Alessandro ha 21 anni e vive in un paesino immerso nel verde della Mediavalle del Serchio, tra Lucca e la Garfagnana. Per i suoi viaggi, brevi o lunghi che siano, usa sempre le sue Fiat Ritmo. Ecco perché.
Incontriamo Alessandro a Torino: la sua Ritmo Targa Oro è una delle circa settanta sbarcate in città per festeggiare con il Fiat Ritmo Club Italia i quarant'anni del modello. "Sin da bambino ho la passione per le auto e le moto d'epoca, tanto da avere oggi una collezione abbastanza importante - spiega Alessandro -, ho una cinquantina tra vespe e moto e una decina di autovetture ma la Ritmo, lei è nel mio cuore da molto prima".
Galeotta fu la Ritmo beige. Incuriositi, gli chiediamo come, dove e quando tutto ebbe inizio. "Quando ero piccolo, spesso mio papà mi portava con sé da un signore molto anziano che gli riparava vecchi orologi da polso", racconta. "Passando per quella stradina con la Vespa, vedevamo sempre una Ritmo 60 CL beige parcheggiata, molto molto malconcia ma in uso. Ogni volta mio papà mi raccontava di aver posseduto una 60 L Bianca del 1982 e di aver vissuto con lei alcune dei momenti più felici della sua gioventù. Ricordo che quei racconti mi appassionavano tanto e per me erano meglio delle fiabe raccontate dalla nonna".
Di padre in figlio. "Crescendo poi, maturata la passione per le vetture e acquistata un po' di competenza nei restauri (quantomeno le cose fondamentali per ottenere un bel risultato, sono ancora giovane e ho tanto da imparare), continuavo ad avere il chiodo fisso della Ritmo prima serie" continua Alessandro. "La reputavo quasi una leggenda e lo dico senza esagerare: in vita mia ne avevo viste veramente pochissime. Volevo possederne una - spiega -, avere l'auto che aveva mio padre da giovane, provare, in una parola, le stesse sensazioni che aveva provato lui".
Affare fatto. "Un giorno - prosegue Alessandro -, poco tempo dopo aver conseguito il diploma di maurità, accendo il mio computer e inizio a curiosare tra gli annunci di auto on line: quello che mi trovo davanti agli occhi ha per me dell'incredibile. Una S 75 nera in vendita a pochissimi chilometri da casa mia. Telefono subito a mio padre che, entusiasta quanto me, decide di accompagnarmi a vedere la macchina. La trattativa è più breve del previsto: acquisto una Ritmo prima serie, ben conservata e pure ben accessoriata!".
L'appetito vien mangiando. Chiediamo ad Alessandro se e cosa ha dovuto fare per riportare la sua Ritmo allo splendore di un tempo. "Non molto, a essere sinceri" spiega. "Sono stati sufficienti una bella lavata e un restauro conservativo delle parti esterne e interne. Era infatti completa di tutti i componenti originali, peraltro in buonissimo stato di conservazione". Ma la S 75 non è l'unica Ritmo che custodisce gelosamente in garage. "A qualche mese di distanza - racconta - è arrivata nientemeno che una Cabrio S85 prima serie e poi una 65 Targa Oro del 1980 (la sua preferita, ndr) completamente conservata che sono andato a prendermi in un paese del Vicentino". Ci sono tutte? "Sì, o meglio, una nuova arrivata c'è", precisa Alessandro. "Da qualche giorno sono proprietario di una 60 L Bianco Corfù del 1982, simile a quella che aveva mio padre, ma la mia è più rara - precisa -, è una tre porte".
Un amore condiviso. La passione per le storiche, negli anni, ha portato Alessandro a conoscere tanti amici. "Su tutti il presidente del Fiat Ritmo Club Italia Marco Reggio, che ringrazio per il supporto datomi a ogni acquisto e per l'entusiasmo genuino che infonde sempre in tutti i soci", dice Alessandro. Che, man mano, diventa sempre più esperto. "Posso dire di arricchire quotidianamente il mio piccolo bagaglio di cultura personale sulla Ritmo. La adoro, è un'icona di un periodo storico che avrei davvero voluto vivere. Guidarla oggi mi fa capire cosa significava essere automobilisti in Italia negli anni 80" conclude inserendo una cassetta di Battiato nella radio della sua Targa Oro.