Luciano, “Luz” per gli amici, quando dagli stabilimenti Fiat di Cassino uscivano le prime Ritmo aveva otto anni. Troppo presto per immaginare che un giorno, undici anni dopo, fresco di patente, la sua prima auto sarebbe stata proprio la media a due volumi della Casa torinese. La passione per i motori in “Luz” emerge già nell’adolescenza. “Iniziai presto coi motorini -racconta -, ricordo le scorribande nelle campagne del Ferrarese con gli amici”.
Il primo contatto con la Ritmo risale ai tempi dei primi amori giovanili. “Non avevo ancora dicott’anni – spiega – ed ero fidanzato con una ragazza più grande di me. Spesso e volentieri mi veniva a prendere con la macchina di suo padre, una Ritmo azzurra. Dev’essere scattato qualcosa in quei mesi perché un paio d’anni dopo, quando ottenni la patente, comprai proprio una Ritmo”.
“Luz” trova subito la Ritmo che fa al caso suo, una Super 75 color champagne usata, con all’attivo 85.000 chilometri. “Per me era il massimo, adoravo il design della plancia. La preferivo alla sua rivale più blasonata, la Golf”, rivela Luciano, che negli anni dedica alla sua prima macchina attenzioni sempre crescenti. “Ogni mese una buona parte del mio stipendio la usavo per comprare accessori aftermarket che avrebbero reso più accattivante l’aspetto della mia Ritmo”, racconta. “Installai un impianto stereo e un equalizzatore grafico che era l’invidia di tutti i miei amici”.
Quando ci furono da ripristinare i passaruota, deteriorati da una fioritura di ruggine, Luciano si concesse una prima licenza all’originalità. “Feci riverniciare tutta l’auto di un grigio-azzurro allora riservato alla gamma Lancia – spiega – e montai i copriruota della Thema”.
Dopo tre anni e una montagna di chilometri, Luciano cambia macchina. È innamorato della Ritmo Abarth 130 TC, che scopre grazie a un collega di lavoro, ma non essendo nelle sue corde – per vocazione automobilistica personale –, opta per una più parsimoniosa Fiat Uno.
Il tempo passa in fretta e le cose, si sa, cambiano. Tre anni fa entra una concessionaria della sua zona e vede in esposizione proprio una Ritmo Abarth. “Grigia, un colore che mi aveva sempre intrigato”, confessa. “Chiesi di vederla e capii che l’avrei comprata quando salii a bordo e sentii l’odore nell'abitacolo: mi ricordò la mia. Tornai indietro nel tempo e… a casa con quella Ritmo”.
Alberto Amedeo Isidoro