Un secolo e mezzo di storia automobilistica: il marchio NSU, noto per modelli come la Prinz o la Ro 80, e lo stabilimento tedesco di Neckarsulm, le cui sorti sono legate a doppio filo, celebrano quest’anno il 150° anniversario. Una lunga avventura costellata, come spesso accade, di numerosi successi, ma anche di rovinosi fallimenti, dai quali, però, il costruttore si è sempre risollevato grazie a una caratteristica costante nel tempo: la capacità di reinventarsi.
Capacità di adattamento. Tutto ebbe inizio nel 1873 quando Christian Schmidt e Heinrich Stoll fondarono a Riedlingen, in Germania, l’officina meccanica Schmidt & Stoll, specializzata nella produzione di macchine per maglieria. Nel 1880 l'azienda si trasferì a Neckarsulm, dove quattro anni dopo divenne una società per azioni mutando denominazione successivamente in NSU (da NeckarSUlm). Era un’epoca di grandi trasformazioni nel campo della mobilità: accanto alle carrozze, che rappresentavano il principale mezzo di trasporto del tempo, nacquero le prime biciclette che in breve si diffusero godendo di grande popolarità. Cavalcando il cambiamento, la NSU convertì la propria produzione dedicandosi al business delle due ruote per estenderlo, agli inizi del Novecento, anche a quelle a motore, ossia alle motociclette.
Dalle due alle quattro ruote. Dalle due alle quattro ruote il passo fu piuttosto breve: nel 1906 fu presentata al pubblico la prima Original Neckarsulmer Motorwagen, una piccola auto di fascia media con motore a quattro cilindri raffreddato ad acqua. Gli affari prosperavano e in breve lo stabilimento raggiunse i 1.000 dipendenti che erano in grado di assemblare circa 450 automobili all’anno. Il vero salto di qualità, però, venne fatto nel 1914 quando gli ingegneri costruirono la NSU 8/24 PS, la prima vettura con carrozzeria in alluminio. Una rivoluzione per l’epoca.
Gloria e declino. Nonostante l’avvento della Prima guerra mondiale e la conseguente recessione, la NSU inizialmente non subì grossi contraccolpi finanziari. Nel 1923 i arrivò a impiegare 4.070 addetti che producevano un'auto ogni due ore, una motocicletta ogni 20 minuti e una bicicletta ogni cinque. Per soddisfare la domanda, nel 1924 l'azienda investì in un nuovo stabilimento a Heilbronn, una scelta che si rivelò avventata, dal momento che dopo soli 24 mesi le vendite iniziarono a calare facendo vacillare per la prima volta i conti del costruttore. A distanza di cinque anni, nel 1929, la NSU si dovette arrendere: fu costretta a cessare la produzione di automobili e a vendere il suo nuovissimo impianto di Heilbronn alla Fiat, che qui realizzò vetture con il brand NSU-Fiat fino al 1966.
La Seconda guerra mondiale. Da quel momento in poi, la fabbrica di Neckarsulm si concentrò sulla produzione di mezzi a due ruote, rilevò la maggioranza della divisione motociclistica di Wanderer nel 1929 e stabilì una collaborazione commerciale con il marchio D-Rad a Berlino nel 1932. Insieme a BMW e DKW, NSU divenne così in quegli anni uno dei più importanti marchi motociclistici tedeschi. Ma non abbandonò le biciclette, rilevando uno stabilimento Opel alla fine del 1936 crescendo anche in questo settore. La passione per le auto però non era svanita e tra il 1933 e il 1934 costruì tre prototipi di un veicolo progettato da Ferdinand Porsche con un motore boxer posteriore da 1,5 litri raffreddato ad aria, simile nella sua concezione di base al futuro Maggiolino Volkswagen, che tuttavia non venne mai prodotto in serie per motivi finanziari. E furono proprio i problemi economici e l’inizio della Seconda guerra mondiale a trascinare nuovamente nel baratro la società, tanto che nel maggio 1945 gran parte degli impianti dello stabilimento di Neckarsulm versavano in uno stato di semi-abbandono.
La ricostruzione. La fine dei combattimenti e la successiva ricostruzione fu affrontata dalla NSU tuffandosi a capofitto nella produzione di ciò che sapeva fare meglio, ossia bici e moto, che continuavano a godere di una grande popolarità, in particolare il ciclomotore NSU Quick da 98 cm3 a cui si aggiunsero poi modelli da 125 e 250 cm3. Con una produzione annua di quasi 300.000 esemplari nel 1955 l'azienda di Neckarsulm raggiunse i vertici dell'industria internazionale, grazie anche alla vittoria di cinque campionati del mondo nelle competizioni motociclistiche e numerosi record di velocità. Un successo che coincise però, ancora una volta, con un calo domanda, anche perché a partire dalla metà degli anni Cinquanta, con la crescente prosperità, l’oggetto del desiderio nel campo della mobilità individuale divenne l’automobile, la quale rappresentava anche uno status simbol.
Il motore Wankel. Seguendo nuovamente i desideri e le trasformazioni della società, la NSU riprese l’avventura della produzione di automobili nel 1958 con l'auto compatta Prinz. In quegli anni fu avviata un’importante collaborazione con Felix Wankel nel campo dei propulsori, che portò allo sviluppo nel 1957 del primo motore a pistoni rotanti. Pochi anni dopo, nel 1963, fu presentata all’IAA di Francoforte, la NSU Wankel Spider, vettura equipaggiata proprio con questo propulsore da 497 cm3 e 50 CV. Un’ulteriore svolta ci fu nel 1967, quando debuttò la NSU Ro 80, alimentata da un motore rotativo NSU-Wankel a doppio rotore da 115 CV che entusiasmò anche per il suo design rivoluzionario, tanto da essere incoronata Auto dell'anno.
Ennesimo cambio di pelle. Il 10 marzo 1969 fu firmato un contratto per la fusione delle società NSU Motorenwerke e Auto Union sotto l'egida del Gruppo Volkswagen che diede vita all’Audi NSU Auto Union, sempre con sede a Neckarsulm, di cui la Volkswagenwerk deteneva la maggioranza. Nello stabilimento tedesco, si aggiunse così la produzione dell’Audi 100 che in breve portò ad abbandonare l’assemblaggio della Prinz (nel 1973, dopo 15 anni di vita) e della Ro 80 (nel 1977, dopo 10 anni). Il primo gennaio 1985, infine, Audi NSU Auto Union è stata ribattezzata Audi e la produzione è stata trasferita a Ingolstadt: da allora azienda e modelli portano lo stesso nome.
Una mostra a Neckarsulm. Per il 150° anniversario della NSU è in fase di realizzazione, in collaborazione con Audi Tradition, un’esposizione dal titolo “Innovazione, audacia e trasformazione”. La mostra si potrà ammirare presso il Museo tedesco della bicicletta, motocicletta e NSU a Neckarsulm a partire dal 14 giugno e fino al 5 maggio 2024. Per informazioni consultare il sito del museo.