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20/05/2016 | di Redazione Ruoteclassiche
Villa d’Este 2016: la sorpresa di Lopresto e le altre concorrenti
Metà ripristinata e metà arrugginita, ecco in anteprima la vettura che il noto collezionista italiano presenterà domani al più prestigioso concorso di eleganza italiano. Una provocazione destinata a fare clamore. A fondo pagina l’elenco delle auto e delle moto ammesse. Mai prima d’ora in un concorso d’eleganza automobilistico, nemmeno nel più periferico, si era visto […]
20/05/2016 | di Redazione Ruoteclassiche

Metà ripristinata e metà arrugginita, ecco in anteprima la vettura che il noto collezionista italiano presenterà domani al più prestigioso concorso di eleganza italiano. Una provocazione destinata a fare clamore. A fondo pagina l'elenco delle auto e delle moto ammesse.

Mai prima d’ora in un concorso d’eleganza automobilistico, nemmeno nel più periferico, si era visto qualcosa di simile: un’auto divisa perfettamente in due parti uguali, una ripulita alla meglio dalla ruggine e dalla polvere; l’altra con ancora la pelle segnata dall’incuranza, così come è stata ridotta da decenni di intemperie prima di essere riportata in Italia. Corrado Lopresto l’ha presentata a Milano alla presenza di Ercole Spada con un vernissage nello show room dello storico lanificio biellese Vitale Barberis Canonico, in anticipo di qualche giorno rispetto alla passerella di Villa d’Este.  

Una vettura che rappresenta una anomalia storica per un concorso di eleganza, soprattutto in un appuntamento di prestigio internazionale come quello che si tiene tra un paio di giorni (sabato 20 e domenica 21 maggio) sulla sponda sinistra del lago di Como. Ma anche una scelta coraggiosa da parte della giuria destinata ad avere un forte clamore internazionale. Anche perché non si tratta di una vettura soltanto bella, ma di una scoperta per certi versi sensazionale: si tratta infatti del prototipo della Giulietta SZ Codatronca, la prima delle SZ Codatronca costruite da Zagato su disegno di Ercole Spada.

“La conferma viene dal numero di telaio, il 170, che nella storia di questo modello indica il prototipo della Codatronca” dice Corrado Lopresto, il noto collezionista italiano non nuovo a scoperte clamorose, “La vettura è stata poi venduta da Zagato ad Albino Buticchi, che nel 1972 diventerà presidente del Milan, e nel 1965 ha preso la strada degli Usa, dove è rimasta fino a oggi”. Proprio dagli Usa è arrivata la segnalazione a Lopresto della sua esistenza. “La sorpresa è stata tanta quando mi sono accorto che all’interno c’erano i lamierini leggerissimi che sostenevano la struttura della coda tronca originale” dice il pluripremiato collezionista, “La fortuna ha voluto che questa vettura non abbia più corso, che non sia mai stata incidentata e nemmeno sottoposta a interventi di ripristino”.

È stata infatti questa rara condizione di originalità  a suggerirgli l’idea di lasciarla così come l’ha trovata: “Una provocazione verso chi non ha rispetto per l’originalità storica e restaura le vetture secondo i propri gusti, come spesso avviene, per esempio, nei concorsi di eleganza americani dove il restauro segue scelte personali” dice Lopresto, noto per essere uno dei pochi appassionati ad aver fatto del restauro conservativo una propria filosofia collezionistica, “Chi mi conosce sa che cerco sempre di conservare qualsiasi traccia di originalità e di riprodurre solo ciò che è stato perso”.

Le foto di questo servizio mostrano bene gli interventi di pulitura e di ripristino a cui è stata sottoposta una metà della SZ Codatronca, con l’uso di strumenti come le siringhe per applicare del silicone nelle parti dove la vernice rischiava di staccarsi. “Siamo intervenuti solo nelle parti mancanti” dice Lopresto, “Abbiamo trovato la vernice originale, abbiamo mantenuto anche il plexiglas originale, quello sottilissimo degli anni 60, ben diverso da quello attuale, più grosso e più rozzo. Abbiamo salvato anche gli interni, ricucendo gli strappi e imbottendo di nuovo i cuscini da sotto. Insomma, l’abbiamo trattata come se fosse la Monnalisa”.

Quanto alla vettura, è lo stesso Ercole Spada a confermare l’originalità della vettura grazie alla presenza di alcuni dettagli che solo chi l’ha costruita conosce. L’idea di troncare la coda gli venne nel 1961, all’età di 24 anni, a un anno dall’assunzione in Zagato. “Dopo vari tentativi per migliorare l’aerodinamica della Giulietta decidemmo, d’accordo con Elio Zagato, di allungare la carrozzeria” racconta nei suoi appunti Ercole Spada, “L’intervento allungava sia la coda sia il frontale. Queste nuove appendici venivano avvitate direttamente sulla carrozzeria esistente.

Le provavamo percorrendo l’autostrada Milano-Bergamo: Elio al volante, io a fianco con il cronometro per prendere i tempi di percorrenza. Tornavamo poi al punto di partenza, cambiavamo le carenature e ripercorrendo lo stesso tragitto controllavamo la differenza. Era un sistema empirico ma efficace. Non avendo allora una galleria del vento e nemmeno un cronometraggio elettronico, con questo sistema potevamo conoscere immediatamente il valore della modifica. Provai altri profili, fino a quando capimmo che per ottenere un incremento decisivo della velocità bisognava allungare molto il posteriore.

Decidemmo quindi di sperimentare la teoria del professor Kamm, un esperto di aerodinamica, e di troncare quindi di netto la coda lunga. Il vantaggio in termini di velocità fu immediato. Il 29 giugno la nuova SZ debuttò a Monza guidata da Elio Zagato e vinse la gara”.

La stessa Giulietta SZ Codatronca che ora i giudici del Concorso d’Eleganza di Villa d’Este dovranno giudicare. Viste le condizioni in cui si trova è difficile che vinca il “Best in show”, ma il premio di regina del concorso sembra già assegnato.
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Gilberto Milano

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