IWC è un marchio tra i più conosciuti e apprezzati dai cultori della bella orologeria da polso, quella connotata da una continua attenzione al rigore del design e all’eccellenza meccanica.
IWC deve parte di queste sue pregevoli caratteristiche proprio alla particolarità delle origini. Contrariamente alla maggioranza delle produzioni Swiss made, non nasce dallo sviluppo di un laboratorio artigianale o dall’unione di due soci in affari (generalmente un orologiaio e un commerciante, consuetudine cui si fa risalire l’usanza del doppio nome che ancora oggi contraddistingue molte maison). La manifattura venne fondata nel 1868 sullo slancio e la lungimiranza di Florentine Ariosto Jones, un imprenditore americano, giovane ingegnere di Boston, la cui visione voleva unire la razionalità produttiva a stelle e strisce con la competenza elvetica nella meccanica di precisione, il tutto applicato alla realizzazione di strumenti del tempo di nuova generazione e in linea con quella rivoluzione industriale che iniziava ad affermarsi tra America ed Europa.
Una visione proiettata nel futuro. Non a caso, la denominazione scelta non è evocativa o legata a qualche persona, ma la sigla IWC (International Watch Company) è un’immediata dichiarazione d’intenti. Anche il luogo scelto per la fondazione è particolarmente significativo: a Schaffhausen, nella Svizzera tedesca, costruendo un nuovo stabilimento in prossimità delle veloci acque del fiume Reno e dei suoi impianti idraulici, all’epoca la migliore fonte di energia. Se a questo si aggiunge che la zona vantava una lunga tradizione nel campo dell’orologeria ed era ben allacciata alla rete ferroviaria, si può ben immaginare quanto questo scenario - inedito per il tradizionale mondo delle lancette - fosse denso di nuove e interessanti aspettative.
Pietre miliari. Aspettative che mai vennero deluse e che ancora oggi collegano direttamente il marchio IWC a una produzione di qualità, con caratteristiche tecnologiche e di design sempre all’avanguardia, mai all’inseguimento delle tendenze di moda, ma che lavora nel continuo aggiornamento di collezioni che hanno fatto epoca. Dai modelli professionali come il Pilot’s Watch e l’Ingenieur fino al subacqueo Aquatimer, passando per la collaborazione con Porsche Design degli anni 80 e l’attuale evoluzione del Portoghese e del DaVinci, rispettivamente il fiore all’occhiello di IWC in fatto di classicità e complicazione meccanica.
CALENDARIO E CRONOGRAFO INSIEME
L’accostamento di calendario e cronografo è un fatto piuttosto raro nell’orologeria classica, ma il marchio di Schaffhausen ha da sempre abituato appassionati e collezionisti a strumenti del tempo innovativi e con alte prestazioni. Questo nuovo modello, presentato in anteprima al Salone di Ginevra del 2017, è stato giustamente inserito nella collezione DaVinci che, fin dagli anni 80, raccoglie gli orologi “complicati” di IWC. Disponibile con cassa sia in oro rosso sia in acciaio (come quello nella foto sopra), ha movimento automatico di manifattura con 68 ore di riserva di carica e che visualizza sui contatori del quadrante le indicazioni del calendario perpetuo (giorni, date, mesi, anni e fasi di luna) e del cronografo (con dispositivo flyback). Bel tocco di stile la scelta di affidare a Santoni la realizzazione artigianale dei cinturini in alligatore.