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07/10/2019 | di Andrea Zaliani
Citroën GS, un’interessante anticonformista
Linee originali e soluzioni meccaniche di prim’ordine: la GS risulta indubbiamente una vettura interessante e fuori dal coro.
07/10/2019 | di Andrea Zaliani

Linee originali e soluzioni meccaniche di prim’ordine: la GS risulta indubbiamente una vettura interessante e fuori dal coro

Al Salone di Parigi del 1970 debutta la Citroën GS, in grado di attirare numerosi sguardi grazie a forme anticonformiste. Le Citroën d’altronde hanno sempre avuto carrozzerie personali, mai banali. Vista di fianco la GS ha l’aspetto di una berlina con un muso appuntito e profilato, abbinato sapientemente a una coda piuttosto alta. La sensazione di originalità si avverte anche nell’abitacolo, dove svetta una plancia progettata all’insegna della razionalità. Sul tachimetro a tamburo rotante sono indicati anche gli spazi di frenata. L’abitabilità, da sempre vanto della Citroën, offre spazio per cinque persone adulte.

Meccanica raffinata. Sotto il profilo tecnico, la GS si contraddistingue per l’adozione di un’inedita soluzione di raffreddamento ad aria, che semplifica la manutenzione del motore (4 cilindri boxer di 1015 cc). Degni di nota pure i quattro freni a disco servoassistiti e le sospensioni idropneumatiche regolabili in tre differenti altezze da terra, capaci di rendere la vettura particolarmente confortevole. La scelta della cilindrata, giudicata da molti come troppo piccola, è suggerita dalle esigenze fiscali francesi: per entrare nel novero delle 6 cv fiscali, infatti, l’auto non può superare i 1135 cc.

Evoluzione continua. Nel 1971 la Citroën GS viene proposta anche in versione Break, con la quale si consolida una tendenza particolarmente diffusa in Europa: le vetture familiari perdono la connotazione di veicoli improntati a un uso prettamente commerciale per acquisire quella di auto da famiglia. Privilegiando così la comodità, la spaziosità e la versatilità. Due anni più tardi il modello si aggiorna con la presentazione di nuovi allestimenti e versioni, tra cui la GS Birotore, spinta da un motore rotativo Wankel (1990 cc, 107 cv). La crisi petrolifera del ‘74, abbinata a dei consumi elevati, sancisce però l’insuccesso del modello, che esce di scena dopo solo un anno e meno di 850 esemplari prodotti. La carriera delle GS convenzionali, invece, prosegue ottenendo risultati commerciali soddisfacenti. Dal 1976 la gamma verrà progressivamente aggiornata negli equipaggiamenti e nei listini/motorizzazioni fino al 1979, anno in cui la GS cambia la propria denominazione in GSA. A livello pratico la vettura presenta accorgimenti stilistici, abbinati a un cambio manuale a cinque rapporti e al noto motore 1.3 da 65 cv della Casa. Gli ultimi upgrade avvengono a inizio anni ottanta, prima che la carriera si concluda definitivamente nel 1986, con circa 2.5 milioni di esemplari prodotti.

La prova di Quattroruote. Qualche mese dopo la presentazione ufficiale, nel novembre del 1971, la “nostra” rivista effettua un approfondito test. Nel complesso, la valutazione della Citroën GS è decisamente soddisfacente. Al motore boxer viene dedica un’attenta disamina: risulta tra i 1000 più brillanti in commercio. Rende bene sopra i 3000 giri/min e raggiunge il meglio a 5000 giri/min, ma sotto questi valori c’è poco da sperare. Alla scarsa elasticità si contrappone una buona equilibratura delle masse a ogni regime. Inoltre, pur con una cubatura contenuta, la GS raggiunge una velocità massima (151 km/h) che la pone ai vertici della categoria. Buona anche l’accelerazione, a patto di tenere il motore “allegro”. A mancare è soprattutto lo spunto iniziale. Le perplessità sull’elasticità della GS trovano conferma nella fase di ripresa: quando si scende sotto un certo regime è molto difficile riprendere con scioltezza senza ricorrere al cambio. Quest’ultimo, non è particolarmente apprezzato, specialmente sotto il profilo della manovrabilità. Ottimo, invece, l’impianto franante. Dolce e preciso lo sterzo.

La quotazione attuale. Il nostro listino ufficiale, per le GS berlina e break (prodotte fino al 1979), riporta una valutazione compresa tra i 1800 e i 5300 euro, per un modello in perfette condizioni o completamente restaurato. Un range di prezzi identico è riservato alle GSA berlina e break (1979-1986).

Diteci la vostra. A questo punto la parola passa a voi, perché siamo curiosi di sapere cosa ne pensate della Citroën GS. Le sue linee vi piacciono oppure preferite lo stile adottato da auto di altri marchi? Dovendovene comprare una, scegliereste la prima versione o le più recenti GSA? Fatecelo sapere attraverso i commenti qui sotto. Inoltre, se avete dei ricordi particolari legati alla vettura francese, e volete condividerli con la community di Ruoteclassiche, questa è l’occasione giusta. Scriveteci una e-mail con la vostra storia all’indirizzo redazione@ruoteclassiche.it.

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