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25/03/2015 | di Redazione Ruoteclassiche
Bonhams: disperse altre quattro Fiat-Abarth ex Maranello Rosso
Bonhams al Goodwood Members’ Meeting ha messo a segno altri punti nella triste operazione di dispersione della straordinaria collezione Abarth del Museo Maranello Rosso di San Marino. Lo scorso inizio di settembre 2014, al Goodwood Revival, la Casa d’aste inglese aveva dato avvio alla vendita delle vetture della preziosa raccolta mettendo all’incanto un primo lotto […]
25/03/2015 | di Redazione Ruoteclassiche

Bonhams al Goodwood Members’ Meeting ha messo a segno altri punti nella triste operazione di dispersione della straordinaria collezione Abarth del Museo Maranello Rosso di San Marino.

Lo scorso inizio di settembre 2014, al Goodwood Revival, la Casa d’aste inglese aveva dato avvio alla vendita delle vetture della preziosa raccolta mettendo all’incanto un primo lotto di dieci esemplari dello Scorpione. Lo scorso mese a Parigi, in occasione di Rétromobile, è stata la volta di altri cinque modelli mentre, lo scorso weekend, al Goodwood Members’ Meeting altre cinque vetture sono state messe all’incanto, tra cui una rimasta invenduta a fine estate. Quattro Abarth delle cinque in catalogo sono state aggiudicate.

Abarth 2000 Se-014 Cuneo 1969 (45.572 €). Progettata nel 1969 dall’ing. Mario Colucci, fu fortemente debitrice, per il design, della Lotus 56 con turbina a gas del ’68. Essa rappresentò l’evoluzione della  2000 Sport Spider SE010, rispetto alla quale si presentava in una forma molto più compatta pur utilizzando lo stesso passo di 208 centimetri. Il motore 4 cilindri Abarth 2 litri con distribuzione bialbero e 16 valvole forniva 250 Cv. La carrozzeria, opera di Giuseppe Manera, veniva realizzata in casa. Accreditata di un peso di soli 560 kg, fu una fiera avversaria, sulle salite, della Ferrari 212 E Montagna. E’ stata aggiudicata a un prezzo tre volte superiore al massimo della stima d’asta (11.000-16.000 euro).

Abarth 1000 Se-018 Cuneo Biposto Corsa 1970 (Ritirata). La versione più piccola rispetto al modello sopra descritto era equipaggiata con un piccolo motore da 982 cc, bialbero, per circa 120 Cv a 8.200 giri. Rappresentava una porta di ingresso per i neofiti che cercavano un mezzo facile per il debutto nelle corse. Realizzata sulla base di un telaio tubolare, aveva un passo di 195 cm e un peso di appena 400 kg. Questo modello ottenne una serie di distintive vittorie di classe durante la stagione di corse in salita del 1970: Coppa Belmonte ad Avola, Coppa Verona a Monza, Coppa Primavera ad Amalfi e anche alla Targa Florio. Aveva una stima d’asta di 120.000-160.000 euro.

Abarth Simca 1300 GT Corsa Naso Lungo World Champion Coupe 1965 (112.243 €). Nei primi Anni 60 l'Abarth divenne un importante consulente tecnico della Simca fondata da  Enrico Teodoro Pigozzi. La partnership si strinse ulteriormente con la proposta a Carlo Abarth di realizzare in toto una vettura da corsa, la Simca-Abarth (o Abarth-Simca). La 1300 fu lanciata nel 1963 ed era equipaggiata con un inedito motore bialbero da 125 Cv, successivamente sviluppato fino a 1,6 litri per quasi 140. Il propulsore, montato al posteriore, gravava su 630 kg complessivi di peso, che la spingevano fino a 240 km/h. La stima d’asta era di 81.000-120.000 euro.

Fiat-Abarth 1000 Bialbero Record Monza Zagato 1961 (86.225 €). Questo modello rappresentò l’evoluzione della 750 Coupé carrozzata da Zagato sul finire degli Anni 50. Con il suo motore di 982 cc produceva 110 Cv e pesava circa 550 kg. Questo esemplare fu registrato per la prima volta a Lucca nel 1961 ma se ne ignorano le vicissitudini iniziali. Questa stessa vettura figurava tra le prime 10 Abarth della Collezione Maranello Rosso messe all’asta a Goodwood lo scorso settembre. All’epoca aveva una stima d’asta di 110.000-190.000 euro ma non trovò acquirenti. Oggi è stata riproposta a un valore inferiore (94.000-120.000 euro) ed è stata aggiudicata, anche se a un valore inferiore alla stima.

Fiat-Abarth 750 GT Zagato Doppia Gobba 1956 (62.072 €). La prima collaborazione tra Zagato e Abarth risale al Salone di Torino del 1956, quando apparve, nello stand del carrozziere milanese, un’intrigante coupé sportiva con carrozzeria in alluminio caratterizzata dal tetto a doppia gobba, la firma del carrozziere. Quell’interpretazione piacque molto all’estroso imprenditore austriaco, febbrilmente alla ricerca di continue soluzioni per rendere le sue automobili vincenti in gara. Zagato, all’epoca conosciuto in tutta Europa come leader nella produzione di carrozzerie leggere, ricevette l’incarico dallo Scorpione di vestire la meccanica della Fiat 600 con motore incrementato da 633 a 750 cc e potenziato progressivamente, nei vari step evolutivi che si susseguirono, fino alla soglia di 50 Cv. Le Fiat-Abarth Zagato, in breve, divennero le dominatrici nelle classi di piccola cilindrata, in Europa e negli Stati Uniti. Alla Mille Miglia del ’57 il dominio nella categoria fino a 750 cc delle minute coupé fu schiacciante, una vera prova di forza del loro valore. Il prezzo di aggiudicazione è andato molto oltre la stima d’asta (27.000 – 40.000 euro). Lo scorso mese a Parigi, un identico modello è stato battuto a 75.000 euro da RM Auctions.

Alvise-Marco Seno

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