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11/10/2002 | di Redazione Ruoteclassiche
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Per molti anni al servizio di una nobile famiglia milanese, poi la guerra e la trasformazione in autopompa. Forse non fu un caso unico: un mezzo analogo è stato infatti segnalato a Praga. Poche le modifiche rispetto alla coupé de ville da cui deriva. Motore 8 cilindri, “7000”, meno di tre chilometri con un litro.Milano […]
11/10/2002 | di Redazione Ruoteclassiche

Per molti anni al servizio di una nobile famiglia milanese, poi la guerra e la trasformazione in autopompa. Forse non fu un caso unico: un mezzo analogo è stato infatti segnalato a Praga. Poche le modifiche rispetto alla coupé de ville da cui deriva. Motore 8 cilindri, "7000", meno di tre chilometri con un litro.

Milano 1943: non appena le sirene suonavano il cessato allarme, i pompieri accorrevano in forze a spegnere gli incendi causati dai bombardamenti. I mezzi erano spesso danneggiati o obsoleti, ma c'era una squadra che nel suo parco automezzi vantava nientemeno che una lussuosissima Isotta Fraschini "8AS" coupé de ville.

Come era potuto accadere che un'auto del genere fosse finita al servizio dei pompieri? La versione ufficiale vuole che una nobildonna milanese avesse donato ai Civici Pompieri la vettura di famiglia; secondo altri, era stata la stessa Isotta Fraschini che aveva allestito una speciale versione antincendio della "8AS".

Dopo il ritrovamento un paio d'anni fa nella Repubblica Ceca di una "8A" autopompa allestita proprio come la "nostra", emerge una nuova ipotesi: che una qualche officina avesse studiato un kit per la trasformazione delle "8A" in autopompe.

Le modifiche non furono tante. A pescare l'acqua dai pozzi e a inviarla alla manichette provvedeva una pompa fissata sulla traversa anteriore, collegata all'albero motore tramite l'attacco della manovella. Una campana elettrica, comandata da una corona sul volante e sistemata sul predellino dietro la ruota di scorta, svolgeva la funzione delle odierne sirene, mentre il faro di profondità sul montante destro del parabrezza presentava un vetro rosso.

Sotto il cruscotto venne montata una tavola con alcuni strumenti supplementari, i cerchioni furono sostituiti con altri a disco pieno e sotto i predellini furono montati due cassonetti per contenere due manichette.

Cessate le ostilità, l'Isotta perse sempre più di significato come veicolo "operativo". Era poco maneggevole, aveva un elevato consumo (non più di 3 km con un litro) e la portata della pompa era ormai inadeguata. Probabilmente per qualche anno fu adibita a vettura di servizio e a metà degli anni Sessanta ricomparve in qualche manifestazione, anche se il suo stato di manutenzione non era perfetto.

Ripetuti interventi l'hanno riportata alle condizioni attuali, anche se qualcosa sarebbe ancora da ultimare. Un po' alla volta...

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