Un mostra fotografica sulla storica filiale romana dell'Alfa Romeo - Ruoteclassiche
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26/11/2018 | di Luigi Giuliani
Un mostra fotografica sulla storica filiale romana dell’Alfa Romeo
Alfa Romeo e Città Eterna: un rapporto intenso che sarà ricordato all'Università Roma Tre con una mostra fotografica sulla storica filiale della città.
26/11/2018 | di Luigi Giuliani

Alfa Romeo e Città Eterna: un rapporto intenso che sarà ricordato all'Università di Roma Tre con una mostra fotografica sulla filiale del Biscione.

La filiale all'università. Il 28 novembre 2018, alle ore 11,00, presso la Scuola Lettere Filosofia Lingue dell’Università degli Studi Roma Tre di via Ostiense 234, verrà inaugurata una mostra permanente con foto d’epoca, per ricordare i quasi sessant’anni d'intenso lavoro degli uomini Alfa Romeo di Roma e per rendere omaggio a tutto il capitale umano che ha dato lustro al glorioso marchio del Biscione. La Scuola Lettere Filosofia Lingue dell’Università degli Studi Roma Tre è ospitata in un grande fabbricato del quartiere Ostiense, che dal 1936 fino ai primi anni 90 è stato la sede ufficiale dell’Alfa Romeo nella capitale.

Le origini. Tutto inizia nel 1933, quando l'Alfa Romeo passa sotto il controllo statale dell'Iri e due anni dopo viene militarizzata per gli impegni bellici delle campagne di Spagna e di Etiopia. La produzione di allora è incentrata soprattutto sui motori aeronautici e sugli autocarri per l’esercito. In quel periodo, l’Alfa acquista un terreno a Roma per realizzare una sede ufficiale per la riparazione di auto, bus e autocarri destinati alle forze armate. La filiale, realizzata alla fine del 1936 su di un’area di 10.000 metri quadrati, è costituita da una grande officina, sulla cui parete di fondo campeggia la scritta: “Quelli che io preferisco, sono quelli che lavorano in silenzio, secco, duro e sodo. Mussolini”. Dopo la guerra, l’Alfa si dedica alla costruzione di vetture in serie, prima con la 1900 poi con la Giulietta, per la quale abbina produzione su vasta scala e alta tecnologia. Per tutti gli anni 50, la filiale vende veicoli e motori industriali, autobus e cura l’assistenza di tutta la produzione Alfa. In via Ostiense 236 entrano i veicoli dei ministeri, delle Forze dell’Ordine e le bisarche cariche di veicoli nuovi, destinati a tutti i concessionari del Centro Italia.

L'Alfa vince. Fino alla metà degli anni 50, nell’officina della filiale si preparano e si assistono in gara le 1900 Ti e Ti Super di valenti piloti locali, come Sergio Bettoja, Giuseppe Musso, fratello del celebre Luigi e Guido Cestelli Guidi, che corsero con successo anche alla Mille Miglia e alla Targa Florio. Per la Mille Miglia, i meccanici della filiale assistono tutte le Alfa che transitano a Roma, comprese quelle ufficiali condotte da Fangio, Kling e Sanesi. E nell’officina si potenziano anche i motori delle “Pantere”, le 1900 della Polizia, con le specifiche dal Reparto esperienze del Portello. Dopo le Giulietta, è la volta delle Giulia. Così nel 1961 iniziano i lavori di ampliamento del fabbricato. Il progettista, Emilio Isotta, appartenente alla famiglia che ha dato il nome a celebri vetture, realizza un complesso moderno e originale, con la struttura circolare dell’ampio salone vetrato con lucernario, che ricorda il vicino Palazzo dello Sport di Nervi.

Roma Tre. Purtroppo, con l’avvento della crisi petrolifera dai primi anni 70, inizia il lento declino della Casa del Biscione e nel 1986 l'Iri vende il gruppo Alfa Romeo alla Fiat. Da Torino si riorganizza il lavoro e nei primi anni 90 parte la ristrutturazione della filiale. Durante i lavori, la Fiat cambia idea e vende tutto alla nuova Università di Roma Tre. Dal 2001, quel fabbricato riadattato per la nuova destinazione ospita la Scuola Lettere Filosofia Lingue: ora, nella zona dell’ex officina sono sistemate le aule e la grande sala di lettura della biblioteca, mentre nella struttura circolare viene ricavata un’aula magna che può contenere 500 posti a sedere per grandi eventi. La ristrutturazione cancella purtroppo tutti i ricordi delle attività del passato. Ma, dopo quasi vent’anni, si sta ritornando ai ripari.

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