Mercedes-Benz 300 SEL 6.8 AMG: il ritorno del Porco Rosso - Ruoteclassiche
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05/03/2021 | di Paolo Sormani
Mercedes-Benz 300 SEL 6.8 AMG: il ritorno del Porco Rosso
La Classic Motors di Artur Brechtel riporta in auge la "Rote Sau", la mitica Mercedes-Benz 300 SEL 6.8 che dette spettacolo alla 24 Ore di Spa del '71.
05/03/2021 | di Paolo Sormani

Lo specialista tedesco Arthur Bechtel di Classic Motors ha messo in cantiere una serie di repliche della AMG 300 SEL “Rote Sau”, la leggendaria berlina da corsa rossa che conquistò il secondo posto assoluto alla 24 Ore di Spa nel 1971. Prezzo: da 350mila euro.

Oggi AMG è il brand globale che designa i modelli performanti Mercedes-Benz. Alla boa del 1970, la sigla era conosciuta solo dai pochi appassionati che amavano veder correre le berline tedesche. Una specie di braccio violento della stella a tre punte. L’officina AMG Motorenbau und Entwicklungsgesellschaft (ricerca e sviluppo) era stata fondata appena nel 1967 dagli ex tecnici Mercedes Hans Werner Aufrecht ed Erhard Melcher ad Affalterbach, una sgasata a nord di Stoccarda. Entrambi avevano maturato esperienza sui propulsori performanti a partire dai modelli della serie 300 SE (W109 e W112). Nello scegliere l’indipendenza, si costruirono rapidamente una reputazione fra i piloti Turismo privati spremendo il meglio dai motori standard. Finché, nel 1971, la AMG decise di fare il grande passo e realizzare da sé la prima auto da corsa. Non da zero: sempre con la 300 SEL come riferimento, stavolta montando il motore V8 M100 da 6.3 litri della limousine W100 nel vano che normalmente ospitava il sei cilindri in linea della W109. Fu il primo passo per trasformare l’opulenta berlinona di rappresentanza in una muscle car coi fiocchi. Anzi, la più veloce in produzione del suo segmento, dal pedigree sportivo brevissimo, ma abbastanza significativo per fare della “Rote Sau”, il Porco Rosso, un protagonista delle fiabe teutoniche sulle auto da corsa.

Il rosso che non passa di moda. Mezzo secolo più tardi, Arthur Bechtel, lo specialista della Classic Motors di Böblingen, in Germania, ha replicato la Mercedes da corsa partendo da un esemplare di 300 SEL 6.3, costruita dal 1967 al 1971. La prima commissione era arrivata da un cliente coreano. Il risultato è stato così eccellente, che in breve Bechtel si è ritrovato sulla scrivania una serie di richieste dagli appassionati del marchio. In breve la “Rote Sau” è entrata nella filiera di riproduzione con cinque vetture all’anno. Vista da fuori, fa impressione per la fedeltà all’originale del 1969. Identica in tutto e per tutto, dal musone alle decal degli sponsor. La differenza è nelle prestazioni, visto che il V8 si ferma a 250 cv, comunque rispettabili. Però si può scegliere fra il cambio manuale ZF a cinque marce, o mantenere l’automatico di serie sul modello d’origine. Anche il comfort è “à la carte” optando fra le sospensioni racing ribassate per divertirsi un po’, o godersi quelle ad aria da limousine per il massimo della comodità. In teoria, si può partire da qualsiasi 300 SEL W 109 non importa in quale stato di conservazione, perché il processo di clonazione è integrale. La carrozzeria è modificata sui passaruota per copiare gli originali e verniciata nel rosso originale, il colore della prestazione superlativa e… della cotica bollita. Gli interni sono in elegante in pelle nera, compresi i sedili racing di pilota e co-pilota. Stranamente, resta al suo posto la panca da tre posti posteriore, per quanto gli eventuali passeggeri dovranno fare i conti con l’assenza delle cinture Sparco e la presenza ingombrante del roll cage.

Un’icona da corsa tedesca. In passato il mito del Porco Rosso (o Scrofa, visto che l’auto è femminile: ma non suona altrettanto bene) era stato riletto da più di una replica. Nel 2006, la stessa AMG ne aveva allestita una appositamente per il Salone di Ginevra. Anche in questo caso precisissima fuori, con la portiera lato passeggero NOS e sfruttando i pezzi di ricambio period perfect recuperati da mezza Europa. Per motivi di tempo, il motore era rimasto il 6 cilindri in linea “sbagliato”. Aufrecht e Melcher avevano invece alesato il V8 a 6.8 litri gonfiando la potenza massima oltre i quattrocento cavalli. Scelsero anche di sostituire la trasmissione automatica da limousine con quello manuale sportivo. La necessaria opera di dimagramento fu effettuata sostituendo le grosse portiere in acciaio con i pannelli in alluminio, mentre furono aggiunti parafanghi abbasanza ampi per coprire i gommoni da corsa calzati dalle ruote da 15 pollici. Anche gli interni furono ridotti alla coppia di sedili sportivi protetti dal roll cage. Fu al suo stupefacente debutto nella 24 Ore di Spa del 1971, che la AMG 300 SEL si guadagnò l’affettuosa irriverenza del soprannome “die Rote Sau”. Beh, la Mercedes tirò fuori il cinghiale che era in lei, visto che alla fine vinse la sua classe e tornò in officina con il trofeo del secondo posto assoluto, conquistato alle spalle di una Ford Capri. Un debutto così eccezionale fece decollare le quotazioni della AMG, destinata a fare parecchia strada nel tuning Mercedes e, più avanti, nella costruzione di motori da corsa per competere a livello internazionale.

Alla fine ne fecero salsicce. Il Porco Rosso grufolò fra i cordoli della gloria per una sola annata. Dopo un paio di gare, si schiantò a Hockenheim. Quindi fu riparato e corse per la quarta e ultima volta alla 24 Ore del Nürburgring del 1972, senza giungere al traguardo. Al suo massimo sviluppo, ormai il V8 sviluppava 422 rispettabilissimi cavalli; se mai, il problema era trovare gli pneumatici giusti per quello strano ibrido. Ormai invecchiato anche sotto l’aspetto regolamentare, il suino più veloce del mondo fu ceduto dalla AMG alla francese Matra. La quale, bizzarramente, lo sfruttò per misurare il coefficiente di attrito degli pneumatici degli aerei militari da caccia al decollo e all’atterraggio. Una fine… da porco. Dei cinque esemplari costruiti, due prototipi e tre da corsa, sopravvive una Waxenberger del ‘69 al Mobilia Automotive Museum, in Finlandia. Alla Classic Motors occorre suppergiù un annetto per rifarne uno nuovo nuovo, con la targhetta del prezzo ufficialmente “su richiesta”, ma stimato a partire dai 350mila euro circa. Nonosante il numero di copie ne abbasserà il valore, valutatelo come un usato garantito: la prima replica è stata battuta da RM Sotheby’s a ben 425mila euro, lo scorso anno a Parigi. Lunga vita al Porco Rosso!

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