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Citroën GS Break: l’idropneumatica al servizio del carico

A un anno dalla presentazione della GS, Citroën lancia nel 1971 la versione station wagon, che assume la denominazione “Break”. Basata sul pianale della berlina, essa ne conserva il motore di 1015 cm³ e, soprattutto, le sospensioni idropneumatiche che mantengono un assetto sempre costante indipendentemente dal carico.

Nel 1971 la GS riceve l’ambito premio di “Auto dell’anno”, deciso da una giuria di giornalisti specializzati, che la scelgono sia per l’originalità estetica, opera dello stilista della Casa francese Robert Opron, sia per le sofisticate soluzioni tecniche, impossibili da trovare su una vettura di questa categoria. Ci riferiamo alle sospensioni come quelle della sorella maggiore DS, ma anche al motore a quattro cilindri contrapposti raffreddato ad aria in lega leggera con una elevata potenza specifica (55 CV/litro Din) e un albero a camme in testa per ogni coppia di cilindri. Tutte caratteristiche che, come anticipato, rimangono invariate sulla Break, introdotta nell’estate di quell’anno, erede di una lunga tradizione Citroën nell’ambito delle vetture familiari. Già la gloriosa Traction Avant era offerta col portellone posteriore, cui seguirono la ID con configurazione anche a sette posti e quindi la più piccola Ami 6 Break, che ebbe addirittura più successo della berlina. Ma torniamo alla nostra GS con carrozzeria station wagon.

Portellone avvolgente. Il 2 settembre 1971 il neo presidente del gruppo Citroën SA François Rollier è al Bois de Boulogne, a Parigi, per la conferenza stampa di presentazione del nuovo modello. Gli è accanto il presidente e direttore generale della Sociéte Anonyme Automobiles Citroën, Raymond Ravenel, che illustra ai giornalisti le caratteristiche della nuovissima GS Break. La carrozzeria è identica a quella della berlina sino alle portiere posteriori comprese: da qui in poi la coda è inedita, con un terzo finestrino di forma quasi rettangolare e un portellone con il lunotto in cristallo che prosegue nella parte superiore del tetto fino a superare lo spigolo e allungarsi per qualche centimetro nel padiglione. Luci, paraurti e cornice in acciaio inox intorno alla coda sono invece uguali alla berlina.

Trasporto di delfini. La Break cinque posti è disponibile negli allestimenti Confort e Club, quest’ultimo più completo e meglio rifinito, ma c’è anche la versione Commerciale a due posti, che mantiene le quattro porte ma non dispone del sedile posteriore. Ci sono poi i modelli con due sole porte e due soli posti: la Break Service Club, riconoscibile per il finestrino posteriore lungo quasi tutta la fiancata, e la Break Service Confort, nella quale il finestrino laterale è sostituito dalla lamiera. La versione a quattro porte sarà naturalmente la più richiesta. Una volta abbattuto, con un semplice gesto, il sedile posteriore si ottiene un volume di carico di 1,51 m³ ottimamente accessibile grazie a un portellone largo 96 cm e alto 86 cm. Grazie a tutto questo spazio e al confort delle sospensioni idropneumatiche, nel 1972, quattro GS Break verranno inviate all’aeroporto di Orly per accogliere e caricare altrettanti delfini provenienti dagli Stati Uniti e destinati al parco acquatico di Marineland ad Antibes, 900 chilometri più a sud.

Assetto costante. Nel catalogo dell’epoca si sottolineano le caratteristiche che rendono questo modello differente dalle concorrenti: “Lussuosa, comoda, spaziosa, la GS Break è soprattutto la prima break della sua categoria dotata della famosa sospensione idropneumatica. Per una break la sospensione idropneumatica è un notevole vantaggio, collegata a correttori di assetto che mantengono la vettura ad una altezza costante dal suolo indipendentemente dal carico cui è sottoposta. Così la GS Break anche a pieno carico (420 kg) conserva in ogni circostanza l’eccezionale tenuta di strada e il confort che sono alla base del successo della berlina”. E poi ancora: “Ideale per il lavoro, ma anche per lo svago, la GS Break è più duttile e servizievole di una granturismo, ma più elegante e confortevole di una familiare”.

Più cara delle rivali. La Break seguirà l’evoluzione tecnica ed estetica della berlina, dal motore con cilindrata portata a 1222 cm³ (settembre 1972) fino alla nuova GSA uscita a settembre del 1979, con motore di 1299 cm³, paraurti in plastica e nuovo cruscotto. La fine della produzione avverrà nel 1985. Canto del cigno l’elegante serie speciale Break Cottage di 1850 esemplari. In Italia la GS Break Club è disponibile in versione Confort e Club. Quest’ultima è la più richiesta ed è in listino a 1.530.000 lire. Vediamo le concorrenti. La Ford Escort Estate tre porte costa 1.187.000 lire, la Ford Taunus 1300 SW XL 1.439.000 lire; la Fiat 128 Familiare tre porte 1.250.000 lire, la Fiat 124 Familiare 1.300.000 lire; la Opel Kadett Caravan 1.310.000 lire; la Peugeot 204 Break 1.375.000 lire; la Renault 12 Break 1.455.000 lire; la Simca 1100 Break GLS 1.249.000 lire e la Simca 1301 Break Special 1.349.000 lire. Sarà per il prezzo un po’ alto, sarà perché le station wagon non sono ancora un fenomeno di moda, fatto sta che la GS Break non trova da noi molti compratori: nel 1972 se ne vendono infatti poche decine di esemplari al mese, contro una media di 2000 esemplari, sempre al mese, di GS berlina. La situazione migliorerà negli anni successivi, ma resta il fatto che oggi una Break è un oggetto molto raro. La quotazione Ruoteclassiche in categoria A+ è di 5300 euro.

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