Un'Alfa Romeo 6C 2300 Turismo “Soffio di Satana” carrozzata da Touring (1935) regina di Firenze. Folla delle grandi occasioni per il debutto nel mondo dell’auto da collezione della Casa d’aste Pandolfini di Firenze, leader in Italia nei vari campi del collezionismo e in particolare degli oggetti d’arte e di arredo. Un debutto affollato, con diversi presenti rimasti in piedi anche se poi questa calda partecipazione non ha contagiato con pari entusiasmo gli acquirenti.
Alla fine solo il 50% circa dei lotti è passato di mano nonostante i prezzi di stima nei limiti del mercato e un catalogo in grado di accontentare tutti i gusti e tutti i portafogli.
“Per essere la prima volta è un buon risultato” hanno commentato a caldo i vertici della Pandolfini, a dimostrazione di come anche una Casa d’aste affermata abbia bisogno di tempo per essere apprezzata quando entra in un nuovo settore. Buona la prima, insomma, se questa è la regola.
Regina della seduta, come era lecito aspettarsi, è stata l'Alfa Romeo 6C 2300 Turismo “Soffio di Satana” carrozzata da Touring nel 1935 e appartenuta a Gabriele d’Annunzio, stimata 500.000 - 700.000 euro e aggiudicata da un collezionista al telefono per 430.000 euro più diritti d’asta e Iva (i dati ufficiali non sono ancora stati resi noti).
Tuttavia, anche se inferiore alla stima d’asta, la vendita è stata accettata. Non così per altri lotti i cui proprietari non sono stati disposti a rinunciare alle loro aspettative e non hanno accettato la vendita anche per poche migliaia di euro. Un atteggiamento che si riscontra in tutte le aste di questo periodo, salvo casi eccezionali, come la vendita “Leggenda e passione” di RM Sotheby’s a Maranello che spinta dalle celebrazioni per i 70 anni della Ferrari ha prodotto un incasso record di 63 milioni di euro con solo 55 lotti, diversi dei quali di automobilia.
A Firenze, dove Pandolfini ha tenuto il suo incanto, i lotti erano 46, tra cui otto moto e un solo lotto di automobilia (un autografo di Ayrton Senna, aggiudicato a 200 euro più i diritti d’asta). Solo una metà dei lotti sarebbe stata battuta (il condizionale è d’obbligo), tra cui una sola motocicletta. E tutti ai prezzi minimi delle stime d’asta. Anche questa è una conferma del fatto che se non c’è il vero affare o se il pezzo non è particolarmente attraente e raro, l’acquisto di un’auto può essere tranquillamente rinviato, in attesa di trovare la vera occasione.
Con questa logica è stata battuta una Fiat 500 D del 1965 perfettamente restaurata, una delle ultime con portiere controvento e carrozzeria trasformabile, con la capote che libera completamente il tetto. Non semplice da trovare, e i 12.000 euro (più diritti d’asta) sembrano un’ottima quotazione. Ha raddoppiato la stima d’asta invece una Fiat Campagnola del 1967, modificata dal primo proprietario con tetto rigido, portiere complete e interno rifinito in finta pelle per la quale si è passati dai 6.000 euro di stima massima ai 12.500 (più diritti d’asta) del prezzo finale.
In particolare i presenti sono stati molto attirati dai modelli made in England, Jaguar e Rolls-Royce in primis, quasi tutti passati di mano. Snobbate invece le tre Ferrari in catalogo, nessuna delle quali ha trovato un nuovo padrone. Tra queste una Testarossa del 1988 in ottime condizioni, con meno di 20.000 km percorsi, per la quale erano richiesti minimo 80.000 euro quando a Maranello una vettura simile è stata aggiudicata a 145.000 euro. Idem per una 599 GTO del 2010 in ottimo stato, personalizzata in varie parti all’origine e con meno di 10.000 km di percorrenza per la quale sono starti rifiutati 520.000 euro più i diritti d’asta (ne erano richiesti minimo 550.000). Probabilmente ha scontato una richiesta giudicata troppo alta visto che solo due settimane prima a Maranello una vettura simile è stata battuta a 506.000 euro, tutto compreso.
Stessa fine anche per una Iso Rivolta 300GT I Serie del 1964 in ottime condizioni, per la quale sono stati rifiutati 110.000 euro (più i diritti d’asta) offerti a fronte di una richiesta minima di 120.000 euro.
Tra pochi giorni si replica sempre a Firenze con un’altra asta di auto storiche, questa volta a cura della Casa d’Aste Pananti, anche lei fiorentina.
Gilberto Milano