Mugello Classic, con il sole è tutta un'altra cosa - Ruoteclassiche
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03/04/2023 | di Nicolò Minerbi
Mugello Classic, con il sole è tutta un’altra cosa
Quest'anno, l'appuntamento toscano del circo di Peter Auto, è stato graziato dal tempo. Per la gioia di spettatori, ma soprattutto dei piloti. Che temevano un muro d'acqua. In pista si è visto di tutto, dall'Alfa (Giulia, SZ e TZ) alla Shelby Cobra. Passando dalla Nissan da quasi 300 km/h
03/04/2023 | di Nicolò Minerbi

“Nel 2022 c’era addirittura la neve”, dice Patrick Peter, scrutando un cielo più variabile che nuvoloso. Per questo i partecipanti quest’anno si sono presentati alla Mugello Classic di Peter Auto muniti di gomme di tutti i tipi. E ha portato bene. Perché è stato un weekend di bel tempo (per lo più). Per la gioia di gentleman driver e spettatori.

In pista, le bagarre più avvincenti si sono viste soprattutto in due gare: quella dedicata alle Porsche (2.0L Cup) e nella Sixties’ Endurance. Nella durata dedicata alle auto degli anni 60, infatti, il pubblico si è appassionato alle ripetute staccate al limite della Shelby Mustang GT350 del 1965 e delle due Alfa Romeo Giulia Sprint GTA dello stesso anno.

Duello che sembrava uscito dal manuale del motorismo d’epoca, e più precisamente dal capitolo intitolato: Motore versus Maneggevolezza. La risposta l’hanno data i tempi, migliori quelli delle Alfa, ma in pista quello che si notava era l’allungo su cui poteva disporre chi guidava il V8 americano.

Per gli amanti della velocità pura, le punte massime si sono viste nelle categorie Heritage Touring Cup, con la BMW 3.0 CSL del 1975 (247,7 km/h). Ma soprattutto nella Group C: dove la Nissan R91CP del ’91 ha sfiorato i 300 km/h (298,3), staccando la seconda più veloce, la Jaguar XJR-9 del 1988, di oltre 12 km/h.

Purtroppo non è apparsa in grandissima forma l’eroina di casa. Perché la Bizzarrini 5300 GT del ’65 nei rettilinei gridava vendetta contro una messa a punto non perfetta. Poco male, visto che i tifosi si sono potuti godere la sfida tutta italiana tra la Giulia TZ del ’64 e la Ferrari 250 GT SWB del ’62.

Di questa manifestazione ovviamente piace anche quello che succede lontano dalla pista. E cioè sotto i tendoni dei box provvisori, dove i meccanici si prodigano in spettacoli di magia applicata: a motori e sospensioni. Il tutto incorniciato da alettoni, calandre e cofani con le livree più iconiche (Martini Racing compresa).

Il momento più emozionante del weekend? Quando, a cavallo dell’ora di pranzo del sabato, hanno cominciato a radunarsi le partecipanti della Classic Endurance. Creando un’infilata delle silhouette più sexy di sempre. Tra le carrozzerie più belle, quelle di Ferrari 312 P (1969), Ford GT40 (1965) e Lola T70 (1967).

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