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Porsche Engineering: l’innovazione come tradizione

Da oltre 70 anni Porsche produce alcune tra le più famose e desiderate auto sportive del mercato. Tuttavia dietro le performance di questi modelli si celano innovazioni tecnologiche, le cui radici sono molto più profonde. Ferdinand Porsche fondò il suo studio di progettazione nel 1931, ponendo le basi per uno dei più importanti centri di ricerca e sviluppo per l’industria automobilistica, tedesca e non solo.

Il 25 aprile 1931 nel registro commerciale di Stoccarda veniva iscritta la “Dr. Ing. h.c. F. Porsche Gesellschaft mit beschränkter Haftung, Konstruktion und Beratung für Motoren und Fahrzeugbau”.
Con questa denominazione, quasi impronunciabile per tutti i non germanofoni, l’Ing. Porsche dava vita alla “Società a responsabilità limitata di progettazione e consulenza per motori e veicoli Dr. Ing. Porsche”. Oltre a Ferdinand Porsche, che investì 24.000 Reichsmark come capitale iniziale, alla nascente attività parteciparono suo genero, il Dr. Anton Piëch e Adolf Rosenberger che diventarono soci amministratori con un contributo di 3.000 Reichsmark ciascuno.
 Il lavoro pionieristico iniziato 90 anni fa da Ferdinand Porsche viene perpetuato da Porsche Engineering, una società legale separata attiva dal 2001 che ha come focus lo sviluppo di tecnologie per il veicolo intelligente e connesso.

Parola chiave, innovare. Le attività dell’ufficio di progettazione Porsche vennero avviate al culmine della terribile crisi economica del 1929 ma, nel corso degli anni 30, lo studio divenne uno dei pilastri portanti nell’ambito della ricerca tecnologica nel settore automobilistico. Nella seconda metà del decennio, la collaborazione di Porsche con il governo nazista aprì la strada per la motorizzazione di massa della Germania con la Volkswagen. Da quel 25 aprile di 90 anni fa, il nome Porsche è stato associato ad innumerevoli progetti per conto di diverse aziende automobilistiche e non solo.
Oggi l’attività di ricerca ingegneristica prosegue con successo tramite il dipartimento Porsche Engineering, una filiale interamente controllata da Porsche AG. Questo vero e proprio “braccio armato” della Casa madre si fa portavoce delle più alte competenze nell’ambito dell’innovazione meccanica e degli studi nella digitalizzazione automotive.

Dimensione globale. Porsche Engineering può contare su un’equipe internazionale con oltre 1.500 dipendenti, suddivisi nelle sedi in Germania, Repubblica Ceca, Romania, Italia e Cina. All’immenso know-how Porsche non vi attinge solo Porsche AG, ma molte altre case automobilistiche, fornitori di componenti e persino aziende al di fuori del settore auto. Come partner strategico, Porsche Engineering sviluppa nuovi sistemi e funzionalità all’avanguardia. Come spiega Michael Steiner, membro del comitato esecutivo per la ricerca e lo sviluppo alla Porsche AG e presidente del comitato degli azionisti di Porsche Engineering: “L’importanza del software nel veicolo e nell’ambiente dei mezzi di trasporto è in continua crescita. La sfida dei nostri giorni è quella di combinare la comprensione dettagliata del veicolo con una forte competenza del software. Porsche Engineering è un’azienda leader in ambito tecnologico ed è per questo che molte aziende si rivolgono a noi con fiducia per definire uno sviluppo intelligente”.
All’interno dei vari studi, gli ingegneri e gli sviluppatori di software cooperano analizzando le tendenze del mercato globale e locale, sviluppando le tecnologie e i metodi che danno impulso a idee innovative che meglio si adattano alle richieste dei clienti.
Se vi state chiedendo quali automobili sono state sviluppate o che hanno goduto a vario titolo della collaborazione Porsche, la lista è molto lunga. Ecco i principali sviluppi.

1931: Porsche Typ 7,  Wanderer W21-22. L’ufficio di progettazione Porsche ricevette il suo primo ordine ufficiale dalla casa automobilistica Wanderer (facente parte dell’allora Auto Union) nella primavera del 1931. In un tempo estremamente ridotto, Porsche progettò un motore a sei cilindri in lega leggera con una cilindrata di 1,5 litri e un telaio con asse oscillante. La collaborazione tra Wanderer e Porsche prese forma con le W21 e W22, indicate internamente allo studio come “Porsche Typ 7”. Con le Wanderer debuttava per la prima volta la sospensione a barra di torsione Porsche, un’importante innovazione tecnica nella progettazione telaistica.

1933: Porsche Typ 22, Auto Union Typ C. Nella primavera del 1933, Ferdinand Porsche venne incaricato dall’Auto Union per lo sviluppo di una formidabile auto da corsa a 16 cilindri. I primi test ebbero luogo nel novembre 1933. Durante la sua prima stagione, nel 1934, stabilì tre record mondiali e, nonostante la guida molto impegnativa, la Typ C vinse diverse gare in salita e ben tre Gran Premi internazionali.

1934: Porsche Typ 60. L’impulso per la progettazione del futuro “Maggiolino” Volkswagen venne avviata nel 1934, quando la Federazione del Reich per l’industria automobilistica tedesca commissionò a Ferdinand Porsche di progettare e costruire un’auto per il popolo tedesco. Nel 1936, il governo del Reich decise di costruire a Wolfsburg una grande fabbrica per quella che sarebbe diventata la Volkswagen (letteralmente auto del popolo). Il modello definitivo, la KdF Wagen, venne presentata nel 1939 in occasione del 50° compleanno del Fuhrer, ma lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale ne fece slittare la produzione in serie. Venne quindi commercializzata a partire dal 1946 come Volkswagen Typ 1 e ribattezzata in varie lingue col nome di Maggiolino.

1938: Porsche Typ 64. Nel 1938, l’ufficio di progettazione Porsche ricevette un ordine dalla Volkswagen per sviluppare un’auto da corsa basata sulla Porsche Typ 60. L’auto avrebbe dovuto competere in una corsa a lunga distanza pianificata da Berlino a Roma. Con la denominazione interna di Typ 64, gli ingegneri Porsche realizzarono tre coupé da corsa, ultimate entro la primavera del 1939. Con una carrozzeria in alluminio aerodinamica, passaruota coperti e il motore boxer Volkswagen modificato, l’auto pesava circa 600 chilogrammi e poteva raggiungere una velocità di oltre 140 chilometri orari. La Typ 64 pose le basi per lo sviluppo della prima vettura a marchio Porsche, la 356.  

1947: Porsche Typ 360 per Cisitalia. Il primo progetto Porsche del dopoguerra venne avviato con l’italiana Cisitalia. Ne risultò l’auto da corsa Cisitalia-Porsche 360 (Typ 360) completata nel 1947. Tra le peculiarità, un telaio all’avanguardia con doppi bracci longitudinali all’anteriore e un asse oscillante a doppio snodo al posteriore. Inoltre, la vettura era una delle poche auto da corsa a trazione integrale.

1952: Porsche Typ 542 per Studebaker. Tra il 1952 e il 1954 il design automobilistico si orientava verso le linee “Ponton”. Le auto anni 50 si caratterizzarono per i passaruota integrati nella carrozzeria e i classici tre volumi. Per la Studebaker, uno dei marchi più innovativi della produzione Americana, Porsche sviluppò una berlina a quattro porte con telaio a scocca portante. Gli ingegneri Porsche progettarono anche un motore a sei cilindri da tre litri con una potenza di 106 CV, che testarono sia nella variante raffreddata ad aria che in quella raffreddata ad acqua.

1973: Progetto di ricerca auto a lunga durata. Nel 1973 Porsche è stata impegnata in un progetto commissionato dal Ministero federale tedesco per la ricerca e la tecnologia (BMFT) per la ricerca su un’auto a lunga durata (FLA). Il progetto verteva sulla definizione di un’automobile che potesse resistere al cambiamento delle più disparate condizioni ambientali in tempi prolungati.
Porsche realizzò la concept car “Typ 1989”, che poneva l’accento sulla conservazione delle componenti. Fu progettata per un ciclo vita utile di venti anni e un chilometraggio di almeno 300.000 chilometri. L’idea di base includeva una selezione mirata dei materiali, ma anche lo studio per ridurre al minimo l’usura dei componenti meccanici.

1981: Collaborazione con Linde. In seguito alla messa in produzione delle trasmissioni a catena planetaria, nel 1981 la Linde Material Handling (nota produttrice di carrelli elevatori) affidò a Porsche la progettazione di una nuova generazione di carrelli elevatori. Oltre al design funzionale del veicolo, gli ingegneri prestarono particolare attenzione al posto di guida, il cui sviluppo venne incentrato sull’aspetto ergonomico.

1983: motore TAG Turbo Formula 1. Nei primi anni 80, la McLaren si rivolse ai tecnici del centro ricerche Porsche per lo sviluppo di un motore turbo per le nuove monoposto di Formula 1. Il motore, che poteva erogare fino a 1000 CV, fece il suo debutto nella stagione 1983. Le McLaren-Porsche tra il 1984 e il 1986 furono praticamente imbattibili: la McLaren vinse così tre titoli mondiali piloti e due costruttori.

1990: Mercedes-Benz 500 E.
Nel 1990, gli ingegneri della Porsche definirono per i vicini di casa di Mercedes-Benz una versione ad alte prestazioni della serie W124, dotata del motore V8 a quattro valvole da 5 litri già impiegato sulla roadster 500 SL R129. Porsche patrocinò l’intero progetto, dalle specifiche tecniche alla produzione in piccola serie nelle linee di produzione di Stoccarda-Zuffenhausen, le stesse che avevano accolto la leggendaria Porsche 959.

1993: Audi RS2 Avant. Audi e Porsche tornarono a collaborare nei primi anni 90 per sviluppare una station wagon sportiva. La vettura venne presentata nell’autunno 1993 come Audi RS2 Avant.
Massima evoluzione dell’Audi 80, la RS2 erogava 315 CV e poteva contare sulla trazione integrale “quattro”, un marchio di fabbrica per la Casa di Ingolstadt. L’Audi RS2 veniva assemblata a Weissach e condivideva molti componenti con i modelli della gamma Porsche.

1994: Opel Zafira. Negli anni 90, la Opel volle entrare nel crescente mercato delle monovolume compatte e commissionò alla Porsche lo sviluppo della Zafira. A partire dalla Opel Astra, nel 1994, gli ingegneri Porsche progettarono la carrozzeria, adattarono la trasmissione, le sospensioni e l’impianto elettrico. Porsche si occupò anche della costruzione dei prototipi, dei test dinamici e della pianificazione della produzione, avviata nel 1999.

Dal 2014: Tecnologia ad alta tensione. Per i veicoli elettrici ad alte prestazioni, Porsche Engineering ha realizzato l’innovativa tecnologia a 800 volt. Travasando l’ampia esperienza acquisita con il prototipo LMP1 Porsche 919 Hybrid, i tecnici Porsche hanno sviluppato l’intero sistema di accumulo di energia, la struttura meccanica, le unità di controllo del sistema e condotto i test per poter applicare questa tecnologia ai modelli di produzione. Il sistema di batterie della 919 Hybrid ha aperto la strada all’introduzione dell’architettura a 800 volt dell’attuale Porsche Taycan, una granturismo elettrica dalle eccezionali performance.

2016: Scania Serie S e Serie R. Tra i recenti progetti di Porsche Engineering, c’è anche lo sviluppo di una nuova generazione di cabine per i camion della Scania e la definizione dei suoi processi produttivi. Le cabine hanno debuttato con la nuova gamma di mezzi pesanti nel 2016. Con la lunga esperienza nello sviluppo di scocche rigide e leggere, gli ingegneri Porsche hanno messo a punto una struttura della cabina particolarmente resistente agli urti utilizzando acciai con diversi livelli di resistenza.

Dal 2019: metodologia di sviluppo ADAS virtuale. Il reparto Porsche Engineering ha creato una nuova area dedicata alle simulazioni dei più avanzati sistemi di assistenza alla guida (ADAS), che qui possono essere settati e testati virtualmente. Tra i vari strumenti a disposizione dei programmatori, ci sono “i motori di gioco” che, come nei videogames, ricreano una realtà virtuale finalizzata alla riproduzione realistica delle condizioni di guida più disparate. In tempi brevi, gli operatori possono percorrere scenari di traffico complessi, cambiare parametri come luce e condizioni meteorologiche o il comportamento degli altri utenti della strada al semplice tocco di un pulsante. Con questa tecnologia è possibile replicare anche situazioni limite ad alto rischio non attuabili con prove reali su strada.

2021: Il veicolo intelligente. “I veicoli del futuro” stanno facendo il loro progressivo ingresso sulle nostre strade. L’industria automotive ha intrapreso un percorso in cui i mezzi di trasporto individuali e collettivi saranno sempre più intelligenti: dotati di una capacità percettiva in grado di elaborare gli input del guidatore e le condizioni circostanti. Veicoli che saranno in grado di imparare e di adattarsi, sempre meglio, alle più svariate esigenze. Le informazioni relative alla guida verranno raccolte dalle vetture e inoltrate al back end, dove tutti i dati della flotta vengono convalidati e ottimizzati nel cloud, un grande archivio virtuale. Una nuova tendenza è quello dei pacchetti “over the air”, ovvero l’aggiornamento dei software con caratteristiche migliorate e potenziate.
Come sviluppatore generale del veicolo, Porsche Engineering sta implementando tutte le nuove funzionalità, inclusa la rete di infrastrutture necessaria. Con un team internazionale e sedi in tutto il mondo, Porsche Engineering riunisce una profonda competenza nel campo dei sistemi di assistenza alla guida, della connettività e dell’intelligenza artificiale.

La mobilità del futuro.
“Grazie ad un inizio precoce in aree come l’elettromobilità e i sistemi ad alta tensione, le funzioni di guida altamente automatizzate, il networking e l’intelligenza artificiale, siamo ora in grado di sviluppare soluzioni che soddisfino la mobilità di domani”, dichiara Peter Schäfer, CEO di Porsche Engineering. “Ci siamo evoluti da un ufficio di progettazione meccanica ad un’azienda leader nello sviluppo tecnologico”.  E proprio come accadeva agli inizi dell’avventura Porsche, chi sviluppa soluzioni avanzate deve essere sempre un passo avanti al presente.
Ferdinand Porsche è stato un pioniere nello sviluppo di nuovi veicoli, Porsche Engineering porta avanti questa tradizione abbinando le storiche competenze meccaniche con una profonda conoscenza del digitale. Il mondo di oggi offre infinite vie da percorrere rispetto a 90 anni fa, ma la missione della tecnologia secondo Porsche rimane invariata: sviluppare la mobilità del futuro.

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