È mancato, all’età di 92 anni, Guido Lamperti, uno degli appassionati più conosciuti nel mondo delle auto d’epoca. Per tutti, il prototipo del “vero lancista”, elegante, gioviale, di buona cultura, mai una parola fuori posto, sempre pronto a lodare e incoraggiare i giovani che incontrava ai raduni, amico di tutti, disponibile a portare le sue auto sia nei concorsi di eleganza più acclamati sia anche solo alla sagra di paese organizzata dagli amici.

Un garage da sogno. Già, le sue auto, forse le Lancia (e non solo) più significative e rare sono ancora custodite nel suo garage, impossibile citarle tutte, di primo acchito vengono in mente le Astura, le Lambda, le Aurelia, ma anche “pezzi da novanta” più recenti ed assolutamente esclusivi come la Fulvia Sport Zagato spyder, dalla livrea arancione, one one-off celebrata anni fa anche da Ruoteclassiche.

Giù il cappello. “Voi siete la nostra bandiera”, mi aveva detto di recente, quando avevamo scattato delle foto di uno dei suoi tanti gioielli, “ricordatevi che gli appassionati come me si abbeverano al vostro sapere, siete gli unici e non avete rivali”. Troppo buono, Guido. D’altronde la sua generosità era pari alla sua grande conoscenza della tecnica dell’auto. Un eterno giovanotto, così come lo ha definito un altro “ragazzo del 30”, Mario Righini, “una persona che quando lo incontravi ti toglievi il cappello”. Ciao Guido, ci mancherai, davvero.