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03/09/2014 | di Redazione Ruoteclassiche
L’incanto dello Scorpione
Goodwood Revival è la sede scelta dalla casa d’aste Bonhams per mettere all’incanto un consistente gruppo di vetture Abarth provenienti dalla collezione Museo Maranello Rosso di San Marino. Un altro importante pezzo della straordinaria raccolta sanmarinese è destinato così a perdersi nelle varie collezioni sparse per il mondo. Già nei giorni del Concorso di Pebble […]
03/09/2014 | di Redazione Ruoteclassiche

Goodwood Revival è la sede scelta dalla casa d’aste Bonhams per mettere all’incanto un consistente gruppo di vetture Abarth provenienti dalla collezione Museo Maranello Rosso di San Marino. Un altro importante pezzo della straordinaria raccolta sanmarinese è destinato così a perdersi nelle varie collezioni sparse per il mondo.

Già nei giorni del Concorso di Pebble Beach dieci Ferrari della prestigiosa collezione Maranello Rosso sono state vendute mettendo a segno una serie di record assoluti, come i 38 milioni di dollari pagati per la Ferrari 250 GTO del 1962, telaio 3751GT. Il valore storico degli Scorpioni in vendita non sarà all’altezza del blasone delle dieci Ferrari battute a Quail Lodge, ma anche l’asta in programma il prossimo 13 settembre a Goodwood è destinata a suo modo a diventare un evento storico. Le Abarth proposte, infatti, appartengono all’esclusivo rango dei modelli da corsa, normalmente “blindati” in qualche prestigiosa collezione per il loro altissimo pedigree sportivo e per la loro rarità. Eccole in dettaglio.

Abarth 1300 Sport Spider SE010 'Quattro Fari' 1969 (stima d’asta: 230.000 – 310.000 euro)
E' considerata una delle auto da corsa più famose degli Anni 60, seconda solo alla leggendaria progenie delle Ferrari P. Questo modello è stato prodotto in circa 50 esemplari, equipaggiati con motore 4 cilindri a 8 o 16 valvole (il primo utilizzato soprattutto in salita, il secondo in pista). La vettura in vendita, telaio 040, è stata guidata da Peter Schetty, uno dei più famosi piloti della Montagna. Con quest’auto corse e vinse in numerose competizioni in Italia.

Abarth 1300 OT Periscopio 1967 (230.000 – 280.000 euro)
Leggenda vuole che questo modello sia nato sulle ceneri della collaborazione tra Simca e Abarth, conclusa nel ’63 per l’abbandono di interesse da parte di Chrysler, il maggiore azionista del marchio francese. Carlo Abarth, trovatosi con alcuni telai di Simca 1000 da utilizzare, sviluppò su questa piattaforma il suo modello da corsa per la classe GT 1300 per la stagione di corse ‘65. L’elemento più caratteristico è certamente l’airscoop sul tetto, applicato esclusivamente per il raffreddamento dell’abitacolo (e non per l’aspirazione del motore).

Abarth Simca 2000 GT Corsa 'Campionissimo Europa Montagna' 1965 (230.000 – 300.000)
La collaborazione tra Abarth e la francese Simca fu suggellata dalla nascita della Abarth Simca 1300 nel 1962. Questo modello fu aggiornato l’anno successivo con un nuovo motore 1.600 e nel ’64 con la 2000 da oltre 200 Cv di potenza e 260 km/h di velocità massima, un vero missile! Questo esemplare fu portato in gara anche dal compianto pilota di F1 Jochen Rindt.

Abarth 2000 Sport SE014 'Europeo Montagna' 1970 (140.000 – 200.000 euro)
Per la stagione 1970 Carlo Abarth aveva introdotto l’ultima evoluzione del suo motore 8 cilindri 3.0 litri sistemato in posizione centrale. Il progetto, molto costoso, si avvaleva del supporto di una vettura 2.0 litri per il Campionato Europeo della Montagna. Questa, ancora con motore “fuori bordo”, rifletteva una preferenza di Carlo Abarth laddove il suo Direttore Tecnico, Mario Colucci, preferiva la configurazione con motore “dentro il passo”. Di questo esemplare, attualmente, non si hanno informazioni circa i trascorsi agonistici.

Abarth 1000 Sport 131-MC Spider Tubolare 1962 (140.000 – 190.000 euro)
Questo modello riflette l'impronta tecnica di Mario Colucci, giunto all'Abarth nel 1961. Questi, provenendo dall'Alfa Romeo e dal progetto TZ, aveva una vasta cultura sul telaio tubolare, immediatamente trasmessa sulle nuove auto da corsa dello Scorpione. Le prime Fiat Abarth con telaio tubolare, forti di un piccolo 4 cilindri bialbero da 747 cc e 75 Cv, potevano superare i 200 km/h, ma furono presto aggiornate con motore 1.000 o 1.300. Questo esemplare nacque con un motore sperimentale di 1.459 cc, poi sostituito con un motore 1.000. Ha partecipato a numerose corse in salita.

Fiat-Abarth 1000 Bialbero Record Monza Zagato 1961 (110.000 – 190.000 euro)
Questo modello rappresentò l’evoluzione della 750 Coupé carrozzata da Zagato sul finire degli Anni 50. Con il suo motore di 982 cc produceva 110 Cv e pesava circa 550 kg. Questo esemplare fu registrato per la prima volta a Lucca nel 1961 ma se ne ignorano le vicissitudini iniziali.

Fiat-Abarth 750 Bialbero Record Monza Coupé Zagato 1959 (88.000 – 150.000 euro)
Con la presentazione della Fiat 600 nel ’55 Carlo Abarth, imprenditore lungimirante, seppe interpretare i gusti della clientela giovane traendo beneficio proprio dalla nuova utilitaria Fiat. Il motore, portato da 633 a 747 cc e debitamente modificato, forniva una potenza di 42 Cv, quasi doppia rispetto alla 600. Inizialmente Abarth conservò la carrozzeria ma dal ’56 le sue Fiat-Abarth 750 iniziarono a esibire la piccola, leggera e funzionale carrozzeria Zagato, contraddistinta soprattutto dalla famosa doppia gobba sul tetto. Nel ’58, con l’installazione di una testa bialbero, Abarth creò la Record Monza da ben 57 Cv (540 kg, 180 km/h). Di questo esemplare iniziano a prodursi informazioni certe solo nel 1965.

Fiat-Abarth 124 Rallye Two-Seat Rally Competition Coupé 1973 (63.000 - 100.000 euro)
La Fiat 124 Sport fu introdotta nei rally nel ’68, epoca in cui Fiat non aveva un interesse diretto nella categoria, fatta eccezione per un Servizio Assistenza per i clienti privati. Abarth contribuiva fornendo, come da tradizione, accessori. La svolta avvenne per la comunanza di alcuni fattori: nel 1969 fu lanciata la 124 Sport Spider 1600 e nel '70 una 124 Sport I° serie vinse il primo titolo italiano rally. A Torino fu creato un team di progettisti e una vera e propria squadra corse. Nel '71, infine, Fiat entrò ufficialmente nei rally e, nello stesso tempo, coinvolse l'Abarth per progettare la “vettura definitiva”. Con l'aiuto dello Scorpione nacque  la 124 Rally, presentata nell'autunno 1972. Questo esemplare è stato immatricolato a Pavia, dove ha vissuto i primi anni di carriera.

Fiat-Abarth Rally 131 Supermirafiori Gr. 4 1978 (44.000 – 63.000 euro)
Nel 1971 l’Abarth fu acquisita al 100% dalla Fiat. L’attività occupava principalmente 3 settori: produzione dei motori per l’Autobianchi, realizzazione accessori per Fiat, Reparto Corse per Fiat e Lancia. In quest’ultima divisione presero vita le più grandi vetture da rally del Gruppo, a partire dalla Fiat-Abarth 131 Rally, basata sul modello stradale presentato nel ’74. La 131 vinse 3 mondiali (1977, ’78 e ’80). La Supermirafiori con motore bialbero fu prodotta dal ’78 all’81. Questo esemplare arrivò 7° assoluto al Rally di Monte Carlo del 1980 con Michele Mouton.

Fiat-Abarth 850 TC Nurburgring Corsa Berlina 1961 (25.000 - 38.000 euro)
L’850 TC fu introdotta alla fine del 1960. Il motore della 600, portato a 847 cc, forniva 52 Cv. Nel 1962 fu presentata la versione Nurburgring da 55 Cv, il cui nome richiamava la vittoria di classe conseguita alla 500 Chilometri dell’anno precedente. Di questa esisteva la versione “Stradale” e il modello “Corsa” con 58 CV e appena 470 kg di peso grazie a numerosi alleggerimenti. Questo esemplare, inizialmente una Stradale, è stata in seguito aggiornato con numerosa componentistica per farla assomigliare (o, forse, per convertirla) alla versione Corsa.
(Alvise-Marco Seno)

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