Ci lascia Robert Opron, il papà della GS, della CX e della Fuego - Ruoteclassiche
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03/04/2021 | di Alfredo Albertini
Ci lascia Robert Opron, il papà della GS, della CX e della Fuego
Salutiamo un altro maestro dello stile, Robert Opron. Frutto del suo ingegno capolavori come le Citroen GS, CX e SM, ma anche modelli Renault come la Fuego e la Espace.
03/04/2021 | di Alfredo Albertini

Robert Opron, uno dei più celebri car designer francesi, ci ha lasciati a fine marzo a 89 anni. Il suo nome è noto soprattutto tra gli appassionati, perché negli anni in cui ha lavorato più alacremente la firma di chi disegnava o era responsabile del Centro stile di un'importante Casa automobilistica rimaneva quasi sempre nell'ombra. Suoi anche i bozzetti per l'Alfa Romeo SZ.

Robert Opron, nato nel 1932 ad Amiens, città tra Parigi e Calais, è stata una figura molto importante per la storia dell'automobile francese e ha lavorato principalmente per due marche prestigiose, Citroën e Renault. Appassionato di architettura, disegno e scultura, studiò alla École des Beaux-Arts della Capitale iniziando a collaborare con Simca negli anni Cinquanta e disegnando la Fulgur, l'auto del futuro esposta al salone di Ginevra del 1959. Qualche anno dopo si presentò con una cartella piena di disegni a Flaminio Bertoni, responsabile del Centro Stile Citroën nonché autore della linea della Traction Avant, della 2CV, del furgone HY, della DS e dell'Ami 6, che ne rimase profondamente colpito. Qualche settimana dopo fu assunto dalla Casa del Double Chevron.

I suoi primi progetti. Era il 1962 e vi rimase tredici anni, fino al 1975. Il suo ruolo ebbe una svolta con la scomparsa di Flaminio nel 1964, quando ne assunse il ruolo. Molti progetti tuttavia erano già stati sviluppati dallo stilista varesino e Opron dovette limitarsi al loro completamento, come nel caso dell'Ami 6 Break, ma anche concludendo il progetto dei quattro fari carenati della DS che vedrà la luce nel 1967. Passò così qualche tempo prima che Robert ebbe l'opportunità di mostrare tutto il suo talento. Si occupò così inizialmente dell'Ami 8, il modello che sostituì nel 1969 l'Ami 6, modificandone completamente la coda ed eliminando il profilo a Z col famoso e discusso lunotto invertito. Si dedicò poi alla SM e alla GS, entrambe uscite nel 1970, che occuparono la gran parte del suo tempo, anche ben oltre gli orari di lavoro ufficiali, vista la stretta concomitanza temporale tra i due lanci.

GS e CX Auto dell'anno. In una lunga intervista rilasciata al CX Club Italia nel 2002 durante la sua partecipazione a un evento promosso da questo sodalizio, ricordò: “Su GS, SM e CX non ho nulla da rimpiangere; inoltre abbiamo realizzato tali modelli molto rapidamente, tanto che non abbiamo avuto il tempo di porci domande”. E proprio la CX, uscita nel 1975, fu l'ultimo suo grande progetto, una vettura straordinaria che ebbe il difficile compito di raccogliere l'eredità della DS. Ma fu ricompensato dalla stampa specializzata che conferì l'ambito trofeo di Auto dell'anno sia alla GS sia alla CX, rispettivamente nel 1971 e nel 1975. A metà anni Settanta, con l'ingresso di Peugeot e la nascita del nuovo gruppo PSA, Opron decise di lasciare la marca del Double Chevron per passare alla rivale Renault, dove rimase per i successivi undici anni.

Il passaggio alla Renault. Per la Régie il primo lavoro che portò a compimento fu il restyling dell'Alpine Renault nel 1976, ma il suo stile ebbe il maggiore sfogo nella coupé Fuego del 1980, un modello originale fino all'eccesso che contribuì non poco a ringiovanire l'immagine della marca. Si dedicò anche alla più banale Renault 9 a tre volumi, che, tuttavia, vinse anch'essa il premio di Auto dell'anno nel 1982, ma anche alla 11 del 1983 e alla berlina di alta gamma 25 del 1984. Il suo ultimo lavoro per Renault fu l'Espace, la monovolume che stravolse il concetto di vettura da famiglia creando un nuovo segmento fino ad allora quasi sconosciuto.

Consulente di prestigio. Opron inziò così a collaborare con il gruppo Fiat e anche con l'Alfa Romeo. Di quel periodo amava ricordare particolarmente il lavoro sull'Alfa SZ, di cui si occupò dei bozzetti in collaborazione con la Carrozzeria Zagato. Ebbe poi consulenze con altri marchi e con Guy Ligier. Con il passare degli anni, ormai pensionato, divenne uno degli ospiti più ricercati dai club di appassionati di auto storiche che amavano farsi raccontare da lui aneddoti e retroscena di cui era il depositario. Nel 2002, per i suoi settanta, venne organizzata in Francia la mostra “Opron 50 years of style” dove vennero esposte molte delle sue tavole. Una volta gli venne chiesto se, per disegnare un'auto, si doveva cercare di realizzare un'opera d'arte o qualcosa di semplicemente pratico. Opron rispose: “Sicuramente bisogna pensare alla praticità, Pierre Bercot (il gran capo di Citroën ndr) ripeteva una frase che rendeva bene questo concetto, quando disegnate qualcosa, chiedetevi sempre quale vantaggio potrà trarne il cliente”. Curiosamente Robert Opron è scomparso ad Antony, nei pressi di Parigi, dove è mancato anche Flaminio Bertoni, 57 anni prima...

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