Volkswagen 1500: la sorella del Maggiolino compie 60 anni - Ruoteclassiche
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07/03/2021 | di Alfredo Albertini
Volkswagen 1500: la sorella del Maggiolino compie 60 anni
Storia ed evoluzione della Volkswagen 1500, la "sorella maggiore" del Maggiolino.
07/03/2021 | di Alfredo Albertini

Con linea classica a tre volumi e due sole porte, la VW 1500 nasce a Wolfsburg nel 1961 come alternativa “lussuosa” del Maggiolino, di cui mantiene la disposizione meccanica. Denominata in fabbrica come Typ 3, la 1500 resta in produzione fino al 1973 ed è la capostipite di alcune interessanti versioni.

La produzione della 1500 inizia nell'estate del 1961 per poter essere presentata alla quarantesima edizione del Salone di Francoforte di quell'anno. Lo stand della Volkswagen è imponente e mostra tutta la potenza del marchio, motore dell'industria tedesca del dopoguerra e fautore della motorizzazione di massa in Germania. Su una pedana girevole vengono esposte sia la 1500 sia il Maggiolino. Sullo sfondo, nello spazio aperto al pubblico, è presente tutta la gamma, dietro alla quale delle immagini moltiplicano all'infinito i modelli. Heinrich Nordhoff, capo assoluto a Wolfsburg dal primo gennaio 1948, è entusiasta. La 1500 è una sua creazione personale che mette a tacere chi lo aveva criticato, considerandolo a torto un abile venditore più che un autentico costruttore di automobili. La comparsa della nuova berlina desta all'epoca più interesse delle elezioni politiche federali, che si tengono a settembre proprio pochi giorni prima del Salone. Qui è anche presente il prototipo della cabriolet 1500, realizzato dalla Karmann con il proposito di farlo entrare in produzione, cosa che non avverrà e di cui non sono note le ragioni, se non il fatto che poteva fare concorrenza interna al Maggiolino cabrio. Ne vengono allestiti dodici esemplari dal carrozziere di Osnabrück, e oggi ne sopravvivono solo un paio. Si tratta, in pratica, di una berlina “tagliata”, ma molto equilibrata, che avrebbe potuto avere un buon successo commerciale.

La prova di Quattroruote. Ma torniamo alla 1500 berlina. Quattroruote, nel 1961, scrive così: “L'esempio più clamoroso dell'anno del carrozziere che diventa industriale è il prototipo appositamente creato per una grande Casa costruttrice” spiegando nell'articolo che la 1500 è il frutto di lunghi studi tra la Volkswagen e la carrozzeria Ghia: “la berlina due porte entrata ora in produzione è destinata a larghissima diffusione. Di linea moderna eppure piacevole, segna un ritorno a forme più arrotondate”. Dal punto di vista tecnico, la 1500 deriva direttamente dal Maggiolino, di cui conserva la scocca separata dallo chassis, cioè il telaio a piattaforma con trave centrale. Il motore, posteriore, è sempre a quattro cilindri orizzontali contrapposti, ha una cilindrata di 1493 cm³ invece che di 1192 cm³ e presenta alcune novità. Il raffreddamento è ora costituito da una ventola posizionata sull'estremità dell'albero motore anziché, come appunto nel Maggiolino, in posizione sopraelevata. In questo modo si riduce l'ingombro in altezza e si ottiene il terzo volume della carrozzeria, che racchiude il secondo bagagliaio (l'altro è, ovviamente, anteriore). Le sospensioni sono indipendenti e i freni a tamburo. Il passo, 240 cm, è lo stesso del Maggiolino, ma la lunghezza è superiore, 422 cm invece che 407 cm.

Tiene bene la strada ma consuma. Come andava la VW 1500? Lo racconta sempre Quattroruote nella prova pubblicata nel novembre del 1961. I voti migliori, un bel 9, lo prendono la tenuta di strada (più che buona, comportamento in curva sovrasterzante, difficoltà con vento laterale) e lo sterzo (rapportato, 3 giri la sterzata completa, dolce, preciso; non eccessivamente diretto). Meno bene i freni, 7 (progressivi e discretamente dolci; fenomeni di fading nelle discese veloci). Per il resto, 9 alle finiture (più che buone tanto all'esterno che all'interno) ma 6 alla strumentazione (ben visibile e di bel disegno. Migliorabile la dotazione: mancano la spia della riserva, un contachilometri parziale e un termometro olio). La velocità massima raggiunta nel test è di 132.597 km/h (dichiarata 125 km/h) e l'accelerazione da fermo a 100 km/h di 25,4 secondi. Consumo elevato in città, da 11 a 15,5 litri per cento km. Capitolo prezzi. La 1500 costa 1.290.000 lire, contro 920.000 lire del Maggiolino 1200 De Luxe. Anche rispetto alle auto italiane, la tedesca è più costosa, per via delle tasse d'importazione: la Fiat 1100 D ha un prezzo di 960.000 lire e la 1300 di 1.160.000 lire, entrambe, peraltro, a quattro porte.
Come prezzo si avvicinava a modelli di fascia più alta, come la Lancia Appia terza serie, ormai a fine carriera, che costa 1.215.000 lire e che ha una cilindrata ben inferiore (1090 cm³) e l'Alfa Romeo Giulietta, con un listino di 1.250.000 lire ma dalle prestazioni ben più elevate.

La variante familiare. A febbraio del 1962 viene introdotta la station wagon (nome ufficiale Variant, ma anche Familcar), che il pubblico mostrerà di apprezzare molto per le sue doti di praticità. Per il 1964 è la volta della versione potenziata, la 1500 S, con 54 CV Din invece che 45 CV Din grazie a due carburatori e a un più elevato rapporto di compressione. Come modello 1966 (Salone di Francoforte 1965) viene proposta la versione fastback, ovvero la 1600 TL, con motore portato a 1584 cm³ e linea a due volumi, identica alla 1500 fino alla portiera. Moltissime Volkswagen iniziano ad essere esportate negli Stati Uniti e la 1600 TL è tra queste. Per promuoverla viene ingaggiato per un video pubblicitario nientemeno che l'attore Dustin Hoffman che, dopo aver mostrato l'interno, va alla ricerca del motore, ma non lo trova né aprendo il cofano anteriore né quello posteriore. Una voce a quel punto invita a recarsi da un concessionario Volkswagen per scoprire dov'è.
Quanto vale secondo Ruoteclassiche una 1500 in condizioni A+? 12.000 euro fino al 1965 e 10.500 euro dal 1966 al 1973, quando finisce la produzione: circa tre milioni di esemplari considerando tutte le versioni.

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