme alla veloce e sfortunata 126 C2 dell’anno seguente, per arrivare alla F.1-87/88C (1988) della fine dell’era turbo. Pezzo notevole, la F1-89 (1989), creata da John Barnard, dotata del V12 aspirato e del primo cambio sequenziale della storia della F.1, con comandi al volante.

L’era Schumi e... Indimenticabile, il campione tedesco, con i suoi cinque mondiali Piloti conquistati di seguito in rosso. E quel periodo era ottimamente rappresentato, con tutte le sue monoposto: F1-2000, F2001, F2002, F2003 GA ed F2004, che chiude il ciclo incredibile dell’asso di Kerpen. Compiendo un salto ai giorni nostri, non si può non citare le due regine hypercar 499P, ancora nella patina “sporca” e gloriosa del fine-gara, che hanno conquistato la 24 Ore di Le Mans quest’anno (con la numero 50) e nel 2023 (con la 51). Un’accoppiata “storica”.

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