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Dal mito allo scandalo, le origini del Diesel Volkswagen

Rivoluzionario, leggero, compatto e allo stesso tempo potente. Era il 1976 e la Casa di Wolfsburg sorprese il mondo con il nuovo motore Diesel montato sulla Golf. Fu un successo commerciale arrivato senza crisi fino ai giorni nostri.

La notizia che Volkswagen avrebbe installato, su alcuni suoi modelli di vetture Diesel destinate al mercato statunitense, un dispositivo in grado di falsare, riducendoli, i valori relativi alle emissioni inquinanti, rilevate durante i test di omologazione, è sulle pagine di tutti i giornali. Oggi l’ammissione da parte dei vertici della Casa di Wolfsburg, che getta discredito su un’immagine di serietà e di rigore, costruita in 70 anni di attività. È il risultato di una concorrenza esasperata oltre che di obblighi legislativi, che, specie negli ultimi anni, relativamente alle emissioni inquinanti dei motori, ha portato a uno sviluppo tecnologico rapido e sorprendente, oltre che ecologicamente opportuno.

Da decenni, sul motore Diesel, che teoricamente ha un rendimento termodinamico superiore rispetto al motore Otto (a benzina), tutte le Case automobilistiche hanno investito molto, cercando di migliorarne le prestazioni e di limitarne le emissioni inquinanti, decisamente penalizzanti. Tra le Case all’avanguardia, a questo proposito, c’è proprio la Volkswagen, che quasi quarant’anni fa, nel settembre 1976, lanciò il primo motore Diesel “veloce”: un 4 cilindri di 1471 cm³, direttamente derivato dal suo “benzina” di pari cilindrata, che erogava 50 CV a 5000 giri/min e andava ad equipaggiare la Golf.

Un Diesel rivoluzionario, piccolo, leggero e potente come mai nessuno prima lo era stato, capace di far superare alla vettura i 140 km/h e che costrinse la concorrenza alla rincorsa. Nel 1980 la cilindrata salì a 1588 cm³ e la potenza a 54 CV. Nel 1982 arrivò la versione turbo (1588 cm³ , 70 CV), montata sulla più sportiva Golf GTD, una vera icona che filava a 160 km/h e che ebbe un successo di vendite straordinario e fu riproposta in tutte le serie successive della Golf.

Questi motori naturalmente andarono ad equipaggiare altri modelli Volkswagen, come la Passat (nel 1977), ma anche l’Audi 80, che proprio con la serie lanciata alla fine degli anni 70, iniziò il suo successo travolgente. Duole perciò rilevare questo “scivolone”, che sta provocando un danno di immagine ed economico senza precedenti al Gruppo di Wolfsburg.

Maurizio Schifano

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Categorie: AutoNews
Tags: Volkswagen
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