La struttura portante della "Lambda" lasciava poco spazio all'iniziativa degli allestitori. Con la "Dilambda" la Casa torinese fece un passo indietro per favorire la produzione fuoriserie. L'atelier inglese ebbe buon gioco nel realizzare una vettura all'altezza delle varie Rolls Royce e Bentley che abitualmente venivano affidate alle sue cure.
Con il modello "Dilambda" la Lancia rinnega un po' se stessa, rinunciandoalla carrozzeria portante che aveva reso celebre la "Lambda": scelta dettata anche dalla necessità di non inimicarsi i carrozzieri, all'epoca una sorta di corporazione che aveva dato vita a un mercato nel mercato e che favoriva le esportazioni.
La Offord & Sons Limited, che accolse il nostroesemplare nel maggio del 1930, era abituata a vestire anche Rolls Royce e Bentley, persino per conto della famiglia reale. La vettura protagonista di questo servizio, telaio 27-211, ha una storia travagliata.
Trascorre alcuni anni negli Stati Uniti, nel dopoguerra torna in Inghilterra, all'inizio degli Anni 70 viene acquistata da un restauratore torinese, Luciano Basso e poi notata da un vecchio cliente milanese, colpito dal delicato connubio dei colori crema e bordeaux della carrozzeria, dalla capote rosso chiaro e dai particolari che la rendono esclusiva: i fanali che riprendono nella forma il classico scudetto Lancia, i paraurti cromati che richiamano il motivo delle balestre, i finestrini posteriori discendenti con azionamento a manovella, il blocco di sicurezza delle marce al centro del pomello del cambio, i braccioli sui fianchetti posteriori che celano i bicchieri e la bottiglia di whiskey in cristallo di Boemia, la cassettiera in legno nel vano motore con tutti i "ferri" marchiati Lancia, la luce che illumina la predellina poggiapiedi quando si apre la portiera e i sedili rivestiti in pelle di bufalo color rosso scuro.
Quest'automobile è gradevole da guidare, fatta l'abitudine alla pesantezza dello sterzo in manovra e a bassa velocità. Le marce entrano rapide e precise, ma innestando prima e seconda è meglio fare la classica doppietta, mentre le terza e la quarta sono sincronizzate; dopo ogni cambiata, il motore riprende senza strappi.
Nel traffico la "Dilambda" non causa intralcio alla circolazione: basta frenare per tempo (non è semplice fermare quasi due tonnellate, soprattutto con un impianto a tamburi sulle quattro ruote) e abituarsi alle misure dell'imponente carrozzeria.
Auto
30/04/2002
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IL CARROZZIERE È SERVITO
La struttura portante della “Lambda” lasciava poco spazio all’iniziativa degli allestitori. Con la “Dilambda” la Casa torinese fece un passo indietro per favorire la produzione fuoriserie. L’atelier inglese ebbe buon gioco nel realizzare una vettura all’altezza delle varie Rolls Royce e Bentley che abitualmente venivano affidate alle sue cure. Con il modello “Dilambda” la Lancia […]
30/04/2002
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