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Fiat Croma: alto di gamma funzionale

Ammiraglia si, funzionale pure: era il 1985 e la Fiat Croma coniugava il comfort da auto di alta gamma e il pratico portellone da auto per famiglie.  

La Fiat Croma è stata tra le protagoniste assolute della storia italiana a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, era l’auto del potere: le tribune politiche dei TG la immortalavano spesso mentre piombava a sirene spiegate all’ingresso di Montecitorio. 23 maggio 1992. L’Italia si ferma. Le immagini agghiaccianti di tre Fiat Croma sventrate fanno il giro del mondo. Quel pomeriggio Giovanni Falcone rimase ucciso insieme alla moglie Francesca e 3 agenti della scorta nel tragico attentato a Capaci (Pa). Al netto di questa brutta storia, la Croma stata è uno dei modelli più apprezzati della gamma Fiat nell’era del “Pentapartito”: è confortevole, ha una vasta gamma di motorizzazioni, ma soprattutto ha un ampio portellone che ne amplifica le possibilità di utilizzo. 

Comfort condiviso. La Fiat Croma, lanciata nel 1985, è il secondo modello del progetto “Tipo 4” che vede lo sviluppo di 4 modelli basati su un pianale comune: Lancia Thema (1984), Fiat Croma e dal 1987 Alfa 164 e Saab 9000. L’autotelaio, le sospensioni, le porte, il padiglione, gli impianti di condizionamento e circuito frenante sono in condivisione con gli altri modelli. Se la cugina Lancia Thema ha una vocazione più elegante e istituzionale, per la Croma viene posto l’accento sulla funzionalità. Per questo motivo Tom Tjaarda, all’epoca in forza al Centro Stile Fiat e Giorgetto Giugiaro (Italdesign), già autore della Lancia Thema, optano per una configurazione 5 porte, con portellone posteriore invece della canonica berlina 3 volumi 4 porte.

Scelta vincente. Il progetto “Tipo 4” riprendeva e portava a compimento alcuni concetti del Prototipo VSS sviluppato nel 1981 da Renzo Piano e I.De.A. Institute. Realizzato sulla base della Fiat Ritmo, il “Veicolo Sperimentale a Sottosistemi” introduceva una nuova concezione del sistema produttivo. La carrozzeria e l’autotelaio venivano suddivisi in “sottosistemi” al fine di velocizzare la produzione e sviluppare un’intera gamma di modelli, ognuno con la propria caratterizzazione partendo dai sottosistemi in condivisione: frontale e cofano motore, fiancate, portiere e passaruota, posteriore e tetto.

Motori intelligenti. Inizialmente la Fiat Croma adotta motori a benzina disponibili sia a carburatore che a iniezione, i primi vengono proposti nelle cilindrate da 1.6 e 2.0. I motori a iniezione, solo 2.0 sono disponibili, in variante aspirato e turbo (117 e 155 cv, poi 165). Apprezzata da tassisti, rappresentanti e liberi professionisti, la Croma offriva, ovviamente, anche motori a gasolio: un 2.5 da 75 cv, e un più consono 2.4 turbodiesel da 100 cv. Importante l’introduzione della “Croma CHT” (Controlled High Turbolence) con il 2 litri da 90 cv (98 cv dal 1989) che adottava un innovativo sistema ad alta turbolenza controllata sviluppato da Yamaha. Questo prevedeva l’aspirazione a geometria variabile, una soluzione che garantiva un’erogazione più fluida ai bassi regimi e consumi ridotti nell’uso urbano. Nel 1988 arriva la 1.9 TD.id. da 92 cv, anche in questo caso si tratta di un motore molto avanzato: è il primo turbodiesel a iniezione diretta prodotto in serie. Inoltre, con una cilindrata inferiore ai 2 litri non era soggetto all’“IVA pesante”. Un successo annunciato.

La favorita. La Croma era innanzitutto un’auto pratica, ma pur sempre un’auto di rappresentanza. Per questo era la favorita del patron di casa Fiat, Gianni Agnelli. “L’Avvocato”, amante delle fuoriserie commissionava le sue vetture speciali al Reparto Esperienze Fiat. Seguendo i suoi desiderata, i modelli da lui indicati venivano prelevati direttamente dalle linee di montaggio e modificati per soddisfare esigenze particolari come l’installazione di trasmissione e climatizzatore automatici su modelli che non lo prevedevano. Vetture di serie che non davano nell’occhio, potenziate e allestite con specifiche uniche. Del resto, essere Presidente della Fiat doveva pur comportare “qualche” privilegio, no? “Una cosa fatta bene, può essere fatta meglio” era solito ripetere.

Le triplette dell’Avvocato. Gianni Agnelli ha avuto in totale 9 Fiat Croma, consegnate a gruppi di 3 tra il 1986 e il 1993. Le prime sei (tra il 1986 e il ‘90) erano realizzate sulla base della Turbo I.E., ma il motore era il 2.8 6V PRV della Lancia Thema, più idoneo all’installazione del cambio automatico 3 rapporti. Tutte riprendevano la configurazione preferita dall’Avvocato: verniciatura argento metallizzato e interni in velluto blu. Le auto erano usate per i suoi spostamenti a Torino e Roma, la seconda delle vetture consegnate, destinata alla scorta veniva usata spesso da suo figlio, Edoardo Agnelli. Il lotto delle ultime tre auto, consegnate nel 1993 erano invece su base 2.5 V6: anche in questo caso il motore viene sostituito, in favore di un più potente 3.0 V6 “Busso”, lo storico 6 cilindri Alfa Romeo. Il cambio automatico era imprescindibile perchè consentiva a Gianni Agnelli di guidare nonostante la scarsa mobilità della sua gamba sinistra. Eccezion fatta per le limousine su base Lancia Thema 6V e Lancia K 3.0 V6 (in uso a Parigi, o presso la dirigenza di Toro Assicurazioni), l’Avvocato Agnelli guidava personalmente le sue vetture. Stranamente le ultime Croma avevano i rivestimenti in pelle blu e non in velluto, generalmente preferito perché meno sensibile alle escursioni termiche.

Onorata carriera. Nel 1991 la Fiat Croma subisce un restyling: i fari anteriori sono più sottili e riprendono lo stile della Tempra, nuova anche la fanaleria posteriore, rinnovata nelle grafiche e bruniti. Nel 1993 al vertice della gamma viene introdotta la Croma 2.5 V6. La nuova 6 cilindri è equipaggiata con il motore “Busso” da 2492 cc e 160 cv, ripreso dall’Alfa 155: un motore molto elastico che donava prestigio all’ammiraglia torinese. La Fiat Croma viene prodotta nello stabilimento Fiat di Mirafiori fino al dicembre 1996. Indicata internamente come “Tipo 154” totalizza quasi 440 mila esemplari. Nel 2005 il nome Croma viene riproposto per una nuova vettura, ma è tutta un’altra storia…

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