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7 marzo 1916, nasceva la Bayerische Motoren Werke AG

100 anni di successi. Dai motori aeronautici alle motociclette, alle automobili. La storia BMW è ricca e complessa, con un inizio contrassegnato da un intersecarsi di storie ed esperienze controverse, come quella della sua reale data di nascita. Ecco come e quando nascono la BMW, il suo primo motore, la sua prima motocicletta e la sua prima automobile.

Lo scoppio della prima Guerra Mondiale aveva decretato l’inizio di una tipologia di conflitto totalmente nuova per la popolazione europea: lo straordinario progresso industriale raggiunto fino a quel momento si rivelò tragico, poiché mise a disposizione nuovi strumenti con una capacità distruttiva mai sperimentata prima. In particolare la Grande Guerra diede il definitivo lancio allo sviluppo dell’aeronautica (come anche ai carri armati e ai sottomarini) e nel neonato settore la corsa per produrre aeromobili leggeri, veloci, agili, con motori potenti e capaci di funzionare a pieno regime anche alle grandi altezze fu subito intensa e febbrile.

Max Friz, progettista della Daimler, aveva sviluppato un propulsore 6 cilindri in linea con albero a camme in testa, da subito ritenuto molto innovativo e, tuttavia, impossibile da realizzare a causa del blocco delle attività aziendali per colpa del conflitto. La realizzazione pratica fu affidata all’austriaca Rapp Motorwerke, che realizzò il prototipo in tempi molto brevi e lo sottopose all’analisi dei generali del Governo prussiano. L’entusiasmo di fronte al nuovo propulsore si tradusse subito in un ordinativo di diverse centinaia di esemplari, ma che la Rapp affermò di non poter intraprendere a causa dei problemi di salute del suo fondatore, Julius Auspitzer.

La svolta avvenne allorché uno degli ingegneri della Rapp, Josef Popp, rilevò l’azienda e ne cambiò il nome in Bayerische Motoren Werke GmbH (25 luglio 1917). Nello stesso tempo adottò un nuovo logo aziendale: un’elica d’aereo su uno sfondo nero, con la scritta BMW nella parte alta e i colori ufficiali bavaresi, il bianco e l’azzurro, negli spazi posti al centro dello stemma.

La “prima” BMW: un motore aeronautico
Il motore Friz divenne realtà
: si trattava di un’unità a cilindri in linea da 19 litri di cilindrata e 185 cavalli di potenza massima. Battezzato BMW IIIa, rispondeva al principio di propulsore di grande cilindrata ad elevata compressione per le grandi altezze. Era caratterizzato dai pistoni in alluminio e dalla possibilità, da parte del pilota, di agire manualmente sul carburatore per modificare la miscela aria-benzina in ragione della quantità di ossigeno presente nell’aria a seconda dell’altitudine. Sviluppato per funzionare al meglio esattamente all’altezza considerata ottimale, circa 2000 metri, fu in breve decretato quale miglior motore aeronautico del mondo.

Il 13 agosto 1918 la Bayerische Motoren Werke GmbH si trasformò in società per azioni (prendendo così il suffisso “AG”), un terzo delle quali andarono all’italiano Camillo Castiglioni. L’imprenditore triestino, nato in una città contraddistinta da un notevole fervore capitalistico, aveva acquisito una solida cultura finanziaria. Ancora giovane ma già con un notevole capitale a disposizione, si trasferì a Vienna dove in poco tempo assunse un’altissima reputazione come finanziere e vedendosi affidare importanti operazioni di finanza internazionale.

Terminato il conflitto, il trattato di Versailles, che aveva ridisegnato i confini geografici europei, aveva sancito per la neonata Repubblica di Weimar (che includeva il regno di Baviera) il divieto di produrre aerei. Di fronte all’impossibilità di produrre il motore IIIa, la BMW esplorò l’opportunità di nuove soluzioni. Fortunatamente questo propulsore si era rivelato ottimale per una serie molteplici di utilizzi. Agli inizi degli anni 20 fu utilizzato come base per motori da autobus, autocarri, trattori e imbarcazioni. Ma non era stato sufficiente e contemporaneamente la BMW iniziò la produzione di motori bicilindrici per uso motociclistico.

In quel periodo l’azienda era finita sotto il controllo della Knorr-Bremse, azienda produttrice di freni per il settore ferroviario, e che mal sopportava la produzione motociclistica della controllata. Fu allora che Franz-Joseph Popp, direttore tecnico della BMW, finanziato da Castiglioni, decise il colpo grosso: acquistò la Bayerische Flugzeugwerke – BFW, un’azienda motociclistica concorrente, anch’essa con sede a Monaco di Baviera e il 5 maggio 1922 il suo nome fu cambiato in BMW. La BMW adottò, come data di nascita, il 7 marzo 1916, giorno di fondazione della BFW. Ecco perché si festeggia oggi il suo centenario e non il prossimo anno!

La prima Moto BMW: la R32
Il direttore tecnico Max Friz si dedicò alla progettazione di una nuova motocicletta, utilizzando un approccio molto diverso rispetto alle consuetudini: invece di partire da considerazioni di carattere standard, come la media dei costruttori, il punto di partenza fu il motore. Era, questo, l’elemento di forza del prodotto: un propulsore con architettura a cilindri orizzontali (posti in posizione trasversale rispetto all’asse del veicolo), 500 cm³ di cilindrata, 8,5 cavalli, cambio manuale a 3 marce con azionamento a leva, saldato direttamente al motore e trasmissione ad albero cardanico invece che a catena.

Presentata nel 1923, s’impose subito come un prodotto molto ambito tra i motociclisti, il cui prezzo elevato si giustificava con la grande cura nella realizzazione e nell’affidabilità. La produzione fu allargata nel 1925 alla R37 più sportiva e alla R39 con motore da 250 cm³ . Nel 1926 fu la volta della R42 e R47 e nel 1928, oltre alle R52 e R57, entrarono in produzione la R62 e R63 con motore da 750 cm³ disponibile con valvole laterali o in testa.

1928: la prima automobile BMW
Il 1928 fu un altro anno fondamentale per la BMW, l’inizio di una nuova avventura in un nuovo campo della meccanica: l’automobile. La preparazione all’esordio nell’industria automobilistica durò per trent’anni, propedeutici – evidentemente – alla creazione di un vero mito dell’automobile così come oggi lo conosciamo. Nel 1898 la Fahrzeugwerke Eisenach, azienda situata nell’omonima città della Turingia (ad Eisenach Martin Lutero tradusse la Bibbia in tedesco e nel 1685 nacque Johan Sebastian Bach) e appartenente al Gruppo Eisenach, iniziò a produrre su licenza una vetturetta francese – chiamata Decauville – e rinominata in Wartburg.

Nel 1904 fu la volta della Dixi, modello di grande successo, al punto da convincere il management a modificare il nome dell’intero brand in Dixi. La commercializzazione delle Dixi, vari modelli con altrettante cilindrate, continuò fino allo scoppio della guerra, quando le esigenze del momento decretarono la conversione delle attività agli scopi bellici. Alla fine delle ostilità, per risollevarsi, la Dixi iniziò la produzione su licenza dell’Austin 7 inglese decretando la nascita della della 3/15 DA-1 (DA per Deutsche Ausfuehrung e 3/15 riferito ai cavalli fiscali).

Nel 1921 l’azienda fu ceduta alla Gothaer Waggonfabrik, un’azienda che operava nel settore ferroviario e che decise di entrare nel business automobilistico. La produzione continuò fino al 1928, anno in cui, a causa di problemi finanziari, la Dixi fu “finalmente” ceduta alla BMW che continuò la produzione della piccola 3/15 con il nuovo nome di  BMW 3/15 DA-2.

Continuando la produzione, BMW iniziò contemporaneamente lo sviluppo di questo modello e arrivò, nel 1931, alla definizione del primo progetto automobilistico totalmente “in-house”. La BMW 3/20 PS raccoglieva l’eredità della Dixi-BMW 3/15 ma con molte novità come sospensioni indipendenti e motore leggermente maggiorato per complessivi 20 CV. Fu prodotta fino al 1934.

Come noto, la storia è continuata non senza problemi. La BMW dovrà superare altre traversie che non fermeranno però la sua costante crescita industriale fino a diventare uno dei marchi più in vista nel mondo dell’auto di oggi.

Alvise-Marco Seno

 

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