Ogni anno a fine giugno nella splendida tenuta di Lord March a Goodwood, West Sussex (Inghilterra), si tiene il più imperdibile appuntamento al mondo per gli appassionati di auto e sport motoristici. Anche l’edizione di quest’anno ha confermato le aspettative in termini di pubblico e qualità dell’evento, richiamando piloti di altissimo livello del passato e di oggi. Insieme alle più significative vetture della storia. Maserati su tutte.
Non poteva finire meglio di così. L’edizione n. 20 del Concorso di eleganza “Style et luxe” di Cartier al Festival of Speed di Goodwood, che si è tenuto dal 26 al 29 giugno, ha visto premiata una Maserati A6 GCS Berlinetta come “Best in show”. Nell’anno della Maserati, anche sul green della magnifica tenuta di Lord March, è stata un’auto del Tridente ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento. Lo stesso modello, peraltro, che ha mancato il podio a Villa d’Este con un esemplare rosso della collezione Panini.
Ma è stato soltanto uno degli exploit di spicco di questo evento incredibile che, anno dopo anno dal 1993, continua a essere un riferimento assoluto del mondo del motorismo internazionale, un appuntamento unico, dove ogni appassionato di automobili e di gare deve tassativamente presenziare almeno una volta nella vita. Se non tutti gli anni. Anche in quest’ultima edizione non sono mancati gli spunti per i visitatori – oltre 200 mila – per sentire la pelle d’oca spuntare sulle braccia. Come quando sulla celeberrima Goodwood Hill sono sfilati uno dietro l’altro John Surtees sulla Ferrari 158 tallonato da un “debuttante” all’evento inglese, Kimi Raikkonen, sulla sua Ferrari F2007 che si aggiudicò il titolo sette anni fa.
Ma l’elenco dei piloti che hanno presenziato anche a questa edizione del Festival of Speed è stato incredibile, giusto per citarne alcuni altri in ordine sparso: Stirling Moss, Jackie Stewart, Emerson Fittipaldi, Arturo Merzario, Felipe Massa, Lewis Hamilton, Damon Hill, Sebastian Loeb, Max Papis, Bruno Senna, Jenson Button, Mark Webber e molti, molti altri ancora, con il solito fare rilassato di questa circostanza, nella quale chiunque trova questi monumenti dello sport sorridenti e sempre pronti a scambiare una battuta e a firmare un autografo.
Protagonista come mai prima la Maserati, dicevamo, che ha degnamente celebrato il primo secolo di vita con una mostra di altissimo livello che ha visto esposte in un’apposita area dedicata una 3500 GT del 1960, una Mistral Spyder del 1964, oltre a Ghibli e Quattroporte di prima generazione sino ad arrivare alla più moderna MC12 e alla concept Alfieri. Ampio spazio anche in pista per alcune delle vetture da corsa più significative del passato incluse la Tipo 26M, la più “anziana” tra quelle che hanno preso parte all’evento, e la 250F campione del mondo di F1 nel 1957, oltre alla 8CTF Boyle Special che ha vinto 75 anni fa la 500 Miglia di Indianapolis.
A pochi passi dall’esposizione Maserati, una più “terrena” Mazda ha voluto commemorare, presenziando in maniera importante, i 25 anni di vita dell’ormai “iconica” MX-5 di cui erano presenti tutti i modelli dalla prima versione (sigla di progetto “NA”) all’edizione celebrativa per i cinque lustri, sino al telaio della prossima generazione che debutterà nel 2015. La rassegna era talmente completa da includere i modelli ispiratori della fortunata roadster giapponese – ricordiamo che è la spider più venduta della storia - come la MG Midget e la Lotus Elan. Insomma, un’ammissione senza timori che l’influenza inglese è forse stata la vera chiave del successo di questo modello.
Di rilievo assoluto la presenza della Mercedes che ha celebrato anche qui i 120 anni di storia del motorsport facendo allestire dall’artista Gerry Judah una straordinaria scultura di fronte alla Goodwood House: due auto campeggiavano a un’altezza vorticosa abbracciando ottant’anni di vittorie nelle corse, dalla replica della W25 Silver Arrow che ha vinto al Nürburgring nel 1934 con Manfred von Brauchitsch alla F1 W04 che ha corso 15 gran premi con Lewis Hamilton al volante nel 2013, vincendo in Ungheria e aggiudicandosi cinque pole position. Michael Bock, Direttore di Mercedes Classic, al momento di svelare l’opera insieme a Lord March ha dichiarato che “l’abilità dell’artista in questo caso è andata oltre la mia più selvaggia immaginazione”.
Batticuore italiano, passeggiando nel Cathedral Paddock, anche di fronte alle Alfa Romeo che, uscite dal Museo Storico di Arese, hanno varcato la Manica per correre sulla collina inglese, tra cui la P3 che dominò al Nürburgring nel 1935 guidata da Tazio Nuvolari, la Tipo 159 Alfetta che vinse in F1 con Fangio, oltre alle 750 Competizione, Giulietta SZ Coda Tronca e GTA 1300. Degno di nota il magnifico esemplare di Fiat S76 del 1911 che è tornato a muoversi dopo cent’anni e un accurato restauro durato un decennio da parte del collezionista Bristol Duncan Pittaway. Le ha rimontato l’originario motore 4 cilindri di 28,5 litri, quello che le aveva assicurato il ruolo di auto più veloce dell’epoca quando percorse il miglio alla strabiliante velocità di 217,4 km orari.
In ultimo, ricordiamo il risultato nella giornata di venerdì dall’asta di Bonhams, con vendite che hanno raggiunto l'incredibile cifra di 22,6 milioni di sterline. Star dell’incanto la Ferrari 375 Plus del 1954 che ha corso la Mille Miglia ed è stata aggiudicata per 10,7 milioni di sterline (13,4 milioni di euro). Battuta a 998 mila 300 sterline (1,25 milioni di euro) una De Dietrich del 1902 e, passando a oggetti più attuali, per 953 mila 500 sterline (1,2 milioni) è passata di mano una fantastica Lamborghini Countach LP 400 “Periscopio” del 1975.
D.G.