Un pizzico di fortuna non guasta mai. Soprattutto quando devi confidare nella clemenza del meteo, ormai imprevedibile anche a primavera inoltrata. Ma il Concours d’Élegance Trofeo Salvarola Terme 2023, in programma dal 13 al 14 maggio, ha goduto di una quasi benevolenza degli dei che hanno risparmiato ai partecipanti, una sessantina in tutto, le precipitazioni abbondanti più volte citate nelle previsioni: anzi, il gran finale, tenuto nella cornice della modenese piazza Roma antistante la celebre Accademia e inserito tra le rassegne della Motor Valley Fest, ha beneficiato anche di un gradito squarcio di sole. Così il Concorso, giunto ormai alla 23esima edizione e benedetto dalla collaborazione con i Musei Ferrari e con il Cavallino rampante che ha colto l’occasione per mostrare ai presenti un apprezzatissimo esemplare della recente Purosangue, si è concluso nel migliore dei modi, grazie anche alla folta partecipazione del pubblico.
Alfa sugli scudi. Special guest di questa edizione, il Registro italiano Alfa Romeo: alla Casa del Biscione sono stati riservati, pertanto, molti dei premi previsti, dalle denominazioni, come spesso accade in questi casi, fantasiosi. Così, ad aggiudicarsi il trofeo per le “Alfa anteguerra, tanto di cappello”, è stata la 6C 1750 Gran Sport Cabriolet del 1930 di Antonio Pasquale; quello denominato “Nel dopoguerra arrivano le Alfa 2500”, la 6C 2500 SS Touring di Gigi Baulino, mentre il premio “Le Alfa 1900 e 2000 dei carrozzieri” alla 2000 Praho Touring di Corrado Lopresto, che come sempre ha portato in concorso un esemplare unico dalla storia particolare, trattandosi di una vettura finita per un lungo periodo a Singapore, verniciata di grigio e riportata al suo colore verde originale grazie a un minuzioso restauro effettuato dopo il suo ritorno in Italia, nel 2010. Ancora: la Giulietta Spider del 1960 di Gian Paolo Roversi si è aggiudicata il premio per le “Spider, coi capelli al vento”; la Giulietta Sprint del medesimo anno di Simone Montanari quello intitolato “Le Giuliette del boom, per gli amanti della velocità”; la 1750 berlina del ’68 di Daniele De Pietri Tonelli il riconoscimento destinato alle “Nuove Alfa 1750 e 2000”.
Cambio di registro. Fin qui, i premi riservati alle vetture del Biscione. Altri riconoscimenti, invece, hanno visto prevalere auto di marchi diversi. Come la Lancia Fulvia 2C del ’65 di Angelo Castelli, che si aggiudicata il trofeo “Viaggiare con la famiglia”, mentre alla Dino 246 GTS del ’74 di Davide Toni è andato il riconoscimento “Che bello viaggiare aperti” e all’Aurelia B20 quarta serie del ’54 di Remo Cesari quello destinato alle “Granturismo”. “E arrivano i rallies” ha visto prevalere la Fiat 124 Abarth stradale del ’73 di Roberto Polacci, mentre per il “DNA sportivo” è stata premiata la Lamborghini Diablo VT del ’92 di Daniele Ferrua.
Le regine. Molta attesa c’era, però, per la proclamazione della regina del Concorso e per le aggiudicatrici dei premi speciali, assegnati come tutti gli altri dalla giuria capitanata da Adolfo Orsi. A ritirare il premio per la miglior vettura dell’evento (il Trofeo Salvarola Terme realizzato dall’artista modenese Alessandro Rasponi e la Targa Città di Modena) dalle mani del sindaco Gian Carlo Muzzarelli è stato Antonio Pasquale, grazie alla sua elegante Alfa Romeo 6C 1750 Gran Sport Cabriolet Castagna del 1930 di Antonio Pasquale, che si è aggiudicato il trofeo “Best of Alfa Romeo”, mentre la vettura “Meglio conservata” è stata giudicata la Giulietta Sprint del ’60 di Simone Montanari e quella con la miglior verniciatura (“Best painting”) la Ferrari Dino 246 GTS di Davide Toni. Ultimi, ma non meno importanti, riconoscimenti sono stati assegnati per il “Miglior restauro” alla 6C 2500 SS Villa d’Este del ’49 di Nicola Livon. L’evento è stato arricchito, nella serata di sabato, da un incontro con Lorenzo Ramaciotti, già responsabile del design della Pininfarina e del Gruppo Fca, che ha ripercorso le tappe della sua brillante carriera e ha gettato uno sguardo sull’evoluzione dello stile dagli anni 60 ai giorni nostri.