Addio Hans Mezger, l'ingegnere che rese grande la Porsche - Ruoteclassiche
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11/06/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla
Addio Hans Mezger, l’ingegnere che rese grande la Porsche
Ci lascia Hans Mezger, uno dei più importanti progettisti dell'automobile: progettò il 6 cilindri boxer della Porsche 911, la 917 e seguì lo sviluppo delle principali Porsche da competizione.
11/06/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla

Porsche AG e il mondo dell’automotive piangono la scomparsa di Hans Mezger. Il leggendario ingegnere tedesco è morto ieri 10 giugno 2020 all'età di 90 anni.

Hans Mezger è stato uno dei progettisti più importanti del panorama automobilistico: inventore del motore boxer a sei cilindri raffreddato ad aria della Porsche 911, è stato responsabile del progetto 917 e del suo motore a dodici cilindri. Autore del motore “TAG Turbo” usato in Formula Uno, per oltre tre decenni Hans Mezger ha diretto lo sviluppo delle vetture da corsa e dei motori Porsche di maggior successo. "La notizia della sua morte rappresenta una perdita gravissima per tutti noi, il nostro pensiero va alla sua famiglia", dice Michael Steiner del Comitato Esecutivo di Ricerca e Sviluppo Porsche. "Ringraziamo Hans Mezger per le sue straordinarie realizzazioni ingegneristiche nel motorsport in generale e in particolare per la Porsche. A lui si devono le principali innovazioni che hanno reso indimenticabili le nostre auto sportive".

La gioventù. Hans Mezger nacque il 18 novembre 1929 a Ottmarsheim, un piccolo villaggio non lontano da Stoccarda. Hans era il minore dei cinque figli dei coniugi Mezger: una famiglia che gestiva una locanda di campagna, ma in cui l'arte e la cultura erano molto importanti. Da piccolo Hans coltivava una passione per il volo e gli aerei. Scampato alla guerra, Mezger continuò gli studi di lingua tedesca a Besigheim e poi a Ludwigsburg. Nel 1946 partecipò alla sua primissima gara automobilistica: “Con la mia antiquata macchina fotografica immortalai a Hockenheim le vecchie auto da corsa dell’anteguerra". Poco dopo, affascinato dal mondo delle corse, Mezger decise di studiare ingegneria meccanica all'Università Tecnica di Stoccarda e durante gli studi ottenne un tirocinio di dodici mesi per imparare varie mansioni nell'industria automobilistica: saldatura, costruzione di modelli e qualche settimana anche nelle fonderie di ghisa grigia e alluminio. "A quei tempi mi muovevo in Lambretta, quella prodotta su licenza dalla NSU. A parte la DKW 250 cc di mio fratello, la Lambretta è stata il mio primo e ultimo scooter. Nel 1960 comprai la mia prima auto, una vecchia e malconcia Porsche 356. Solo anni dopo sono tornato a contatto con le due ruote, quando alla fine degli anni '70 abbiamo sviluppato dei nuovi motori per la Harley-Davidson".

L’approdo a Zuffenhausen. Dopo la guerra la Germania conobbe una rinascita e appena completati gli studi Hans Mezger ricevette molte offerte di lavoro. "Erano 28 in tutto. Ma Porsche non era tra queste, io volevo far parte di quella azienda perché la Porsche 356 mi aveva ispirato. Così ho fatto domanda, ottenendo un colloquio. L'azienda mi offriva un lavoro nel reparto per lo sviluppo di motori diesel. Fino ad allora, non sapevo nemmeno che Porsche si occupasse di cose del genere, io immaginavo di lavorare sulle auto sportive… dimostrarono una certa comprensione e il 1° ottobre 1956 mi hanno fatto iniziare nel reparto di calcolo tecnico", cominciava così un grande e importantissimo sodalizio tra Mezger e la Casa di Zuffenhausen. Poco dopo, nel 1958 Hans e sua moglie Helga si sposarono e si trasferirono a Ludwigsburg dove ebbero i loro due figli, Daniela e Oliver. La svolta arrivò quando Hans Mezger iniziò a lavorare sul motore a quattro alberi a camme “Typ 547”, entrando a far parte del primo progetto Porsche di Formula 1 nel 1960. Venne coinvolto nello sviluppo dell'otto cilindri da 1,5 litri “Typ 753” e del relativo telaio, montati sulla Porsche 804. "Questo progetto per la Formula 1 mi ha insegnato molto sulla progettazione delle camere di combustione, con alcuni concetti ripresi anche nella progettazione del motore boxer a 6 cilindri per la successiva 901/911.

Un successo dopo l’altro. Mezger coronava il suo sogno: “Ferry Porsche, con la sua leadership visionaria, le sue qualità umane e la sua grande dedizione, divenne il mio modello di riferimento. Ho condiviso con tutto il cuore la sua filosofia, nelle corse e per costruire la migliore auto sportiva stradale. Ciò ha avuto un impatto forte e duraturo tanto su di me quanto sul mio lavoro durante tutto il periodo che ho trascorso in azienda". La sua brillante carriera era ormai avviata e il propulsore per la per il “progetto 901”, che dette vita alla 911 venne chiamato proprio "motore Mezger". Nel 1965 Hans Mezger venne stato promosso capo del dipartimento per la progettazione delle auto da competizione voluto da Ferdinand Piëch. Questo reparto divenne la chiave di volta per la definitiva consacrazione della Porsche nel motorsport. La metà degli anni Sessanta fu un periodo emozionante e affascinante: "A volte abbiamo anche lavorato 24 ore su 24, come nel 1965 quando abbiamo realizzato la 901 Ollon-Villars Bergspyder in soli 24 giorni e poco dopo anche la 910 Carrera 10". Per la Porsche 910 venne messo a punto un nuovo telaio tubolare, la carrozzeria in fibra di vetro e nel mentre veniva sviluppata anche una nuova tecnologia per i pneumatici di Formula 1, la 910 rappresentò il progetto madre di tutte le auto da corsa che sono state sviluppate dalla Porsche negli anni a seguire.

L’era del Turbo. Anche per la 917, Porsche nel 1968 si affidò allo stesso schema di progettazione. Con la Porsche 917, la Casa di Zuffenhausen dominava le competizioni: conquistò la 24 Ore di Le Mans e vinse il campionato del mondo Sport Prototipi nel 1970 e nel 1971. Nel 1972 e ‘73 le Porsche 917/10 e 917/30 si dimostrarono competitive anche nei tratti più sinuosi della serie CanAm, grazie ad una inedita tecnologia di sovralimentazione sviluppata dalla stessa Porsche che sfruttava i gas di scarico. Per la prima volta, il turbocompressore acquisiva una reattività tale da permetterne l’utilizzo sia sulle auto da corsa che sulle vetture stradali. Una tecnologia che rese Porsche pioniera in questo campo: Mezger e il suo team nel 1974 trasposero questo principio sull’iconica 911 Turbo. Seguirono molti altri sviluppi vittoriosi per Porsche: alla 24 Ore di Le Mans, nel Campionato del Mondo Sport Prototipi e nella Formula Indy.

Il motore TAG Turbo. Forse il progetto più spettacolare prese il via nel 1981, quando Ron Dennis e la sua squadra corse McLaren erano alla ricerca di un potente motore turbo per la Formula 1: la scelta ricadde su Porsche e si decise di costruire un motore completamente nuovo. Porsche oltre al motore fornì anche l’assistenza in durante le gare. Hans Mezger era la mente creativa dietro lo sviluppo del nuovo motore “TAG” Turbo, un motore V6 da 1,5 litri con bancate di 80 gradi, capace (nelle sue evoluzioni) di sviluppare oltre 1000 CV… Nel 1984 questo propulsore contribuì alla vittoria di Niki Lauda che quell’anno conquistava il titolo di Campione del Mondo, un successo bissato nel 1985. Nel 1986 fu la volta di Alain Prost. Le McLaren Porsche spinte dal formidabile TAG Turbo hanno vinto un totale di 25 gare e due Campionati del Mondo Costruttori nel 1984 e nel 1985. "Fu un successo clamoroso, dal punto di vista sportivo e societario, in quanto per la Porsche quello fu il più importante contratto di sviluppo commissionato da una società esterna”.

Ciao Hans! In nome dell’impegno con Porsche, Hans Mezger rifiutò tutte le offerte degli altri costruttori durante la sua carriera lavorativa. Fino all’ultimo è rimasto fedele alla sua genuina passione per la Porsche e alla sua 911 Carrera 3.0 bianco “Grand Prix”, un grande classico che porta il "suo" motore. La sua lealtà e il suo legame con Porsche non si sono mai interrotti, rimanendo a disposizione di giornalisti, tecnici e semplici appassionati per condividere aneddoti e curiosità sul Marchio. Il Museo Porsche lo scorso anno ha ospitato una festa per il suo 90° compleanno, celebrato insieme alla famiglia, gli amici e gli ex compagni di squadra. Si conclude così la straordinaria vita di Hans Mezger, un uomo che ha saputo trasformare il suo talento in grandi successi, ma anche un modello da seguire per la sua dedizione e per la capacità di condividere una una grande passione: il motore più potente a cui tutti noi possiamo ambire.

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