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24/01/2021 | di Paolo Sormani
La Cobra di Carroll Shelby vale un patrimonio!
Un collezionista americano è il nuovo proprietario della "CSX 3178", l'unica Cobra 427 appartenuta a Carroll Shelby.
24/01/2021 | di Paolo Sormani

Un collezionista americano ha sborsato quasi sei milioni di dollari per assicurarsi l’unica Cobra personale del pilota e costruttore Carroll Shelby. È sempre rimasta nel suo ranch in Texas e ha cambiato motore e colore, prima del restauro alle condizioni del 1966.

Certe volte, il martelletto di legno del battitore d’asta risuona di gloria quando batte sul piattello. Se è accaduto anche per la Cobra 427 posseduta da Carroll Shelby, nessuno se n’è accorto, perché nella sala è scoppiato il pandemonio. Un collezionista non ha esitato a rilanciare fino a quasi sei milioni di dollari, pur di assicurarsi un pezzetto di storia dell’auto americana, all’asta Mecum di Kissimmee, in Florida. L’unica 427 personale di Shelby non è la Cobra più cara in assoluto: il record lo detiene ancora la 260 small block “CSX 2000”, cioè la prima costruita in assoluto. È considerata la vettura più importante della storia del marchio. Messa all’asta nel 2016 dalla Fondazione Shelby, è stata aggiudicata da RM Sotheby’s a qualcosa come 13.750.000 dollari! La cifra sembra, anzi è astronomica, ma è vero che gli americani sono molto attaccati alla propria tradizione racing e quando occorre, non badano a spese.

Un regalo ben meritato. La Cobra numero di telaio CSX3178 è stata l’unico gioiello della corona di Carroll Shelby personale dal giorno in cui è stata costruita, fino alla morte del pilota e costruttore texano, sopravvenuta nel maggio del 2012. Alla bella età di 89 anni e con sette matrimoni alle spalle - niente male, per un pilota cardiopatico degli anni Cinquanta che si teneva su a compresse di nitroglicerina. Probabilmente si trattò di un premio personale per la vittoria della Shelby Cobra nella classe III del Campionato del mondo Costruttori GT del 1965, dopo oltre un decennio di dominazione Ferrari. L’auto fu recapitata dalla AC Cars al capannone della Shelby American adiacente all’aeroporto internazionale di Los Angeles. Con il classico telaio di acciaio in tubi e sospensioni a molle elicoidali, la carrozzeria in alluminio, gli interni neri, ma senza motore e trasmissione, da assemblare in loco. La Shelby American aprì la pratica di costruzione con specifica “427 Street Cobra CSX3178” il 7 gennaio del 1966, per chiuderlo il 3 marzo quando fu spedita al ranch di Shelby a Dallas. Erano gli stessi giorni in cui la Ford GT-40 MKII trionfava a Daytona.

I cavalli non sono mai abbastanza. In origine la vettura era verniciata in grigio antracite, una delle cinque vendute in questa tinta. Nel ’72, il texano affidò allo specialista Mike McCluskey la nuova verniciatura nel classico blu racing americano Guardsman, con il muso dorato e i cerchi in lega Sunburst coordinati. A un certo momento, il V8 originale da 427 pollici cubi, alimentato da un paio di carburatori quadricorpo e associato al cambio manuale Toploader a quattro marce, sembrò non essere più sufficiente per divertirsi. Shelby lo scambiò per un altro di pari cubatura, ma su specifiche NASCAR con teste in alluminio e trasmissione automatica. Nel 2002 il costruttore la affidò alla propria sede di Las Vegas per ridipingerla in rosso. Alla sua scomparsa, l’auto fu acquistata dal suo patrimonio, per entrare in un processo di restauro alla Legendary Motorcar Company. Una volta terminato, nel 2019, la Cobra era tornata alle condizioni originali del 1966.

Icona americana. Se è vero che ogni Cobra è diversa dalle altre (e le 427 lo sono ancora di più), questa è particolarmente unica – e non solo perché è completa dei documenti e delle fatture di vendita originali. In termini americani, è l’equivalente della Ferrari 330 GT 2+2 di rappresentanza del Drake. Carroll Shelby raccontò che il nome delle sua auto da corsa gli venne in sogno: “Mi svegliai e scarabocchiai il nome Cobra su un bloc notes che tenevo sul comodino, mi serviva per le idee che mi passavano per la testa. La mattina dopo, al risveglio, vidi cos’avevo scritto e sapevo che quello era il nome giusto”. E immaginatevi cosa si può provare sedendo sullo stesso sedile sul quale Carroll Shelby in persona si divertiva guidando e chiacchierando con amici e piloti. “Mi piace portar fuori la mia 427 la domenica pomeriggio quando sono giù in Texas”, raccontava. “Amo guidarla attraverso tutti quei pini, ti danno l’impressione di filare a 240 all’ora anche se stai andando solo a 140”. Una sensazione che non ha prezzo. Anzi, ce l’ha: e vale un patrimonio.

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