BMW Z3: l’americana di Baviera - Ruoteclassiche
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27/03/2024 | di Andrea Paoletti
BMW Z3: l’americana di Baviera
Pensata e prodotta per il mercato statunitense, la roadster ottiene un grande successo internazionale, porta James Bond a tradire l’Aston Martin e non si fa mancare una versione di punta M
27/03/2024 | di Andrea Paoletti

Certo che a ripensarci… a metà anni 90 un appassionato di spider relativamente economiche poteva sfogliare Quattroruote e trovare prove, confronti e prezzi di un bel po’ di modelli, con numerose e prestigiose Case automobilistiche che si erano affrettate a salire sul treno - quello della Mazda MX-5 - partito dalla stazione di Hiroshima nel 1989.

Prima tedesca di 007. La BMW, che aveva frequentato per l’ultima volta l’ambiente delle scoperte con la Z1 (1988-91), costosa e di nicchia, sceglie di svelare al mondo la sua nuova spider sfruttando addirittura la vetrina di “Goldeneye”, diciassettesimo capitolo della saga di James Bond, uscito nel 1995, mentre bisognerà invece attendere un anno per la commercializzazione della Z3, prodotta negli Stati Uniti con il chiaro obiettivo di solleticare il ricettivo mercato nordamericano.

Entry level e... In Italia la sportiva, disponibile anche in versione coupé, debutta con due motori 4 cilindri: 1.8 litri da 116 CV e 1.9 da 140 CV, alloggiati nel lungo cofano che avvolge l’aggressivo frontale, mentre sui parafanghi spiccano le prese d’aria a “branchia” che evocano la mitica 507 Roadster anni 50. Della Z3 colpiscono subito il look felino, gli sbalzi ridotti e l’equilibrata distribuzione dei pesi, anche se in molti, al tempo, storcono il naso davanti alla scelta di adottare, al retrotreno, lo schema della E30, la Serie 3 precedente a quella coeva, dalla quale proviene invece l’assale anteriore. Questo renderà la piccola spider bavarese piuttosto nervosa con i motori 6 cilindri che verranno introdotti alla fine del primo anno di produzione, sotto forma di un 2.8 litri da 190 CV, che rappresenta senza dubbio la scelta più consona alla vettura, fornendo prestazioni, pastosità e piacere di guida da vera BMW.

Però, quella M... Le versioni quattro cilindri non spiccano per brillantezza, soprattutto la 1.8 a 8 valvole – oltre 10 secondi nello 0-100 –, mentre la 1.9 ferma il cronometro a 9,5 secondi, con una velocità massima di oltre 200 km/h. Tutt’altra musica con il 6 cilindri, capace di scendere sotto i 7 secondi nel classico scatto e di arrivare a 225 km/h. La Z3 è un grande successo, infatti la BMW ne venderà, in tutta la carriera del modello, durata fino al 2002, circa 300.000 esemplari, incluse alcune sfiziosi varianti che oggi sono le più ambite dai collezionisti. Stiamo parlando soprattutto della versione M, introdotta nel 1998, che, grazie al trapianto del 6 cilindri 3.2 da 321 CV della M3, trasforma la spider - per l’occasione modificata con parafanghi allargati, paraurti anteriore con presa d’aria maggiorata, cerchi di lega specifici con gommatura generosa - in una vera belva, priva di aiuti elettronici.

Crescono i cavalli. Il restyling del 1999 è evidente soprattutto nella parte posteriore, più larga e con i fari che diventano a L, mentre quelli anteriori si assottigliano. Novità anche nei motori, con l’1.9 che lascia spazio a un 2.0 24 valvole a 6 cilindri da 150 CV, a sua volta sostituito, dopo solo un anno, da un 2.2 da 170 CV. Anche il 2.8 fa posto a un 3.0 da 231 CV, in una progressiva crescita che indica la strada della subentrante Z4. Oggi le Z3 con propulsori 4 cilindri si trovano a prezzi tra gli 10 mila e i 16 mila euro, mentre per le 6 cilindri – più rare in Italia – si va dai 18-20 mila in su. Le M Roadster sono una categoria a sé, con quotazioni che possono andare dai 31 mila ai 47 mila euro.

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