La Renault Twingo festeggia 30 anni. C’erano le monovolume trent’anni fa. Certo, e quella che più̀ di altre aveva contribuito a far affermare tale tipologia di automobile era nata proprio in casa Renault, nel 1984, battezzata Espace in omaggio alla dote più evidente. Si potrebbe risalire anche più indietro nel tempo, fino alla Fiat 600 Multipla del 1956, ma allora l’idea non era certo quella del mezzo per il tempo libero e lo svago. Però non c’erano quelle piccole, del segmento A o B; le macchine di quelle categorie erano piccole e basta, si dava per scontato che, se non ti potevi permettere di più, avresti accettato di viaggiare con le ginocchia in bocca e di rinunciare o quasi ai bagagli.
Nuova filosofia. Poi è arrivata lei, la Twingo, una sorta di ovetto su ruote che, sulle prime, sconcertava tutti; in pratica, o la trovavi irresistibile o la detestavi. Ma anche chi la sceglieva, nei primi mesi di commercializzazione, la chiedeva grigia o nera, ci assicura uno storico concessionario Renault; ordinarla nei più̀ vistosi colori disponibili sembrava davvero troppo, e solo dopo un po’ l’esercito multicolore delle piccole Twingo ha popolato le nostre strade. Il modello proponeva una nuova filosofia di auto, dove praticità, spazio e allegria dell’abitacolo contavano più̀ della dotazione di accessori, che infatti era davvero minimale, e della modernità tecnica, visto che il 1.200 ad aste e bilancieri derivava dal 4 cilindri impiegato su vari modelli fin dai primi anni 60.
Prezzi e dotazioni. Qualche esempio del risparmio sulle dotazioni, a fronte di un prezzo, circa 14 milioni di lire nel 1993, non molto contenuto? Niente chiusura centralizzata, intermittenza del tergicristallo, vetri elettrici, volante regolabile, termometro acqua e orologio. Però si potevano avere, a richiesta, l’autoradio, i fendinebbia, il tetto apribile, la cappelliera, i profili sulle fiancate e i cerchi di lega; e persino il condizionatore, da non considerare una semplice estrosità, in quanto l’impianto di aerazione di serie era fin troppo semplificato.
Una vera youngtimer. Il mix di tutte queste peculiarità fa sì che oggi la Twingo di prima generazione sia osservata con attenzione dai collezionisti di youngtimer. Le quotazioni, per ora, non si differenziano fra gli esemplari ante e post restyling e le serie speciali come la United Colors of Benetton, ma probabilmente presto non sarà̀ più così, né sarà̀ più̀ possibile acquistare una Twingo assolutamente dignitosa per 2.000 euro o giù̀ di lì.
Un club tra i colli. A riprova dell’interesse per la francesina a tutto tondo, in Piemonte, e più̀ precisamente nelle Langhe, esiste il Twingo Club Italia, che conta circa 60 soci e quasi 2.000 iscritti su Facebook. Il presidente è Cristiano Dogliani, che ha posseduto come prima auto, nel 1994, proprio una Twingo ed è il proprietario, oggi, dei tre esemplari del servizio: quello Giallo Indiano, del 1993, con 122 mila chilometri; la United Colors of Benetton Giallo Limone del 1996, con 88 mila chilometri, e la “seconda serie” del 2001, Blu Mediterraneo e con 97 mila chilometri all’attivo.
Perfettamente efficienti. Cristiano ha una carrozzeria e conterebbe di effettuare a breve i pochi ritocchi necessari sulle tre auto per renderle perfette, ma sono sempre più̀ numerosi i clienti che gli affidano le loro Twingo: a oggi ne ha già̀ rimesse a nuovo una quindicina. Quanto alla meccanica, i suoi esemplari sono perfettamente efficienti, vista anche la modesta percorrenza. Inoltre, sostiene, “sono auto semplici e robuste, in particolare per i motori, collaudatissimi, tranquilli, ma virtualmente indistruttibili”. Nemmeno la corrosione è un problema, perché́ “molti lamierati sono elettrozincati o comunque trattati”, continua Cristiano, “d’altronde parliamo di una macchina degli anni 90. Solo le Twingo che hanno sempre vissuto vicino al mare e senza troppe attenzioni da parte del proprietario possono avere qualche necessità di risanamento”.
Auto sostitutive. Ma oggi, gli chiediamo, è pensabile l’utilizzo quotidiano o molto frequente di un modello che ha comunque raggiunto la soglia dei 30 anni? La sua risposta è: “Quanto meno qui, lontano dal traffico delle metropoli, direi proprio di sì; il consumo è basso, il confort e la praticità̀ alti ed è facilissima da guidare, tanto che io, anche per muoverle con una certa regolarità̀, le cedo a volte ai clienti come auto sostitutive”.
Ricambi? No problem. Anche la manutenzione è priva di difficoltà, sia per la semplicità̀ del motore e di tutta la meccanica sia perché́ moltissimi ricambi, anche di carrozzeria, si trovano tuttora nella rete Renault. I pochi dettagli che magari causano qualche difficoltà di reperimento, per esempio alcuni comandi della versione del lancio, di colore verde chiaro, si possono scovare in internet o dai demolitori, vista la grande diffusione del modello. Il discorso può̀ essere più̀ complicato solo per i tessuti delle serie speciali, come la Benetton; meglio assicurarsi che gli interni siano integri, poi, se un fanale è rotto o una porta ammaccata, non è grave.