Asta Pandolfini, lotti per intenditori - Ruoteclassiche
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26/11/2018 | di Gilberto Milano
Asta Pandolfini, lotti per intenditori
Mentre a Milano AutoClassica si teneva l'asta della genovese Cambi, a Prato si svolgeva la terza vendita all'incanto della casa fiorentina Pandolfini.
26/11/2018 | di Gilberto Milano

Mentre a Milano AutoClassica si teneva a battesimo l’ingresso nel campo delle auto storiche della genovese Cambi, a Prato, quasi nello stesso orario si svolgeva la terza asta della casa fiorentina Pandolfini. Ecco come è andata.

In contemporanea (o quasi). Sul perché le due Case d’asta non siano riuscite ad evitare la sovrapposizione di date non è chiaro, ma va anche detto che il pubblico di appassionati a cui si rivolgevano i rispettivi cataloghi di sovrapponibile avevano proprio poco: Cambi ha infatti puntato su un pubblico di cultori dello sport automobilistico storico, mentre Pandolfini ha continuato sulla linea intrapresa sin dalla prima asta, proponendo un pacchetto ristretto (solo 18 lotti) di vetture storiche da turismo di posizionamento medio caratterizzate da storie particolari.

Buon risultato. Una scelta, quella di Pandolfini, che tutto sommato è risultata vincente, soprattutto se si considera che la sua asta non poteva usufruire del traino di un evento importante. Delle 18 vetture proposte ne sono state aggiudicate otto, con una percentuale di vendita del 44,4%, e tutte vicine ai valori di stima più alti, tre delle quali persino oltre. Si tratta di una percentuale tutto sommato soddisfacente, visto il momento del mercato e la concorrenza recente di altre aste italiane, vedi Bonhams a Padova e Bolaffi a Torino.

Regina è una Porsche. Top Lot dell’incanto toscano è stata una Porsche 911 S 2.4 del 1972, “la più classica delle prime 911” come evidenziava il catalogo. In particolare, l’esemplare offerto si presentava in ottime condizioni d'originalità e conservazione piuttosto rare. Una caratteristica che ha portato il valore di aggiudicazione (74.516 euro compresi i diritti d’asta) a più del doppio della stima minima (35.000 euro).

Tedesche le più costose. Stesso risultato per una Volkswagen Golf GTI prima serie a cinque marce del 1980, la vettura che ha dato il via alla fortunata serie della due volumi tedesca. Questo esemplare in particolare è stato di proprietà di una sola persona fino a pochi giorni fa (38 anni) durante i quali ha percorso solo 32.000 chilometri. Una condizione che ha fatto impennare la sua quotazione fino a 18.342 euro a fronte di una stima che variava dai 7000 ai 14.000 euro.

Volvo oltre la stima. Prezzo di aggiudicazione oltre la stima anche per una Volvo 164 del 1972, una delle poche immatricolate in Italia, da risistemare e anch’essa sempre di proprietà della stessa famiglia (dal padre è passata alla figlia). Le cifre non sono quelle delle vetture precedenti, ma dai 2000 - 3000 euro stimati si è giunti a un valore di aggiudicazione di oltre 4000 euro.

Ottime le italiane. Tra le auto aggiudicate anche una Lancia Appia Lusso Vignale del 1960, già rara di suo, ma ancora di più nelle condizioni in cui è stata proposta, aggiudicata a 29.806 euro a fronte di una stima di 27.000 - 35.000 euro. E bene per una Alfa Romeo 1750 GT Veloce prima serie del 1969, giudicata come nuova e fino a oggi di proprietà di una sola persona. È stata aggiudicata a 52.734 euro a fronte di una stima massima di 55.000.

Buone le perfomance anche delle britanniche. Tra le inglesi un buon risultato l’hanno ottenuto una Jaguar MKII 3.4 del 1960 aggiudicata a 34.392 euro (la stima massima era di 35.000); una Triumph TR4A IRS del 1967, giudicata in condizioni perfette, battuta per 38.978 euro (40.000 euro la stima massima); e una MG B del 1967, aggiudicata a 19.489 euro contro una stima minima di 20.000 euro.

Rimaste al palo. Non hanno trovato un nuovo padrone invece alcune delle vetture di punta dell’asta, tra le quali una Mercedes-Benz 190 SL del 1957 che, pur essendo iscrivibile alla Mille Miglia, non ha trovato nessuno disposto a spendere dai 120.000 ai 150.000 euro per accaparrarsela; una Maserati Indy del 1973, tra le ultime prodotte, per la quale erano richiesti dagli 88.000 ai 100.000 euro; e una rarissima Bristol 403 del 1953, restaurata da poco, unica in Italia, la cui stima variava dai 55.000 ai 65.000 euro.

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