Mercedes-Benz Classe S: chiamatemi “Sonderklasse” - Ruoteclassiche
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03/09/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla
Mercedes-Benz Classe S: chiamatemi “Sonderklasse”
Evoluzione della Mercedes-Benz Classe S, la storica ammiraglia della Stella a tre punte.
03/09/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla

Nelle scorse ore Mercedes-Benz ha presentato l’ultima generazione della sua ammiraglia, la Classe S. Indicata come W223, la “Sonderklasse” giunge alla decima generazione proseguendo idealmente una linea dinastica composta da vetture di grande prestigio: modelli che hanno rivoluzionato il mondo dell’auto con importanti innovazioni tecniche mirate in primis alla sicurezza e al comfort.

La Classe S è la portabandiera dei valori fondanti del marchio Mercedes-Benz: in questo modello si sposano lusso e innovazione tecnologica ai massimi livelli, senza ovviamente tralasciare comfort e prestazioni di alto livello. Ogni generazione ha segnato storicamente il benchmark evolutivo della produzione automobilistica contemporanea. La presentazione dei modelli Classe S coincide sempre con il lancio di soluzioni inedite, divenute puntualmente un corredo irrinunciabile per tutte le altre vetture sul mercato. Da oltre 60 anni la Classe S è il modello con cui Mercedes-Benz sperimenta e applica le soluzioni più avanzate in termini strutturali, di sicurezza attiva e passiva e dotazioni di bordo.

L’auto che guarda al futuro. Dai primi studi di Bela Barenyi sulle scocche ad assorbimento differenziato ed il piantone dello sterzo collassabile sulle W111/112 (1959), si è giunti all’ABS della Classe SW116 (1978) e poco dopo agli airbag e alle cinture di sicurezza con pretensionatore della W126 (1981). Poi, la galoppante digitalizzazione dei sistemi ha consentito di sviluppare i vari controlli elettronici come l’ESP sulla C140 (1995), il Distronic per il mantenimento della distanza di sicurezza sulla W220 (1999) e il sistema per la visione degli ostacoli durante la guida notturna della W221 (2005): affascinanti accorgimenti tecnici che hanno salvato milioni di vite. Dispositivi sempre più complessi che alla luce della loro efficacia sono stati adottati progressivamente da quasi tutti i costruttori di automobili. Si aggiungono poi una miriade di funzionalità pensate per assicurare il massimo benessere durante la permanenza a bordo. In tal senso i tecnici Mercedes-Benz sono soliti affermare che la Classe S è da sempre l’auto che con le sue dotazioni anticipa i tempi.

S come speciale. La lettera “S” a partire dagli anni 50 è stata riservata ai modelli Mercedes-Benz più prestigiosi: S stava per “Sonderklasse”, cioè classe speciale. La denominazione "Classe S" venne introdotta ufficialmente nel 1972 con la serie W116, ma possiamo individuare l’antenata dell’attuale Classe S nella serie W187 presentata nel 1951. Dopo la guerra, Mercedes-Benz produceva un solo modello, la Typ 170; in poco tempo la gamma 170 iniziò ad ampliarsi includendo anche la 170 “S” (1949). Oltre ad una maggior cura nelle finiture, l’introduzione della variante S coincise anche con alcune modifiche alla carrozzeria.

Si cambia musica. La Mercedes-Benz 170 era un modello datato la cui presentazione risaliva al 1936 e ciò spinse l’allora presidente del consiglio di amministrazione Wilhelm Haspel a creare una distinzione più marcata per i modelli S. A partire dal 1951 le varianti S avrebbero composto una gamma a sé stante, che mosse i primi passi a partire dalla 220 W187, nuovo modello di fascia superiore derivato dalla Typ 170. Dal 1956 con il lancio della più moderna ed elegante Mercedes-Benz 220 S con scocca portante “Ponton” (W180), la lettera S è stata utilizzata ininterrottamente per indicare i modelli punta della gamma Mercedes-Benz.

Brillava anche nel motorsport. Nonostante l’indole lussuosa e una globale vocazione al comfort, la Mercedes-Benz Classe S negli anni 60 dette prova delle sue qualità anche nelle competizioni: i modelli 220 SE e 300 SE della serie W 111/W 112 “Codine” (1959-65) conquistarono numerose vittorie in rally e gare su strada. Su questa generazione le sigle 111 e 112 indicavano rispettivamente i motori a 4 e 6 cilindri in linea. La Classe S si impose nei Rally di Montecarlo e dell'Acropoli del 1960, durante il Rally di Algeria/Africa Centrale del 1961 e nel Tour d'Europa del 1962. Altre importanti vittorie arrivarono anche nel massacrante Rally Liegi-Sofia-Liegi e per bene quattro volte consecutive nella categoria turismo del Gran Premio d'Argentina (dal 1961 al 1964).

Lusso e potenza. Nel 1968 la 300 SEL 6.3 si poneva al vertice della gamma W 109, ovvero i modelli più prestigiosi della famiglia S, che includeva anche le più tranquille W108. Voluta da Rudi Uhlenhaut (il deus ex machina del motorismo Mercedes), montava il potente V8 della lussuosissima Mercedes-Benz 600 W100 “Grosser”. Nel cofano della paciosa berlina prendeva posto un motore da 6,3 litri da 250 CV che le assicurava alla una velocità massima di 220 km/h. Un dato che all’epoca era appannaggio di auto sportive come la Porsche 911 S… Le sofisticate sospensioni pneumatiche garantivano invece un comfort eccellente e maggior stabilità alle andature elevate. La 300SEL 6.3 venne scelta anche dal mitico Steve Mc Queen che la volle verde con interni coordinati. Archetipo dell’ammiraglia tedesca ad alte prestazioni, la 300 SEL 6.3 ha aperto la strada ad una formula che Mercedes continua ad applicare con successo. Dalla “6.3” derivò la variante 300 SEL 6.8 AMG, vettura da corsa protagonista della spettacolare vittoria di classe nella 24 Ore di Spa-Francorchamps del 1971.

Troppo non è mai abbastanza. Tutt’oggi le Classe S più performanti vengono realizzate dalla AMG, divenuta nel frattempo il reparto designato per lo sviluppo dei modelli ad alte prestazioni. La prima Classe S con nomenclatura ufficiale “AMG” acquistabile presso la rete vendita Mercedes-Benz è stata invece la S55 AMG serie W220 del 1999: sotto il cofano un motore V8 da 5,5 litri e 360 CV di potenza. Evidentemente non era abbastanza e nel 2003 i tecnici di Affalterbach (quartier generale AMG) decisero di sfornare la mostruosa S 65 AMG equipaggiata con un poderoso V12 da 612 CV e ben 1.000 Nm di coppia...

Numeri da record. A partire dal modello 220 (W 187) del 1951 fino alla serie W222 attualmente in commercio, le Mercedes-Benz Classe S sono state prodotte in circa 4 milioni di esemplari. Se si aggiungono anche le varianti coupé e cabriolet si arriva a 4,29 milioni di veicoli. La generazione più amata dagli aficionados della Stella è la W126 firmata da Bruno Sacco: tra il 1979 e il 91 ha totalizzato 818.000 esemplari. Di questi, 74.000 in versione “SEC”, l'iconica variante Coupé. La Mercedes-Benz Classe S si configura così come la berlina di lusso più venduta di sempre, capace di stabilire lo standard più elevato in termini di prestigio, comfort ed evoluzione tecnologica tra le vetture prodotte in grande serie.

Solo il meglio. Un altro esempio? La Serie W140 lanciata nel 1991. Imponente, a tratti ipertrofica, la serie W140 riportava in auge il prestigioso motore con architettura V12, un layout che Mercedes-Benz non utilizzava dagli anni 30. L'opulenza degli interni era sottolineata da "barocchismi" come la regolazione elettrica dello specchietto retrovisore e dalla prima applicazione automobilistica dei sedili ortopedici con funzione massaggio. La W140 è stata anche la prima vettura Mercedes a montare i sensori parcheggio a ultrasuoni (Parktronic) e ad adottare l'impianto di navigazione satellitare APS (Auto Pilot System). Equipaggiamenti evolutisi ulteriormentecon le generazioni successive (W220, W221, W222 e l'ultima W223), ma le cui radici hanno origine da questo modello, frutto di un progetto tanto ambizioso quanto scontato: realizzare la migliore auto al mondo.

Perfezione in ogni dettaglio.Ogni generazione della Mercedes-Benz Classe S rispondeva ai desideri di una clientela molto esigente. Con le diverse sfumature, legate a fattori culturali e sociali di ciascuna epoca, i clienti della S non si accontentavano solo di lusso e comfort, ma volevano (e vogliono) il massimo anche in termini di sicurezza e robustezza. Imponenti fuori e rassicuranti dentro, le Mercedes-Benz Classe S sono rimaste fedeli ad un’immagine elegante e distintiva che sottolinea il prestigio del marchio e dei possessori. Lo stile austero e solenne, proprio delle berline di rappresentanza pensate per Capi di Stato, diplomatici e capitani d'industria ha ceduto man mano ad un progressivo avvicinamento a linee sempre più filanti e sensuali: cambiano i linguaggi stilistici e l’approccio progettuale, ma resta invariata la costante ricerca della perfezione. Oggi come allora viaggiare in Classe S vuol dire entrare in una dimensione a sè stante, in cui sentirsi coccolati tra lusso e innovazione, mentre il mondo scorre veloce fuori dal finestrino. E con la stella a tre punte proiettata sempre verso l’avvenire.

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