É vero che un’asta senza Ferrari perde molto in termini di fascino e allure e che gli organizzatori fanno in modo di averne sempre qualcuna tra i lotti, ma quello che andrà in scena l’11 ottobre a Zurigo è una sorta di festival del Cavallino Rampante, con ben 33 esemplari in vendita. La cosa più incredibile peraltro è che provengono tutti da un’unica collezione, la quale comprende tra le altre anche numerose Pagani, per un totale di 42 vetture.
Una Daytona con tutti i crismi
Molte sono Ferrari degli ultimi 10-15 anni, ma se la più vecchia è una 365 GT 2+2 del 1968, la 365/4 GTB “Daytona” del 1973 che viene proposta a 400.000 franchi svizzeri (circa 430.000 euro): è un modello che ultimamente sta riscuotendo grande successo, soprattutto se si tratta dei primissimi esemplari, quelli con l’iconico muso vetrato di plexiglass. Proprio come questa, completamente restaurata nel 2014, certificata Ferrari Classiche nel 2024 con l’ormai mitologico “Libro Rosso” e con la sua storia dettagliata redatta dalla massima autorità in materia di Ferrari, Marcel Massini, un uomo consultato come un oracolo dai maggiori collezionisti e più affidabile della riserva aurea in tempi di guerra.
Solo 38 al mondo e va solo in pista
Facciamo un salto in avanti fino al 2008 per una FXX Evo, una delle sole 38 costruite. Il colore non è quello originale, si tratta infatti di una pellicola adesiva che ricopre il classico Rosso Corsa, mentre il contachilometri è fermo a 2.711, prevedibile vista la natura della vettura, non omologata per uso stradale. Presentata nel 2005, la FXX era un’evoluzione della Enzo, rispetto alla quale presentava una coda più lunga con profili alari per aumentare la deportanza, mentre il V12 era stato portato a 6.3 litri raggiungendo 800 CV, con prestazioni da urlo: da 0 a 100 km/h in 2,7 secondi e 345 km/h. Solo in circuito però, destino comune anche a questa, terzultima vettura costruita e consegnata nuova con specifiche Evo, che includevano una carrozzeria leggermente rivista, una centralina rimappata, un controllo della trazione e una telemetria di bordo migliorati. Si pensa possa passare di mano per quasi 4 milioni di euro.
Una F40 molto svizzera
Andando a spasso nel tempo è inevitabile prima o poi incontrare una F40 e questa in vendita è tra gli ambiti esemplari sprovvisti di catalizzatore e sospensioni regolabili. Come attestato dalla relazione dell’esperto Marcel Massini, fu prodotta a dicembre 1989 e venduta al suo primo proprietario, lo svizzero Heinz Lussi di Effretikon, un mese dopo. Presenta la classica combinazione Rosso Corsa, interni di Stoffa Vigogna anch’essa rossa ed è rimasta sempre nel Paese elvetico, con altri due proprietari a godere del suo violento V8 biturbo da 478 CV; nel febbraio 2022 è stata certificata da Ferrari Classiche, che ha confermato la presenza di motore, cambio e carrozzeria con numeri corrispondenti. Ora, con soli 11.882 chilometri percorsi, è pronta per trovare un nuovo proprietario, purché disposto a sborsare circa 2,5 milioni di euro.
Un’icona sportiva del Cavallino
La vera regina - lo dimostra il fatto che abbia la quotazione più alta, oltre 5 milioni di euro – è però la 333 SP, modello iconico e dalla grande importanza storica. É stato il primo prototipo da corsa di Maranello dopo quasi 20 anni e ha avuto una brillante carriera agonistica, con vittorie alla 24 Ore di Daytona e alla 12 Ore di Sebring, 69 pole position, 56 vittorie assolute e otto di classe, tra cui una in categoria LMP1 alla 24 Ore di Le Mans del 1998. Proprio del 1998 è questo esemplare, equipaggiato con il V12 F310E di 4.0 litri derivato da quello utilizzato sulla 640, ovvero la monoposto di Formula 1 della stagione 1990. Utilizzato dal team di proprietà dell’ex pilota di Formua 1 Jean-Pierre Jabouille e guidato anche da Vincenzo Sospiri, ha vinto il titolo ISRS del 1998 e due anni dopo è stata venduta a una collezionista belga, per poi finire in Canada. Dopo la certificazione da parte di Ferrari Classiche nel 2010, nel 2021 è passata all’ultimo proprietario che nel 2022 l’ha portata al Goodwood Festival of Speed.