Piccolo vademecum con le caratteristiche più importanti e le tappe più significative della genealogia dell'immortale 911 Turbo: da 3 litri, un turbo, 4 marce e 265 CV del 1975 al tripudio di tecnologia di oggi (540 CV, 2 turbo, trazione integrale, asse posteriore sterzante, cambio a doppia frizione, aerodinamica attiva e molto altro).
Porsche ha annunciato il nuovo Model Year 2016 della 911 ammiraglia, l’iconica Turbo. La nuova generazione, che sarà presentata al Salone di Detroit 2016, è un’evoluzione dell’attuale versione, progetto 991, e presenta poche modifiche, limitate a un leggero restyling e a un aggiornamento meccanico che porta qualche cavallo in più.
La storia della 911 Turbo inizia nell’ormai lontano 1975 quando, per la prima volta, un’auto stradale riceve un potenziamento mediante turbocompressore, secondo l’elevata cultura acquisita da Porsche sul campo con i modelli da corsa (917/30 per la serie Can-Am e 911 Turbo RSR 2.1). Da quel primo modello l’evoluzione è stata instancabile verso livelli sempre più elevati di potenza e prestazioni ma, in pieno spirito Porsche, anche di sfruttabilità, guidabilità, comfort e affidabilità.
1975: nasce la Turbo 3.0
Al Salone di Parigi del 1974 viene presentata la Serie H, corrispondente ai modelli 911 (2,7 litri, 150 CV), 911 S (2,7 litri, 175 CV) , 911 Carrera 2,7 (210 CV) e 911 Turbo 3.0. Prima auto stradale al mondo con un compressore a gas di scarico, la Turbo è disponibile solo con carrozzeria coupé. Il 6 cilindri boxer da 2994 cm³, montato in posizione posteriore a sbalzo, è equipaggiato con un turbo KKK e sviluppa 260 CV per una punta massima di 250 km/h. Il cambio ha solo 4 rapporti, in luogo di 5, a causa della maggiorazione degli ingranaggi per resistere alla coppia del motore. La carrozzeria si riconosce per i larghi passaruota (con ruote anteriori da 7Jx15 e posteriori da 8Jx15) e il gigantesco alettone posteriore con funzione di convogliamento dell’aria di aspirazione e di schiacciamento a terra della coda per migliorare la stabilità. Di serie: vetri elettrici, lavafari, fendinebbia, tergi posteriore.
1977: da 3 a 3,3 litri, da 265 a 300 cavalli
La cilindrata del motore Turbo cresce da 2994 a 3299 cm³ (tipo 930/60) e viene aggiunto un grande scambiatore di calore aria/aria (che esige uno spoiler posteriore più grande) che immette nel circuito di sovralimentazione aria più fresca e, quindi, più efficace dal punto di vista termodinamico. La potenza della 911 Turbo, nome di progetto 930, cresce a 300 CV, per 260 km/h di velocità e accelerazione 0-100 in circa 5”. Esteticamente si riconosce per l'ala differente e per il doppio scarico gemellato.
1983: stessa potenza ma più coppia
La Turbo riceve il motore 930/66, leggermente aggiornato rispetto all’unità precedente: con la revisione della termodinamica del motore (nuova alimentazione, nuova accensione), la Turbo riceve un’iniezione di coppia (da 412 a 430 Nm) e beneficia di una significativa riduzione dei consumi (da 15,3 a 11, 8 l/100 km).
1984: 911 Turbo S (e Turbolook)
Contemporaneamente all’introduzione della 911 Carrera 3.2, anche la Turbo viene aggiornata, con interni più moderni. Poiché, d’altro canto, la Turbo non viene più esportata sul mercato americano, Porsche rende disponibile con il l’opzione M491, la Carrera in versione Turbolook: carrozzeria, sospensioni, freni, ruote e pneumatici sono quelli della Turbo ma il propulsore è l’aspirato “normale” da 3,2 litri con 231 CV (217 in America per effetto del catalizzatore).
1986, Programma G: Turbo 3.3 Targa e 3.3 Cabriolet
Mentre ricomincia l’importazione sul mercato americano, per offrirsi a una platea di clienti ancora più vasta, Porsche decide per le versioni con capote in tela (a comando elettrico) o con tetto rigido asportabile. Potenza e prestazioni sono immutate. Tutte le versioni sovralimentate vengono equipaggiate con ruote posteriori più grandi e pneumatici maggiorati: da 225/50 VR 16 si passa a 245/45 VR 16. Per i porschisti più indiavolati è disponibile un kit di potenziamento che trasforma il motore in tipo 930/66 S: la potenza sale ancora a quota 330 CV e la velocità massima a 275 km/h. Si riconosce per l’aggiunta di un secondo doppio scarico in coda. Volendo è possibile acquistare anche un pacchetto di modifiche estetiche con muso piatto e fari a scomparsa, minigonne prominenti e generose aperture per l’ingresso d’aria sui parafanghi posteriori.
1989, Programma K: Porsche 911 Turbo 3.3 “5 marce”
Nell’ultimo anno di produzione, la 911 Turbo 3.3 raggiunge il massimo sviluppo e adotta il cambio a 5 marce tipo G50 (che aveva debuttato sulla Carrera 3.2 nel 1986 in sostituzione del vecchio Tipo 915). Vengono montate anche barre antirollio maggiorate e una nuova frizione idraulica. Tra gli accessori figura anche l’ABS.
1991, Programma M: Porsche 964 Turbo 3.3
Trascorsi ben due anni senza la Turbo in listino, nel 1991 viene presentato il nuovo modello nell'ambito della famiglia 964. Stilisticamente adotta una forma decisamente più moderna, cui si applicano i principi formali della nuova 911 Carrera 4 (con quattro ruote motrici) che ha debuttato nel 1989. Il motore, tipo M30/69, è una versione aggiornata del precedente 930/60: la cilindrata è la stessa, 3299 cm³, ma per effetto degli aggiornamenti (tra cui turbo maggiorato e catalizzatore a tre vie) la potenza è di 320 CV a 5750 giri, con ben 450 Nm di coppia massima a 4.500 giri (con cambio a 5 marce). La carrozzeria è disponibile solo in versione coupé. Monta nuovi cerchi in lega da 17” con gomme anteriori 205/50 ZR 17 e posteriori 255/40 ZR 17. Di serie: clima automatico, airbag anteriori, computer di bordo, ABS.
1992, Programma P: Porsche 964 Turbo S 3.3
Al Salone di Ginevra appare la Turbo S, l'unione di 911 Turbo e di Carrera 2 RS (versione alleggerita della Carrera 2 e ispirata alla gloriosa Carrera RS 2.7 del '73): la Turbo S è una versione per le corse con motore (M30/69S) potenziato a 381 CV, assetto ultra-sportivo e interni spogliati (arredamento semplificato, sedili a guscio, volante senza airbag, niente climatizzatore, niente servosterzo, materiale fonoassorbente risicato). 80 esemplari vengono venduti come stradali. Si riconosce per i cerchi da 18” scomponibili, le prese d’aria sui parafanghi posteriori, lo spoiler posteriore modificato. Grazie a soli 1280 kg (contro 1.470 di una Turbo normale) di peso scatta sullo 0-100 in 4”7 e raggiunge 290 km/h.
1993, Programma R: Porsche 964 Turbo 3.6 e Turbo S Exclusive
Nel gennaio 1993 la Turbo cresce da 3,3 a 3,6 litri (360 CV, 280 km/h, 0-100 in 4”8). La carrozzeria si differenzia dalla Turbo 3.3 per le ruote scomponibili in lega da 18” (con pneumatici posteriori da 265/35) e per il paraurti posteriore senza labbro superiore (lo stesso della Carrera RS). Su questa meccanica viene prodotta una serie limitata (circa 90 esemplari, in varie configurazioni di carrozzeria a seconda dei mercati), della 964 Turbo S. È una Turbo full optional con motore potenziato a 385 e caratterizzata per il muso piatto (alternativamente con fari a scomparsa o a filo della carrozzeria, tipo 928; è escluso il mercato americano dove il frontale è standard), prese d’aria sui parafanghi posteriori (con piccole aperture o grandi bocche dotate di lame orizzontali) e alettone posteriore ancora più esagerato. La Turbo della famiglia 964 andrà in pensione senza aver proposto una versione Targa, né la Cabriolet (a meno di considerare un manipolo di esemplari costruiti su misura come ordini speciali ma praticamente esclusi dalle statistiche ufficiali).
1995: Porsche 993 Turbo e 993 GT2
La primavera del 1995 vede il debutto della nuova 911 Turbo su base Porsche 993 e si tratta di un modello che rivoluziona la filosofia di quest'auto dopo vent'anni: motore (Tipo M64/60) con 2 turbocompressori di piccole dimensioni per ridurre le inerzie (408 CV, 540 Nm, 0-100 in 4”5, 290 km/h), trazione integrale permanente della Carrera 4, nuovo cambio a 6 marce, ruote da 18” con razze cave. Col tempo si inseriscono a catalogo due kit di potenziamento, in base ai quali il propulsore viene “ripunzonato” M64/60R (430 CV) o M64/60S (450 CV). Delle due, l'unità R viene introdotta nella Turbo alleggerita, la 993 GT2 (solo con trazione posteriore): si riconosce per parafanghi rivettati, enorme ala biplano, ruote da 18” scomponibili. Pesa meno di 1300 kg (contro i 1500 di una Turbo). Nel 1998 la GT2 viene aggiornata con il motore S, ancora più potente.
1997: Porsche 993 Turbo S
Riprendendo l’impostazione della 964 Turbo 3.6 e lasciando alla GT2 il compito di incarnare lo spirito di una Turbo alleggerita e furiosa (vanto della Turbo S 3.3), la nuova 993 Turbo S altro non è se non una versione full optional. Presenta il frontale con labbro inferiore pronunciato, pinze freno di colore giallo, prese d’aria sui parafanghi posteriori e ala posteriore modificata. All’interno è personalizzata con numerosi particolari in fibra di carbonio. La potenza massima è di 450 CV, la produzione molto esigua: appena 160 esemplari in tutto il mondo. Anche in questo caso, Porsche non offrì mai ufficialmente una 993 Turbo Targa o Cabriolet. Nell’ultimo caso, tuttavia, è stata fatta un’eccezione: circa 10 esemplari di 993 Turbo Cabrio ma equipaggiati con il motore “mono-Turbo” della 964.
1999: Porsche 996 Turbo.
La denominazione delle serie passa dalle lettere ai numeri. Nella Serie 1, sulla meccanica della nuovissima Porsche 996, prima 911 con motore raffreddato ad acqua, nasce la 996 Turbo. Il motore (Tipo M96/70) utilizza pezzi del propulsore della 911 GT1 che ha vinto la 24 Ore di Le Mans del ’98 (progettato da Hans Mezger): due turbo, inedita distribuzione bialbero, 24 valvole, fasatura variabile Vario Cam Plus, lubrificazione a carter secco. Eroga 420 CV (0-100 in 4”2, 305 km/h). L’assetto è ribassato di 30 mm rispetto alla Carrera. Al cambio a 6 marce e alla trazione integrale di serie si può abbinare, novità assoluta, l’automatico Tiptronic S. La Turbo ha freni più potenti della Carrera ma, a richiesta, si possono installare nuovissimi dischi in carboceramica.
A uno stadio superiore si posiziona la nuova 911 GT2, più “stradale” della 993 GT2 ma non meno estrema: 462 CV (poi aumentati a 483), solo trazione posteriore, solo cambio manuale, freni in carboceramica di serie, 0-100 in 4”1, 315 km/h. Esteticamente è ancora più vistosa rispetto alla Turbo con assetto ribassato ancora di 20 mm e grandi superfici alari con funzione aerodinamica. Nel 2004 ritorna la Turbo Cabriolet e, nello stesso tempo, viene proposta la nuova Turbo S con motore potenziato a 450 CV (anch’essa in versione scoperta) e un allestimento ancora più ricco.
Dal 2006: 997 Turbo MK1, 997 Turbo MK2, 991 Turbo MK1
Al Salone di Ginevra del marzo 2006, nell'ambito della linea di modello 911-997, debutta la 997 Turbo da 480 CV e 620 Nm (tipo M97/70, derivato dal motore precedente), dotata di trazione integrale migliorata (nuova frizione elettromagnetica che lavora come un differenziale centrale) e motore biturbo con due turbine a geometria variabile. Monta di serie il cambio a 6 marce oppure il Tiptronic S a 5 che, per la prima volta, consente prestazioni ancora migliori rispetto alla manuale (3”7 sullo 0-100 contro 3”9, 12”2 sullo 0-200 contro 12”8). La Turbo monta grandi ruote da 19” con pneumatici anteriori da 235/35 e posteriori da 305/30. L’ala posteriore è dotata di una superficie mobile che crea una configurazione “biplano”; si solleva di 65 mm oltre 120 km/h. La 997 Turbo Cabriolet riprende tutte le caratteristiche della Coupé, scontando un aggravio di peso contenuto in 70 kg a causa del necessario irrobustimento della scocca. Scatta da 0 a 100 in 4” con il cambio manuale e 3”9 con il Tiptronic. Raggiunge 310 km/h. La GT2 (M97/70 S), versione di punta della gamma 997, utilizza il motore turbo ma con turbine maggiorate e con pressione più elevata che elevano la potenza a 530 CV. La 997 Turbo MK1 non viene proposta anche come Turbo S.
A fine 2009 ecco la 997 Turbo MK2 (motore A91). Il concetto cambia radicalmente: al fine di proporre, analogamente alla gamma Carrera, un motore a iniezione diretta, la Casa Madre decide di non sviluppare l’unità M97/70 della Turbo MK1 ma di utilizzare il 6 cilindri 3.8 della Carrera S (carter umido) e di dotarlo di due turbocompressori. La sua mostruosa potenza di 500 CV è trasmessa al nuovo cambio PDK (a doppia frizione) e alla trazione integrale. A richiesta è disponibile il Porsche Torque Vectoring, PTV, un dispositivo elettronico di ripartizione variabile della coppia all’asse posteriore che migliora la dinamicità, specialmente in curva. Al Salone di Ginevra del mese di marzo le si affianca la Turbo S (Coupé e Cabrio) con 530 CV e 700 Nm con PTV e freni in ceramica di serie. In primavera arriva la GT2 RS (solo 500 esemplari), un mix tra GT2 e GT3 RS (la più estrema delle 911 aspirate, erede delle Carrera RS). Il boxer biturbo (derivato dal motore M97/70 S) arriva al nuovo limite di 620 CV e 700 Nm; pesa 1370 kg, 70 in meno rispetto alla 997 GT2, accelera sullo 0-300 in 28”9 e si spinge fino a 330 km/h.
All’inizio di maggio del 2013, come modello di punta della rinnovata Porsche 991, Stoccarda lancia contemporaneamente 991 Turbo e Turbo S MK1 con motore boxer 3.8 "drogato" con due turbine e potenza di 520 (0-100 in 3”2) e 560 CV (0-100 in 3”1). Di serie il cambio PDK e trazione integrale.
Alvise-Marco Seno