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SI RESE INDIPENDENTE

Con lei la Casa britannica voltò pagina: comparvero per la prima volta l’avantreno a ruote indipendenti, il telaio con crociera centrale di irrigidimento e i freni idraulici. Il motore invece era il tradizionale 6 cilindri ad aste e bilancieri. Fu costruita in 972 esemplari dal 1949 al 1951.

La Jaguar “Mark V” esordisce al “Motor Show” di Earls Court, a Londra, nel 1948. William Lyons aveva deciso di presentare quella grande berlina, ringiovanita nella carrozzeria rispetto a quella del 1938, con una meccanica in cui tutti gli organi, salvo il motore, erano di nuova concezione: telaio con crociera centrale di irrigidimento, avantreno a ruote indipendenti, freni idraulici, ruote da 16 pollici. La sospensione anteriore, costituita da bracci triangolari sovrapposti e da lunghe barre di torsione come elementi elastici, era di una semplicità esemplare.

Sul vecchio 6 cilindri di 3485 cm³ (era disponibile anche con cilindrata di 2663 cm³) si intervenne solo sull’albero a camme al fine di migliorare la dolcezza di funzionamento e soprattutto l’elasticità di marcia; la potenza di 125 CV rimase invariata. La carrozzeria sfoggiò un equilibrio di forme e una distinzione aristocratica di notevole livello.

A fianco della berlina venne presentata anche la versione “Drophead Coupé”, che condivideva l’autotelaio e le linee di carrozzeria della berlina, mentre la scocca non era interamente metallica, bensì mista acciaio-legno.

La vettura, accolta con entusiastici consensi, costava appena 998 sterline (una Bentley 4,5 litri ne costava 3485). Dal 1949 al 1951 la “Drophead Coupé” fu prodotta complessivamente (fra 2,5 e 3,5 litri) in 1001 esemplari.

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Categorie: Auto
Tags: jaguar
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