Audi TT 3.2 V6 quattro: sei ottimi motivi per desiderarla - Ruoteclassiche
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11/12/2024 | di Andrea Paoletti
Audi TT 3.2 V6 quattro: sei ottimi motivi per desiderarla
Spinta dallo stesso motore della Golf R32, dotata di cambio Dsg e offerta anche con una colorazione sgargiante, ha fascino da vendere
11/12/2024 | di Andrea Paoletti

Meglio un motore turbo o un aspirato di grossa cilindrata? Tra gli appassionati il dibattito è aperto dalla notte dei tempi e per gli americani la risposta è semplice: ovvero “there’s no replacement for displacement”, ovvero del tipo “niente può sostituire la cubatura”. Probabilmente, anche gli ingegneri tedeschi dell’Audi, dopo aver sfornato la TT con un grintoso quattro cilindri turbocompresso, pensarono che un aspirato di grande cilindrata poteva essere un’idea stuzzicante.

Sound inebriante. Ecco così che, nel 2003 venne introdotta la TT 3.2 V6 quattro, spinta dallo stesso sei cilindri da 3.189 cm³ della Golf IV R32, qui con 250 CV. L’abbinata tra la trazione integrale e il cambio a doppia frizione Dsg si traduceva in uno scatto fulmineo sullo 0-100, coperto in 6,3 secondi e una velocità massima di 250 km/h. Ma era soprattutto la bella colonna sonora proveniente dagli scarichi a elevare di molto il livello delle emozioni alla guida. Il pedale dell’acceleratore sempre pronto a trasferire coppia a profusione, soprattutto ai bassi regimi, offriva sensazioni notevoli e rendeva questa versione della TT decisamente diversa dalle altre.

Griglie sportive traforate. Esternamente la TT 3.2 V6 si distingueva principalmente per il frontale, con le prese d’aria sotto il paraurti dal disegno diverso e le griglie traforate ai lati, mentre in coda spiccava lo spoiler nero e un inserto per smaltire il calore tra i due scarichi realizzato nello stesso stile di quelle anteriori. I cerchi di lega, che riprendevano nel design quelli iniziali (ormai diventati un classico), sono di dimensioni maggiori, da 17 pollici, abbinati a pneumatici 225/45, disponibili anche nella misura 225/40 da 18”. Per questioni di spazio - il V6 aveva maggiori ingombri rispetto ai quattro cilindri -, ma anche per redistribuire meglio il peso, la batteria venne spostata nella parte sinistra del baule. Nell’abitacolo, invece, si notavano principalmente il selettore del cambio Dsg con relativi paddle al volante e gli ottimi sedili dalla sagomatura pronunciata.

Dsg veloce, ma non sportivissimo. Proprio la scelta iniziale di adottare esclusivamente il cambio Dsg al tempo lasciò un po' delusi i fan del manuale, ma la frizione a due dischi controllata in modo elettro-idraulico si dimostrò molto efficace. Il sistema, preselezionando la marcia, permetteva di effettuare la cambiata sotto carico dell’acceleratore, con il risultato di mantenere un flusso di potenza continuo e di avere passaggi fluidi e più veloci. Dal 2004 venne comunque offerto anche il 6 marce manuale. Non mancarono inoltre affinamenti alla ciclistica, come per esempio barre antirollio maggiorate e diverse regolazioni di molle e ammortizzatori, oltre alla presenza di sistemi come Esp/Asr e Abs con assistenza alla frenata integrata.

Destinata ad apprezzarsi. Non c’è dubbio che la TT 3.2 V6 quattro sia, a livello collezionistico, molto interessante: sebbene meno rara della Turbo Quattro Sport (e anche meno performante), si riscatta ampiamente per le emozioni che regala il sei cilindri. Se poi la si riesce a trovare di color Papaya Orange, allora si è fatto bingo: con quotazioni attualmente tra i 18 e i 27 mila euro, si può stare certi che il valore di queste vetture andrà aumentando col tempo.

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