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Citroën “Tipo H”, fa 70 anni il papà di tutti i furgoni

Tutti i furgoni e gli autocarri leggeri di oggi, senza eccezioni, gli devono il solo fatto di esistere. La Citroën, dopo una serie di furgoncini basati sulle vetture di serie, alla fine degli anni 30 lancia la formula del veicolo commerciale “moderno”: trazione anteriore, muso corto, vano di carico sfruttabile in lunghezza e con un piano d’accesso basso e regolare.

La Citroën cominciò a produrre veicoli commerciali già all’inizio degli anni 20, poco dopo il lancio della “Type-A”, avvenuto nel 1919. Erano mezzi di dimensioni piuttosto ridotte e derivati da vetture già esistenti: sfruttavano la formula del telaio-piattaforma, che consentiva di modificare in modo facile e veloce la carrozzeria a seconda della destinazione del veicolo. Soltanto una decina di anni più tardi però, la Casa del Double Chevron – che  aveva giocato sicuramente in anticipo sui tempi la carta “furgoncino” – si trovò di fronte a un limite tecnico non indifferente: i suoi veicoli commerciali erano troppo piccoli e, quindi, poco adatti al trasporto di carichi pesanti.

Fu così che, nel 1936, i tecnici che avevano progettato la “Traction Avant” decisero di stravolgere la formula del furgone. Innanzitutto, la scelta cadde sulla trazione anteriore: si andava così a eliminare l’ingombrante tunnel di trasmissione, ottenendo un piano di carico basso e di forma regolare. Poi, si giocò sulla collocazione del motore: fu alloggiato sotto la cabina, riducendo lo sbalzo del muso e massimizzando, in questo modo, la lunghezza del vano di carico. Nasceva così, nel 1939, il “TUB” (acronimo che in francese sta per “Traction Utilitaire Basse”, ovvero “furgone a trazione anteriore con piano di carico basso”), cui  seguì, due anni più tardi, il “TUC” (mai andato in produzione a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale).

Otto anni più tardi, nel 1947, al Salone di Parigi Citroën presentò il “Tipo H”, logica evoluzione del “TUC”: oggi, insieme al capostipite “TUB”, è considerato a buon diritto il primo vero veicolo commerciale moderno. L’elemento di maggior innovazione rispetto alle serie precedenti risiedeva nella modularità del progetto. Il nuovo furgone, infatti, era disponibile in più configurazioni di carrozzeria: telaio più cabina (con varie possibilità di personalizzazione) e furgone corto, medio o lungo, con assetto normale o rialzato. I motori disponibili erano quattro: due benzina di 1,6 e 1,9 litri e due diesel di 1,8 e 1,9 litri. Le versioni con sospensioni idropneumatiche “autolivellanti” – peculiarità tecnica che per sessant’anni ha identificato la marca parigina – offrivano un comfort eccezionale, apprezzato soprattutto sui mezzi allestiti ad uso ambulanza e nel trasporto di carichi molto fragili.

Il “Tipo H”, insieme al Volkswagen Transporter, fu senza dubbio il più apprezzato furgone della sua epoca, e riscosse un buon successo commerciale in tutta Europa. Nel nostro Paese fu Citroën Italia a occuparsi delle vendite, offrendo infinite possibilità di personalizzazione a una clientela quantomai vasta e variegata. Questo “pioniere dei furgoni”, prodotto dal 1947 al 1981 in quasi 500.000 esemplari, vive oggi  una seconda giovinezza, ricercatissimo come veicolo a scopo pubblicitario e ancor di più come “camioncino-ristorante”, pronto a offrire ai nostalgici un pranzo fugace dal gusto decisamente retrò.

Alberto Amedeo Isidoro

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Categorie: AutoNews
Tags: citroën
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