La casa d'aste canadese ha iniziato la marcia di "avvicinamento" all'appuntamento fissato per la seconda metà di agosto nei giorni del Concorso di Pebble Beach. Sulle rive del Pacifico andranno all'asta due pezzi di straordinario valore collezionistico: la Jaguar D Type vincitrice della 24 Ore di Le Mans '56 e una rara Ferrari 248/268 SP del '62 pilotata dalle migliori "teste di serie" del periodo.
L'atteso appuntamento con l'asta di RM Sotheby's a Monterey durante la Pebble Beach week (19 - 20 agosto) sta prendendo corpo. L'elenco dei lotti presenta già alcune vetture da collezione ad elevato effetto "Wow". Tra proposte "multiple" sul tema della Ford GT40, della Shleby Cobra o della prezzemolina Bugatti Veyron spiccano due prime donne che alimenteranno, senza dubbio, i rilanci più forsennati fino a inanellare nuovi record di aggiudicazione: da un lato un esemplare molto speciale di un'icona della produzione sportiva Jaguar; dall'altro una primizia della migliore genealogia delle Ferrari da corsa.
D TYPE: LA VINCITRICE DI LE MANS
Il 28 luglio 1956 fu un giorno come tanti nel mondo. Ma nell'universo automobilistico fu un'altra giornata memorabile sull'asfalto rovente di un circuito. Alle 4 del pomeriggio partì la 24 Ore di Le Mans. Ferrari, Aston Martin, Jaguar, Talbot, Porsche, Lotus si daranno battaglia per 24 ore con il coraggio e l'impeto di indomiti cavalieri che ne difenderanno il vessillo: De Portago, Trintignant, Gendebien, Von Trips, Hill, Maglioli, Behra, Fangio, e Castellotti.
Tra le contendenti anche una Jaguar D Type in un elegante colore blu scuro con croce di Sant'Andrea bianca, la "divisa" del team Ecurie Ecosse, affidata a Ron Flockhart e Ninian Sanderson. Il loro destriero era la miglior vettura mai progettata e costruita dal Giaguaro. La C Type, che all'edizione '53 della corsa aveva quasi dominato il podio (prima, seconda e quarta), aveva raggiunto il suo limite. La nuova D Type, telaio e carrozzeria solidali per una maggiore rigidità, motore 6 cilindri in linea 3.4 con tre enormi Weber, carter secco per abbassare il baricentro e prestazioni mozzafiato (272 km/h raggiunti in prova sull'ancora "vergine" rettilineo Mulsanne) si candidava come una delle peggiori avversarie di sempre.
Il telaio XKD 501, primo esemplare "clienti" dell'annata '55, era stata acquistata dall'Ecurie Ecosse. Fu danneggiata durante le prove per la 24 Ore di Le Mans, riportata in fabbrica per riparazioni ma messa da parte per dare spazio alle tre vetture ufficiali che presero parte a quella tragica edizione (vinta proprio da una D Type). Rimessa in sesto, la 501 partecipò ad alcune gare nazionali con buoni risultati. Nel '56 fu aggiornata con un nuovo parabrezza integrale e con il motore n. 2036-9 proveniente dall'esemplare con telaio XKD 561. Dopo alcuni impegni a inizio stagione, si presentò sulla Sarthe ai primi di luglio (la data della 24 Ore era stata spostata per permettere il completamento di indispensabili lavori di messa in sicurezza del circuito, per piloti e spettatori) insieme con tre esemplari ufficiali Long Nose (per l'occasione "caricati" con alimentazione a iniezione) e uno dell'Equipe Nationale Belge.
La storia della corsa si risolse in un'ora: dopo 30 minuti due delle D Type ufficiali furono messe fuori gioco e la terza palesava problemi. Questo aprì la strada al trionfo della 501, che prese la testa della corsa alle 5 del pomeriggio senza più essere raggiunta da Stirling Moss e Peter Collins, secondi al traguardo, con l'Aston Martin DB3 S. Al terzo posto la Ferrari 625 LM di Trintignant e Gendebien, indietro di 7 giri.
La XKD 501 corse ancora: nel '57 alla Mille Miglia (Ron Flockhart dovette ritirarsi), nel '58 ad Aintree e nel 1960 a Silverstone e a Charterhall.
FERRARI 248/268 SP
Nata come 248 SP, è una vettura molto rara nella stirpe delle Rosse da competizione: è una di sole cinque costruite e una di sole due equipaggiate con un motore 8 cilindri da 2,6 litri. Fu presentata da Enzo Ferrari alla stampa sportiva il 24 febbraio del '62 nella sede di Maranello e poco dopo aggiornata in 268 SP. Dopo l'esordio (negativo) alla 24 Ore di Le Mans con Baghetti/Scarfiotti (rottura del cambio) fu esportata negli Stati Uniti e venduta alla Nart di Luigi Chinetti che la fece correre a Nassau (8° assoluta, terza di classe) e successivamente a un certo John "Buck" Fulp. Quindi nuovamente a Chinetti e poi a Tom O'Brien che la schierò in gara per tutto il '64.
Dopo ulteriori passaggi, nel 1969 entrò nella collezione Mas du Clos, dove rimase per i successivi ventisette anni. L'ultimo proprietario risulta Bernie Carl, che nel 2011 l'ha portata in Italia al concorso d'eleganza Unique Special Ones a Firenze.
Alvise-Marco Seno