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15/05/2023 | di Roberto Barone
È morto Giotto Bizzarrini, ingegnere collaudatore di auto da sogno
Progettista, ma anche imprenditore, ha contribuito allo sviluppo di modelli iconici, come le Ferrari 250 GTO e la Testa Rossa, il motore V12 Lamborghini e la Bizzarrini 5300 GT Strada
15/05/2023 | di Roberto Barone

È mancato all’età di 96 anni Giotto Bizzarrini, ingegnere, collaudatore e imprenditore toscano doc. Uno dei mostri sacri del mondo dell’automobile, testimone di un’epoca fatta di passione e impegno, attenzione maniacale ai dettagli e sacrificio. Ha realizzato vetture da sogno come la Ferrari 250 GTO e la Ferrari Testa Rossa, ma ha contribuito anche al mito di Lamborghini e Alfa Romeo. Nel suo lavoro guardava più alla sostanza che alla forma, il che si traduceva in una ricerca spasmodica dell’aerodinamica nella quale il design assumeva un ruolo del tutto marginale. Era soprannominato il “Giotto dell’automobile”.

Dall’Alfa al Cavallino. Nato a Livorno nel 1926, dopo la laurea in Ingegneria insegnò per un periodo all’Università di Pisa, ma il richiamo dei motori e delle quattro ruote lo portò nel 1954 ad abbandonare la cattedra per entrare nel reparto Sperimentazione dell’Alfa Romeo e poi passare tre anni dopo alla Ferrari con il ruolo di capo collaudi ed esperienze. Collaborò in prima persona allo sviluppo di modelli iconici del Cavallino, come i due citati.

L’esperienza imprenditoriale. Nel 1961 abbandona Maranello per fondare, con l’ingegner Carlo Chiti e il conte Giovanni Volpi di Misurata, l’Automobili Turismo e Sport, che però ebbe vita breve. Bizzarrini, infatti, preferì sganciarsi dalla società per dar vita in autonomia alla Autostar e progettare nuovi motori. Uno dei primi propulsori, fu un V12 di 3,5 litri che venne montato sulla Lamborghini 350 GTV.Nel 1964 fa un ulteriore passo avanti fondando la Prototipi Bizzarrini – due anni dopo ribattezzata Bizzarrini - destinata a produrre alcune delle più belle GT di quegli anni, fra le quali la Bizzarrini 5300 GT Strada, realizzata in soli 133 esemplari e oggi ambita dai collezionisti.

Laurea honoris causa. Con la fine della produzione di questo modello, nel 1969, tuttavia, si conclude l’attività imprenditoriale dell’ingegnere toscano, che però rimane nel mondo dell’auto continuando a prestare la propria opera come consulente e progettista per molti costruttori italiani. Parallelamente, ha poi ripreso la propria attività di professione universitario e nell’ottobre 2012 ha ricevuto una laurea magistrale honoris causa in Design dall’Università di Firenze.

Intervista del direttore. Ricordiamo Giotto Bizzarrini in questa intervista del nostro direttore, Gian Luca Pellegrini, apparsa per la prima volta sul volume "Quattroruote - profili di eccellenza", pubblicato nel gennaio del 2012.

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